Vaccinazione, crisi, scuola e obbligo: comunicazione valoriale

Le parole che usi creano e trasformano la tua realtà, interiore ed esterna. Più sono vere, e corrette, giuste, più alta è la tua possibilità di essere libero. Questo vale per ogni tipo di comunicazione, anche pubblica.

Poiché ogni messaggio pubblico viene filtrato da chi lo propone, va da sé che non sia facile essere liberi nella valutazione della comunicazione di massa. Ecco allora applicato un esempio di comunicazione corretta ad alcune delle frasi che Mario Draghi (e gli esperti del Governo) hanno pronunciato, a proposito di obbligo di vaccinazione, cause, soluzioni, Green Pass rafforzato. Il modello cui ci ispiriamo è quello di governanti che sappiano essere anche genitori e maestri, quindi, diano alle persone almeno la stessa importanza che danno ai fattori economici e congiunturali. Filosofia dell’essere applicata all’uomo che ricopre incarichi pubblici.

– Riflessioni e approfondimenti nella prospettiva della comunicazione valoriale, che pone la persona al centro, della propria evoluzione, della vita, delle relazioni. La realtà migliore esiste solo se la crei. A cura della dr.ssa Annarosa Pacini –

La scuola come priorità

Draghi: «(…) Dicono che Draghi non decide più? Qui dimostriamo che la scuola resta aperta, è una priorità, non era il modo in cui questo tema è stato affrontato in passato»

Al di là del momento contingente, ci sono molti fattori relativi alla Scuola d’importanza vitale. Applico adesso a questi stessi concetti un esempio di comunicazione incentrata sulla pedagogia del valore:

“Come Governo è necessario prendere decisioni che tengano conto di tutte le esigenze. Per bambini e ragazzi, poter frequentare la scuola, è importante. E’ altrettanto vero che il futuro vedrà l’integrazione sempre più alta delle tecnologie all’interno della didattica. Forse questa può essere un’occasione per mettere alla prova il sistema, senza dimenticare che al centro dell’azione educativa deve esserci il discente, ma che fa parte anche del processo di educazione alla cittadinanza attiva educare i giovani alla comprensione della realtà, ed al rafforzamento del senso di responsabilità civile e morale. Non prenderemo decisioni dettate dalla paura e dalle pressioni. I ragazzi torneranno in presenza per quanto questo sarà possibile, nella massima tutela della salute, loro, e delle loro famiglie”.

Dire la verità sul vaccino

Locatelli: «Con la variante Omicron il booster copre per l’88% e per il 65% nel caso di ciclo primario, in base ai dati che ci arrivano dal Regno Unito».

Concentriamoci sulla comunicazione, per non prestare il fianco alle strumentalizzazioni. Le informazioni su quanto, come e perché siano efficaci i vaccini, esistono. Comunicazione incentrata sulla verità e sul valore:

“Anche se sappiamo che il vaccino non protegge dalla contagiosità, è comunque una protezione importante. Purtroppo i dati ci confermano che con il passare del tempo la protezione diminuisce, e i primi studi ci dicono che non si potrà proseguire ad oltranza con i booster. Perciò raccomandiamo ai cittadini di vaccinarsi, con senso di consapevolezza, perché significa avere una barriera che può proteggere dagli effetti avversi più gravi. A chi non si vaccina, chiediamo massimo senso di responsabilità. Soltanto mantenendo alto il livello di attenzione e le abitudini che impediscono la diffusione del contagio, possiamo riuscire a proteggere davvero tutti. Anche perché Omicron ha una potenza infettiva più alta: occorre tornare alla vita normale convivendo con il virus, e questo richiede di adottare permanentemente buone e semplici abitudini, a partire dal lavarsi le mani”.

Gli annosi problemi della Sanità italiana non li ha portati il Covid

Draghi: «Gran parte dei problemi che abbiamo oggi dipende dal fatto che ci sono dei non vaccinati» (…) «Ora la circolazione del virus mette di nuovo sotto pressione i nostri ospedali, soprattutto per l’effetto sulla popolazione non vaccinata». (…) L’obbligo dei vaccini per gli over 50 «lo abbiamo fatto sulla base dei dati, essenzialmente, che ci dicono che chi ha più di 50 anni corre maggiori rischi, le terapie intensive sono occupate per i due terzi dai non vaccinati».

Qui il compito è arduo, cercare di portare un esempio, nella sintesi. Però, è possibile, soprattutto avendo a cuore il bene di tutti, aprendo la prospettiva comunicativa al dialogo ed alla collaborazione, ben comprendendo come sia facile creare separazioni. Il “capro espiatorio” non è la soluzione ad un problema.

Esempio di comunicazione valoriale:
“La Sanità italiana si è trovata ad affrontare una prova ardua, mai vista. Vorrei ringraziare i tanti operatori che ogni giorno, ormai da quasi due anni, sono sul campo, ad operare per gli altri. E’ il loro lavoro, sì, ma è anche una missione. Purtroppo, le conseguenze gravi del coronavirus colpiscono particolarmente chi non si vaccina, e questo ci preoccupa. Ma non vuol dire che i vaccinati non debbano continuare ad essere prudenti, i casi di persone vaccinate, anche con il booster, che si ammalano gravemente, o peggio, purtroppo, ci sono. E’ indubbio però che il numero delle persone non vaccinate che corrono rischi più grandi sia maggiore. Dobbiamo anche riconoscere che i problemi del Sistema Sanitario Italiano vengono da lontano. Occorrono politiche lungimiranti, e dovremo fare tesoro, in futuro, di questa esperienza, per poter migliorare tutto quello che c’è da migliorare. L’obbligo del vaccino lo abbiamo imposto perché i dati dicono che chi ha più di 50 anni corre rischi maggiori, anche se si tratta di una percentuale molto bassa, inferiore ai due milioni di persone. E’ chiaro che la diffusione del virus non possa essere imputata a chi non si vaccina. Dipende dalla contagiosità del virus e, forse da una certa dose di imprudenza che tanti hanno avuto, in occasione delle feste”.

Ricordo anche a chi legge che Draghi ha scelto di non rispondere alle domande sul Quirinale. Suo pieno diritto. Altissima partita in gioco, e ben presente, a tutti i politici, di ogni schieramento. Si tratta di scelte politiche strategiche. Le stesse che spingono a richiamare l’attenzione di chi ascolta verso alcuni elementi, distogliendola da altri.

Ti chiedo: quello che ho scritto, ti pare vero? Trovi che ci siano informazioni false? Non ti pare, leggendo, che questo tipo di comunicazione aiuti, faccia stare meglio, anche se il problema è sempre lo stesso?
Questo è l’effetto della comunicazione incentrata sul valore. Pensare correttamente aiuta a vivere correttamente, ad agire correttamente, ed anche, e soprattutto, più serenamente, in modo costruttivo, in prospettiva dialogica. Le divisioni e gli schieramenti, non producono mai vere buone soluzioni per tutti.

Non aggiungo altro, anche se ci sarebbe altro da scrivere, in quanto un’informazione corretta deve essere imparziale e completa, non parziale e incompleta. Ma di questo, magari, scriverò in un altro post.

La fonte dell’articolo da cui ho tratto i passaggi sopra analizzati è questa:

Draghi: «Scuola, cauti ma basta chiusure. Dad crea disuguaglianze. I problemi dipendono dai non vaccinati» (corriere.it)

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