Chi sta bene, non uccide. Chi è sereno e in equilibrio, non fa del male. Chi è forte, non cede alla violenza. Ma, più di tutto, serve la capacità di mantenere accesa la speranza, che le cose possano essere cambiate, migliorate, trasformate. Più la mente si chiude su se stessa e sulle sue paure, meno possibilità vede, più il buio cresce e la luce si allontana. Non dire parole che richiamino realtà che non vuoi creare. Non pensare immagini di vita che rendano – anche solo per un secondo – quasi accettabile azioni e scelte che non lo sono. I tuoi pensieri e le tue parole danno forma alla vita. Fai in modo che tue parole ed i tuoi pensieri non spengano mai la speranza.
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Uccidere la famiglia: perchè è importante coltivare sempre la visione giusta
Casi di cronaca con padri che uccidono moglie e figli, figli che uccidono genitori, familiari vari, vicini e conoscenti che si ammazzano gli uni con gli altri, sono, ormai, all’ordine del giorno. Primo, non ti devi abituare. La prima regola per vivere bene e creare una vita bella è resistere alle influenze del mondo esterno, il che include anche la comunicazione e la percezione delle brutte notizie, il modo in cui le metabolizzi, reagisci e l’effetto che producono in te. Secondo, non pensare di essere al di fuori del rischio. Non si arriva in un giorno, a compiere certe cose. Prima, ci sono centinaia di briciole da raccogliere. Segnali, che vanno visti, ascoltati, compresi, affrontati e risolti. Terzo: non abbassare mai il livello della qualità della tua vita, interiore e materiale, vissuta e percepita. Mai. Questo è importante, perché ti permette di agire subito, ai primi segnali, senza lasciar correre, senza far finta, senza evitare. Chi non sa gestire bene il proprio mondo interiore, con equilibrio, forza e saggezza, perde equilibrio, perde forza, perde il senno, ed è così che perde anche l’umanità. Fai attenzione a quello che pensi e che dici, soprattutto se vuoi migliorare la tua vita. Soprattutto, perché è l’unico modo per mantenerti ben ancorato all’unica verità che appartiene ad ogni essere umano: tu decidi quale strada prendere, tu la puoi cambiare, tu puoi creare la tua vita.
Come la realtà ti cambia
Comunicare per essere® è una filosofia dell’essere, un modo di pensare, di vivere, di agire. Che ha al centro la comunicazione, come cardine fondante del tuo essere nel mondo. Comunicazione che entra e che esce, che ricevi e che trasmetti. Tutto produce un effetto. Saperlo è fondamentale per gestirlo. Leggere le notizie del padre che ha sterminato moglie e figli con cacciavite e martello, dell’insospettabile pensionata che uccide i vicini, del figlio che smembra e getta nel fiume i corpi dei genitori, ti fa male alla salute, psicofisica. Tutto quello che ti raggiunge, ti permea. Tutto quello che percepisci, entra in te.
Così, realtà nocive e negative, così tanto da dover essere casi unici ed eccezionali, da scatenare sgomento e desiderio di riparazione, giorno dopo giorno, si trasformano in realtà possibili. Tant’è che oggi c’è chi, leggendo del disoccupato che muore schiacciato da un pancale mentre ruba dell’acqua, trova molto più ragionevole denigrarlo che non rammaricarsi per la sua morte. I social tolgono tangibilità alla vita, così tutto sembra accettabile, in un mondo virtuale che è, invece, drammaticamente reale. Quello che pensi, e che dici, produce effetti in te e negli altri.
Attento a non essere vittima della profezia che si auto-avvera
L’effetto Pigmalione e la profezia che si auto-avvera sono esempi eclatanti: se sai parlare con il cuore, con sincerità, con speranza e forza, puoi produrre effetti così positivi in un’altra persona che questa, grazie a te, riesce a trovare anch’essa più forza e speranza, e migliora, e cresce, e così la sua vita. Se quello che tiri fuori sono parole negative, sentimenti ostili, giudizi di condanna, puoi produrre nell’altra persona effetti così negativi da portarla ad incarnare proprio quello che tu, dicendolo, volevi allontanare.
Si comprende bene, questo effetto, quando si parla di genitori e figli, di educatori ed esseri umani in crescita. Anche se riguarda tutti noi. Un insegnante che dice ad un allievo in difficoltà: “sei uno stupido, e non imparerai mai niente”, ha in sé quella visione, e quella visione gli trasmette. E se quel ragazzo non ha la forza di resistere e di coltivare la fiducia in sé stesso, incarnerà quella profezia. Non perché l’insegnante avesse ragione, ma perché è stato proprio l’insegnante, con i suoi comportamenti e le sue parole, a creare quella realtà, ed il ragazzo, non vedendosi in altro modo se non attraverso quegli occhi, ha pensato che fosse vero. Nulla di più errato: c’è sempre una possibilità di miglioramento, c’è sempre una via possibile che possa condurti verso una realtà migliore.
Non concepire realtà che non ti appartengono: uccidere non è un’opzione
Questo tipo di effetto lo producono in noi anche i casi di cronaca di cui sempre di più sono piene le pagine dei social e dei giornali. A forza di sentire parlare di “famiglie ammazzate”, quel tipo di realtà entra nel concepibile. Ti raggiunge. Per tenerla fuori dalla tua vita, devi impedirti di abituarti. Non c’è mai giustificazione, mai, in un gesto di barbaro assassinio. Quel tipo di comportamento non è la norma, non deve essere la norma, non ci sono giustificazioni, né scuse. Possono esserci motivi, sì. Ma non certo attenuanti. A volte, negli ultimi anni, qualche cliente mi ha raccontato che, per scherzare, in famiglia, si dicono frasi tipo: “vedi di non farmi fuori se ti arrabbi”, oppure: “ancora ti sopporto e non ti ammazzo”.
Ebbene, se non vuoi che una realtà non faccia parte della tua vita, non la devi creare: non devi portare nel mondo la realtà che non desideri vivere. Non concepirla. Non è concepibile, che una persona ne uccida un’altra perché non è d’accordo con lei, o perché si fa trascinare dalle sue paure o non riesce più a trovare valore in una relazione umana. Io lavoro ad un livello molto profondo con le parole, affinchè ogni persona possa costruire il proprio vocabolario personale, in cui riconoscersi. Traslare questo mio lavoro in un podcast, creando un vocabolario condiviso, è per me sempre una sfida costante. Devi scegliere di non concepire le realtà che non ti appartengono. “Concepire” vuol dire accogliere nel proprio animo, cominciare a sentire, a provare, accogliere nell’intelletto e nella coscienza. Ti suggerisco vivamente di non accogliere realtà negative di siffatta portata. Conoscile, comprendile, ma non concepirle in te. Non ti abituare al male, alle cattiverie, al vivere negativo che svalorizza la vita.
Non abbassare mai il livello di qualità della tua vita
Secondo, non pensare di essere fuori dal rischio. Potresti dirti: “che male può fare, per una volta, richiamare una realtà negativa?”. Una o cento, fa male, alla tua salute interiore. I tuoi pensieri e le tue parole concorrono a formare il tuo mondo interiore, che è poi quello che porti nel mondo. Ogni parola è importante. Non si arriva a compiere gesti così estremi in un solo giorno. Può apparire, ad occhi esterni, che avvenga come d’improvviso, ma così non è. C’è sempre una storia, nota o ignota. Quella storia è stata raccontata nel tempo, ma nessuno l’ha mai capita.
Da un lato, ci sono i marcatori emozionali, che se ti fanno prigioniero restringono le tue possibilità di vedere – di concepire, in questo caso invece, necessario – che ci sono tante altre strade e tante altre vie. Dall’altro, comunicazione e relazioni. Equilibrio, solidità interiore, amabilità, gentilezza, accoglienza e comprensione, saggezza e resilienza, parlano da soli, si vedono, nei comportamenti. Come parlano anche angustie del pensiero e del sentire, distorsioni, negazioni, chiusura della sensibilità, del dialogo, dell’ascolto e della vicinanza. Si vedono, nei comportamenti. A questo è strettamente connesso il terzo, fondamentale principio, per chi desideri proteggere la propria vita interiore, rafforzandosi e creando bellezza nella propria vita.
Il terzo principio è: non abbassare mai il livello della qualità della tua vita, interiore e materiale, vissuta e percepita. Mai. Cosa significa? Tradotto nella pratica del vivere quotidiano, significa che se ti fondi saldamente sulla tua visione interiore, orientata verso la costruzione del valore, dovrai agire di conseguenza. Una relazione disfunzionale in fase iniziale la saprai riconoscere, non la porterai avanti. Atteggiamenti distruttivi in un ambiente di lavoro li saprai riconoscere, agirai per trasformarli. Tu solo puoi proteggere la tua interiorità e rafforzarla, così da fare scudo agli attacchi che arrivano dall’esterno. Perché questo sono, la comunicazione negativa, la violenza, la perdita dei valori: attacchi alla tua possibilità di essere felice.
Impara a tenerti al sicuro
Si tratta, qua, di costruire una forza positiva, creativa, interiore, che si traduce in comportamenti e in scelte di vita. In tante di queste vicende di cui leggiamo, ci sono, come se fossero marginali, racconti di difficoltà di relazione e di comunicazione, del vivere e del comprendere, di modelli comportamentali fuori da ciò che è davvero giusto. Disequilibrio. Non sono affatto marginali, anzi, sono parte della causa che ha poi portato al dramma. Chi non sa gestire bene il proprio mondo interiore, con equilibrio, forza e saggezza, perde equilibrio, perde forza, perde il senno, ed è così che perde anche l’umanità. Vale per tutti.
Perciò, tu sei al sicuro se riesci a rafforzarti, ad orientare la tua vita nella direzione giusta, se proteggi la tua interiorità e ti tieni al sicuro. Per questo, devi prestare grande attenzione a quello che pensi e che dici. Non solo, rispetto a ciò che la realtà esterna ti propone, ma anche di te stesso, delle persone che ami, di chi ti è vicino, e ti chi ti è lontano. Tutto, entra a far parte di ciò che concepisci. Sta a te scegliere cosa far entrare, e cosa lasciare fuori. Soprattutto, perché è l’unico modo per mantenerti ben ancorato all’unica verità che appartiene ad ogni essere umano: tu decidi quale strada prendere, tu la puoi cambiare, tu puoi creare la tua vita. Primo, rispetta te stesso e la tua vita. Secondo, rispetta la vita ed il valore degli altri. Terzo, impegnati per realizzare il tuo miglior te stesso possibile. E scegli una vita bella.
Avere una vita bella, perchè è possibile
Cos’è la bellezza? “Qualità di ciò che appare o è ritenuto bello ai sensi e all’anima. La connessione tra l’idea di bello e quella di bene, suggerita dalla radice etimologica (il latino bellus “bello” è diminutivo di una forma antica di bonus “buono”), rinvia alla concezione della bellezza come ordine e armonia”. Scriveva Foscolo: “La bellezza è una specie di armonia visibile che penetra soavemente nei cuori umani”. Non scegliere di meno per te e per chi ami. Proteggi la tua vita. Crea il tuo vocabolario personale. Se vuoi, possiamo farlo insieme: la strada di comunicare per essere è la strada della vita bella, che porta ordine, armonia e valore in te e nel tuo mondo.
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Aforismi e musica per chiudere in bellezza. Quattro aforismi sulla forza interiore e sull’importanza di prenderti cura di te stesso. Il Dalai Lama: “La forza interiore è la protezione più potente che hai. Non aver paura di assumerti la responsabilità della tua felicità”. Lao Tzu: “Colui che conosce il proprio obiettivo si sente forte; questa forza lo rende sereno; questa serenità assicura la pace interiore; solo la pace interiore consente la riflessione profonda; la riflessione profonda è il punto di partenza di ogni successo”. Wilma Rudolph: “Non sottovalutare mai il potere dei sogni e l’influenza dello spirito umano. Siamo tutti uguali in questa nozione: il potenziale di grandezza vive dentro ognuno di noi”. Infine, Otto Rank: “Ciò che otteniamo interiormente cambia la realtà esterna”. Il brano s’intitola: “Race”. Accetta la sfida. Vinci la gara. Ti saluto, e ti auguro buoni momenti, in questa giornata, e tanta vita bella. Ciao, grazie, per essere stato con me, ti aspetto alla prossima puntata.
“Impegnati a realizzare il tuo miglior te stesso possibile. E scegli una vita bella”
– Annarosa Pacini