Ma davvero tirare fuori tutto è un modo per migliorare relazioni, pensieri e sentimenti? Oppure, comunicare bene è il modo per coltivare e strutturare relazioni, pensieri e sentimenti? Uno sfogo non è una soluzione. Un allentamento momentaneo della tensione non è una risposta. Se impari a riconoscere la direzione più giusta per il tuo bene, ad ogni livello (sentimentale, professionale, personale, familiare), allora troverai sempre il modo per comunicare costruendo, e non distruggendo. Se non sai che effetti puoi produrre, con il tuo “tirare fuori”, rischi di non sapere poi come gestirne gli effetti. Anche su te stesso.
Comunicare bene anche le cose spiacevoli: la strada giusta parte dal cuore
Comunicare bene cose spiacevoli non è semplice, ma si può. La buona comunicazione è una comunicazione che crea bene, in tutti. Che fa bene, a tutti. È ben diverso dal tirare fuori quello che hai dentro per liberarti la coscienza, per scaricarti o sfogarti. Come fai a sapere se la strategia comunicativa che hai scelto funziona? Dagli effetti che ottieni, su te stesso e sugli altri. Se migliorativi o peggiorativi. Comunicare bene è un’arte dell’essere, “arte” come capacità di agire basata su un particolare complesso di regole ed esperienze, in vista di determinati risultati. “Tirare fuori” non è comunicare. Ti spiego la differenza, ed anche il metodo che uso per aiutare le persone a trasformare la propria vita comunicando per essere. Ed anche quando non funziona, perché non funziona. E perché non dovresti stupirti, quando, comunicando nel modo sbagliato per motivi sbagliati con parole sbagliate, ottieni l’effetto opposto a quello che vorresti.
Comunicare per comprendere, comprendere per comunicare
La risposta te la do subito: se ottieni effetti sbagliati, vuol dire che non comunichi bene. Non esiste troppo comunicare o poco comunicare, quando si parla di relazioni umane. Esiste comunicare nel modo giusto. Noterai che in questo periodo sto pubblicando qualche puntata in più. Perché ho deciso di rispondere, in modo diretto o indiretto, ad alcune richieste e messaggi che ricevo. Sperando che questo possa esserti utile. Parto da un caso specifico, vero, non ti racconto la storia, e non uso nemmeno un nome di fantasia. Potrebbe riguardare altre cento storie simili, ed altre cento persone diverse.
Una persona mi contatta, perché non sta bene, non è serena, vive un momento di conflittualità nella sua vita, è in conflitto con se stessa e con gli altri. Con il partner, in particolare. Ha fatto qualcosa, nel tempo, di cui si è pentito. Questo qualcosa ha prodotto degli effetti, sul suo sentire, sul suo comunicare, rafforzando emozioni negative. Così ha deciso di seguire il consiglio di vari specialisti, ha “tirato tutto fuori”, per liberarsi la coscienza e poter affrontare meglio la situazione, che voleva risolvere. Invece, è peggiorata. Non sta meglio di prima. Adesso sta peggio anche il partner. Metto da parte la questione verità, scelte, rispetto, cosa significa amare e come si fa a metterlo in atto anche quando si è in crisi. Altri argomenti per altre puntate, che ho già trattato e di nuovo tratterò. In questa puntata ti parlo di comunicazione. E non voglio nemmeno parlare di ciò che “x” professionisti possono aver detto o non detto ad una persona. Tra quello che si dice, e quello che viene percepito, a volte, c’è un abisso.
Comunicazione valoriale: chiarisci in te stesso il significato delle tue parole. E’ così che il messaggio arriva
Una mia carissima cliente che aveva l’abitudine di riassumere per se stessa alcune riflessioni che emergevano nei nostri incontri, un giorno mi disse che, leggendo un libro di “x” autore, aveva trovato proprio la stessa cosa che le avevo detto io. Parlando di se stessa disse “che sono immatura, a livello emozionale”. Il che, è impossibile. Io non direi mai ad una persona che è “immatura a livello emozionale”. Usando la grafologia evolutiva e la scrittura evolutiva, saprei – e penso a questa mia carissima cliente – che ha delle difficoltà ad usare le sue straordinarie qualità per affermare se stessa. Ma non perché è “immatura”. Perché a volte, per affermare te stesso, devi fare scelte coraggiose, e a volte, queste scelte, ti richiedono di rinunciare a qualche illusione di troppo cui ti aggrappi. Così, “tradussi” per lei di nuovo, e meglio, le mie parole.
La chiarezza è per me è un valore massimo, nella comunicazione. Per comprenderci, dobbiamo condividere lo stesso vocabolario, e va approfondito quanto è necessario. Non mi tiro mai indietro. Ma lei era rimasta colpita da quella frase perché con facilità “x” autori rimandano a modelli valutativi che possono essere reinterpretati alla luce dei modelli comunicativi interiori con cui ci si sente più a proprio agio. Capita, che un messaggio possa essere interpretato da chi lo riceve secondo il suo vocabolario, e senza un vocabolario condiviso, il messaggio può non arrivare nel modo giusto. Se mi segui, sai che io il vocabolario lo creo su misura, perciò ho risolto questo problema andando all’origine.
La comunicazione è un’arte dell’essere: ti rende persona nel mondo. Più ti esprime, più ti aiuta a vivere bene
Comunicare bene cose spiacevoli è possibile. Ti parlo di come faccio io, a fare in modo che questo possa essere tradotto nella realtà di vita. Spesso ho avuto clienti che aveva seguito altri percorsi, anche, con personale soddisfazione, i quali, però, avevano prodotto nuove tensioni, o nuovi conflitti, o li avevano allontanati dall’obiettivo che si prefiggevano, e li avevano spinti in altre direzioni. Un “dirsi le cose” e “tirare fuori tutto” che si trasformava in nuovi conflitti e nuove tensioni. Io lavoro in modo diverso.
Primo, devi sempre tenere presente che se provi una cosa, quella per te esiste ed è vera. Nessuna parola che venga dall’esterno potrà modificare quella che per te è la realtà. Solo tu. Secondo, che quando dici cose negative, o ti comporti in modo sbagliato, produci effetti altrettanto negativi e sbagliati. Terzo, che nessun sentimento resiste eternamente alla sofferenza. Se produci sofferenza in chi ami (e viceversa), più il tempo passa, più l’amore (o qualunque altro tipo di atteggiamento interiore, rispetto professionale, amicizia, fiducia etc. etc.) s’indebolirà. Quarto: se davvero vuoi cambiare la tua vita, devi capire quali sono le tue motivazioni oggi, ed usarle per evolverti. Il quinto punto è variabile, è legato strettamente alla natura originaria ed alle diverse modalità comunicative. Mi pare strano che possano avere consigliato un “tirare fuori tutto” come sfogo liberatorio della coscienza, ma non impossibile.
Accadde anche ad un mio carissimo cliente, che lavorava con me, mentre la moglie con un altro professionista. Quando andavano da quel professionista, si dicevano cose sgradevoli. Usciti da lì, la situazione per lei peggiorava. Non per il mio cliente, che, grazie al suo percorso, aveva invece imparato molto, sul comunicare bene.
Una comunicazione efficace è quella che raggiunge l’obiettivo. E quella che raggiunge l’obiettivo è la comunicazione capace di esprimerti al 100%
Sono principi base: quello che dici rimanda a quello che provi. Non puoi davvero trasformare la tua comunicazione se prima non evolvi il tuo sentire interiore. Va compreso, fatto decantare, reso libero dagli aspetti negativi, per poter essere davvero comunicato. Chi lavora con me non “tira fuori tutto” e non viene spinto da nessuna parte: chi lavora con me sceglie consapevolmente di trovare il modo giusto per comunicare il suo essere e il suo sentire. Parte dal comprendere se stesso e le sue motivazioni, in modo profondo. “Profondo”, in comunicare per essere, vuol dire in equilibrio con la tua natura, in sintonia.
Grazie a questo lavoro attivo, tramite la grafologia evolutiva, la scrittura evolutiva® che allena il pensiero profondo e ti permette velocemente di creare nuovi modelli di pensiero e di comunicazione, in armonia con il tuo essere di oggi, quando comunichi, “tiri fuori tutto”, sei padrone di te stesso, delle tue emozioni, delle tue parole. Comunichi per costruire. È questo che emerge, il tuo stato interiore. Perciò crei bene in te stesso. Crei bene negli altri.
Comunicare bene è essenziale, se vuoi fare scelte giuste, appropriate per te. È solo così che puoi capire se la persona che hai di fronte è disposta, oppure no, a parlare la stessa lingua, a condividere lo stesso vocabolario. È una scelta fatta di libertà e coraggio. Così lavoro, per costruire. Nel rispetto completo della persona e della sua natura originaria. Io non spingo, come un vento che soffi nelle vele, insegno alle persone a guidare la barca della propria vita. Per questo, il punto “cinque”, cioè le strategie comunicative su misura, non può essere generalizzato.
Perchè il “tirare fuori” senza la giusta visione e la giusta prospettiva ti porta fuori strada
Una persona che abbia una natura capace di controllo ed ascolto potrò comunicare usando approcci molto diversi rispetto ad una che prediliga l’affermazione di sé e la liberazione delle proprie istanze. Ma, in qualunque modo tu possa essere fatto, qualunque sia la tua personalità comunicativa, se scegli di “comunicare bene” lo farai rispettando le tue istanze, la tua natura, ma anche gli altri. Perché non può esserci comunicazione evolutiva senza pieno rispetto. Il “tirare fuori tutto” per sfogarsi non è comunicare, è sfogarsi. Per scaricare la coscienza, non è per risolvere, è per alleggerirsi. Se c’è qualcosa che devi “tirare fuori”, devi tirarlo fuori a te stesso, e poi, solo allora, potrai comunicarlo, quando avrai risolto, per decisione consapevole, in te e per te, quello che c’è da risolvere. Se tiri fuori quello che hai dentro e non sai guidarlo ed orientarlo bene, non solo non risolvi. Più spesso, peggiori. L’altro, reagisce. Contrattacca. Un “tirare fuori” ne richiama un altro, e passo dopo passo, la distanza aumenta.
C’era una coppia di belle persone con cui lavoravo, che avevano, entrambe, una modalità comunicativa piuttosto in attacco. Lui una volta mi disse: “dottoressa, quando siamo qui da lei siamo molto più bravi a comunicare che non a casa. Però, anche a casa, non mi dimentico mai che voglio costruire e risolvere. E da un bel po’ quelle parole sgradevoli, che prima dicevo per sfogarmi, non solo non le dico, ma neanche le penso. E quelle che dico oggi, funzionano meglio, ed è così anche per lei. È bellissimo avere imparato a comunicare”. Si amavano, ma l’amore era finito sepolto sotto un sacco di sofferenza. Vale per ogni tipo di relazione
Tirare fuori con i figli: perchè scaricare le tue tensioni sugli altri non è mai una buona strategia
Ad esempio, il “tirare fuori” è una sorta di strategia che giustificano molto anche i genitori. Tanto da fare, tante preoccupazioni, si perde la pazienza. Che male farà? Fa male, molto male. Te lo dico perché lo so, lavoro con i figli. I quali portano, a volte, indelebili dentro di sé proprio i segni di quelle parole. Se sei la persona più adulta, nella relazione, è tuo dovere fare del tuo meglio per comunicare bene.
Naturalmente, questo approccio comunicativo che esprimo qua, adesso, nel podcast, in cui semplifico molto, per necessità di tempo e spazio, è solo un piccolo riflesso di quello che uso nella mia attività di counselcoach, in cui non semplifico, approfondisco. In cui non esprimo il mio parere, non do consigli, seguo le informazioni, traccio strade, alleno i miei clienti e grazie ai loro successi, alla loro evoluzione, arriviamo dove vogliono arrivare.
Comunica bene: evolvi te stesso, evolvi la tua vita. Trovi la tua strada
Un’ultima cosa che voglio dirti è che il messaggio arriva soltanto quando la persona è pronta per accoglierlo. Comunicare bene non vuol dire comunicare perché l’altro possa soddisfare le tue aspettative. Vuol dire comunicare perché tu possa essere all’altezza delle tue aspettative, il miglior essere possibile. Così mostri rispetto e amore al tuo interlocutore. Il quale può avere in sé le risorse per seguire la tua evoluzione, oppure no. L’evoluzione, nella vita, è un percorso solitario. Tu evolvi te stesso, così evolvi la tua vita. Così potrai trasformare la vita di chi entra in contatto con te, portare buona comunicazione, e valore, e bene. Ma nessuno può agire per trasformare da dentro la vita di un altro. Perciò, quando ricevo questi messaggi, così accorati, e leggo quello che mi scrivete, comprendo bene la necessità di trovare risposte. Rispondo sempre, ma mai con consigli generici. Non amo dare consigli generici, a nessuno, perché ogni vita è unica, e ogni strategia è su misura. Lo sfogo, infatti, è fine a se stesso. Torniamo al vocabolario: “sfogarsi, di un sentimento o di un istinto a lungo repressi, manifestarsi liberamente, prorompere in forme esteriori: il risentimento popolare sfogò in atti di violenza”.
Comunicare per alleggerire, consapevolmente, e per orientare, sì, sempre. Comunicare per sfogare, se proprio ti fa stare bene, valuta tu. Quanto dura lo stare bene? E che effetto produce sugli altri? Risolve il problema e produce trasformazione evolutiva? Puoi sempre trovare un modo per gestire ed orientare le tue energie, per guidare la tua vita. Cerca quello, non accontentarti di meno. Ogni messaggio che ricevo è anche un segnale di speranza: vuol dire che stai cercando una strada più giusta. La speranza è nelle tue mani. Con questo è tutto, per questa puntata. Se vuoi conoscere il mio metodo, sai che puoi leggere molto sul blog, che nella pagina contatti trovi tutti i miei recapiti. Che puoi chiedere, ti risponderò. Più una scelta è consapevole, più è giusta. E ricorda che la consapevolezza è anche la capacità di seguire le tue percezioni più profonde. Cuore e ragione lavorano meglio, assieme. Seguimi sul mio canale Youtube, su Facebook, iscriviti al podcast dal mio blog, se già non lo hai fatto, lascia un commento, fammi sapere cosa ne pensi. E grazie per essere stato con me, ti aspetto alla prossima puntata.