Una volta c’era l’infanzia, la gioventù, le prime esperienze, le prime scoperte. Si diventava grandi pian piano, e si poteva anche scegliere, cosa conoscere prima e cosa conoscere dopo. Oggi c’è una realtà cruda, spesso depravata, ragazzi con famiglie alle spalle che non distinguono più il bene dal male. Adulti sempre meno presenti. Questa puntata è dedicata a tutti quegli adulti che fanno finta di non vedere. A quelli che giudicano le nuove generazioni senza capire che sono come sono perché troppi guardano dall’altra parte. E’ dedicata a chi vuole sapere, a chi nega, a chi già lo sa, e si sente solo e impotente. Non sei solo. Tanti sono come te, pronti a fare qualcosa. Parliamone. Senza valori si perde la strada, e anche la propria umanità. Le storie che ti racconto, sono, purtroppo, tutte vere. Alcune potrebbero forse scandalizzarti. Ma più delle storie, a colpirti, dovrebbe essere l’assenza degli adulti, dalle famiglie alle istituzioni. E tu, da che parte stai?
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Comunicare per essere®”, podcast dedicato all’evoluzione personale. Del tuo essere, della tua conoscenza, della tua coscienza, del tuo spirito, della tua vita. Benvenuti all’ascolto ai nuovi amici, e ben ritrovati agli ascoltatori affezionati.
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Senza valori si perde la strada (perché i ragazzi di oggi non hanno morale)
Se mi segui da tempo, sai che, a volte, parlo con te come si fa con un amico al quale si raccontano le cose che ci hanno colpito, quelle che ti restano in testa, e che richiamano il tuo cuore, la tua anima, la tua coscienza.
Conosco il mondo dei giovani da una prospettiva unica, quella di una persona cui danno la loro fiducia. E’ un bene prezioso e delicato. Ancora di più, posso aiutarli. Giovani… il termine giovane oggi ha una connotazione cronologica molto ampia, arrivano a trent’anni ed oltre. Ma in questo caso parlo di giovani giovani, bambini e adolescenti. Senza valori, si perde la strada, si perde la testa, e anche tutto quello che di bello la vita può regalare. I valori sono importanti, sono ancore che mantengono a terra, luci che illuminano la strada per non farti smarrire.
Morale: “il presupposto spirituale del comportamento dell’uomo, in rapporto con la scelta e il criterio di giudizio nei confronti dei due concetti antitetici di ‘bene’ e di ‘male’.
Capacità di scegliere e operare, assumendosene in coscienza la responsabilità, in accordo con principî ritenuti di valore universale o contro di essi; senso m., la capacità di distinguere ciò che è bene da ciò che è male, ritenuta presente in misura maggiore o minore in ogni uomo, innata oppure acquisita con l’educazione e l’esperienza; coscienza m., consapevolezza del valore morale del proprio agire, anche come principio dell’operare; persona m., l’uomo in quanto capace di discernere e di operare bene o male”.
Adolescenti persi, senza punti di riferimento: come aiutarli?
Ti racconto delle storie. Classe di seconda media. Dodicenni. Gita scolastica. Si organizzano sulla distribuzione dei posti letto. Tre ragazze per stanza. Una informa le altre che è intenzionata a far entrare in camera cinque ragazzi di un’altra sezione, perché c’è un ragazzo che le piace, e se li invita tutti, ci sarà anche lui. Solo una non è d’accordo. Sarà prima vittima di aggressioni verbali da parte delle amiche, e dovrà poi subire comunque la presenza dei ragazzi in camera, con tanto di liquori nascosti e tentativi di foto delle sue compagne in reggiseno da postare sulle storie Instagram. Lei, alla fine, si è chiusa nel bagno. Le foto le hanno postate, con tanto di bottiglia di vodka. La giovane ragazza dodicenne me le ha fatte vedere, sul letto, seminude, i ragazzi ridono, le frasi scritte sulle foto non sono eleganti. Tutte piene di like da parte di altri adolescenti. Adulti, genitori, insegnanti? Assenti. Ha deciso che il prossimo anno non andrà in gita.
Altra storia. Pomeriggio di un sabato qualunque, inizio primavera. Centro storico cittadino, i ragazzi passeggiano sulle mura. Sulle mura passeggiano anche gli spacciatori, gli ubriachi, personaggi loschi di varia provenienza. Mura, parco, ogni città ha i suoi luoghi. Una ragazzina di tredici anni con il ragazzo di quattordici cercano un posto per appartarsi. E lo trovano vicino ad un coppia di loro coetanei. che alle cinque del pomeriggio, in bella vista, si dedica ad attività sessuale orale. Una tredicenne in ginocchio che soddisfa un quattordicenne. Nei social, ecco le battute, a favore del grande maschio, e, stupore, anche lei, la ragazza, si aggrega, non importa se le battute non sono né carine, né lusinghiere. Non posso dirti con quale aggettivo lui si descrive. E’ di una volgarità che allibisce. Non te la posso nemmeno parafrasare, tanto è triste, moralmente parlando.
Qualche adulto che osserva a distanza, magari i genitori della ragazza che si accorgono delle non edificanti battute e cercano di spiegarle cosa significhi difendere la propria dignità e cosa dovrebbe fare un uomo, vero, per proteggere la dignità della persona che ama? No, nessuno all’orizzonte.
Altro giro. Chat social. Due compagni di classe. Lui dice a lei: “Ti ho visto prima” (prima, cioè in pieno pomeriggio), “ma quanto hai bevuto?”. Lei risponde: “Quasi andavo in coma etilico”. Emoticons tutti da ridere. Prosegue: “E poi a cena ho bevuto ancora”.
Ora, questa ragazza ha una famiglia. Torna a casa. Poiché si ubriaca tutti i fine settimana, le ipotesi sono: o vive da sola, e quindi, quando torna a casa, nessuno la vede. O i genitori sono ciechi. Dove sono? Come fanno a non vedere? Di questi esempi, potrei fartene a decine e decine. In coma etilico ai pigiama party. Quattordicenni che si ubriacano in pieno giorno, tredicenni che possono uscire fino alle due, alle tre di notte e andare in locali in cui vengono loro serviti superalcolici (tutto testimoniato sui social). E ancora, a dieci anni, si guardano youporn sulla smart tv di casa. Peccato che, a ventuno, fenomeno ormai sempre più frequente, non riescono ad avere una vita sessuale normale, completamente deviati da quello che hanno visto per anni, senza limiti, senza protezioni, senza adulti a spiegare, a vietare, anche. Perché il divieto insegna a capire i limiti.
Rivenditori compiacenti di tabacco che vendono senza chiedere i documenti, ragazzi che comprano erba dai magrebini, ragazzi e ragazze di tutte le età che postano foto sempre più nude e sempre più esplicite, come se fossero escort. Bestemmie e parolacce ovunque, anche a scuola. Dileggio social di compagni di classe sui compagni di classe, insegnanti messi alla berlina. Genitori, A.A.A. cercasi.
Potrei continuare a lungo, ma, forse per l’ora tarda (mentre sto registrando), se continuassi, un po’ mi deprimerei.
I valori aiutano a diventare persone di valore
La morale non è una parola vuota, e non è neanche una parola vecchia. La morale è piena di valore e di valori. Distinguere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato, è ciò che rende l’uomo umano. Altrimenti, resta la bestia. E la bestia, nasce bestia, quindi, non ha scelta. Ma l’uomo, nasce uomo. Perché l’essere umano diventi essere umano, però, servono altri esseri umani. Dove sono? Se ascoltate con attenzione degli adolescenti di oggi che parlano tra loro, anche di sedici, diciasette anni, tanti sembrano molto più immaturi, pieni di idee irrealistiche, abbagliati dal mondo delle immagini e dei social, dal mito del nulla che diventa tutto, dalla corsa al like da contare ogni ora. E non sanno che i mi piace si comprano, che le immagini spesso sono false, e che la vita vera, è tutta un’altra cosa.
La vita vera richiede valori, e impegno, e rispetto, e amore, verso se stessi e verso gli altri. E dove si svilisce il proprio essere, l’amore verso se stessi piano piano scema, e poi, negli anni, arrivano la delusione, arriva il dolore, e si diventa sempre più duri. Certo, questo è un possibile futuro. Ma ce ne possono essere altri. Il futuro è fluido, lo decide il presente. I ragazzi di oggi stentano a comprendere i valori morali perché i valori morali sono nascosti, e, in prima pagina, c’è il peggio dell’uomo. Gli uomini di cattiva volontà, per rifarmi ad un podcast recente, urlano e strepitano, e quelli di buona volontà restano invisibili. Eppure, ce ne sono tanti. Tanti genitori in pena per i propri figli, tanti che vogliono aiutarli, tanti insegnanti che cercano di fare tutto ciò che possono perché un ragazzo non si perda. Tante persone che si impegnano per parlare, spiegare, aiutare, anche le istituzioni. Non le “Istituzioni” con la I maiuscola, in senso generale, perché le Istituzioni, con la I maiuscola, sono brave a fare proclami, che poi restano parole perse nel vuoto. Parlo delle persone che fanno parte delle istituzioni, i singoli, esperti, studiosi, forze dell’ordine, incontrano i giovani, vanno nelle scuole, spiegano i rischi, cercano di spiegare loro quanto è bello vivere la gioventù come dei giovani, sereni, senza pensieri osceni, senza cedere alle lusinghe facili. Non sono gocce nel mare. Queste persone, tutte insieme, sono il mare.
Per cambiare, bisogna agire: la responsabilità dei modelli è degli adulti
Io ne incontro tante. Per questo, mi piacerebbe che la voce di queste tante persone di buona volontà si facesse sentire, forte, ovunque. Ti dico, vi dico, non arrendetevi, non rinunciate. Parlate, abbiate fiducia negli altri, intorno a voi ci sono tanti come voi, basta cercare. Non è giusto che queste generazioni non possono conoscere la loro bellezza, e siano trascinate via da questa deriva che è una conseguenza di quello che hanno fatto le generazioni che li hanno preceduti. Perciò, siamo tutti un po’ responsabili. Ogni tanto, ricordiamocelo. Invece di giudicare, cerchiamo di agire per cambiare le cose. Tu lo farai lì dove sei, io qui, dove sono. Se si illumina la strada, sarà più difficile perdere la direzione giusta.
Per tirarmi su, ti leggo un messaggio, scelto tra quelli che mi inviate.
Da iTunes, Giuanji: “Che dire se non che è deliziosa? Davvero soddisfatto, Annarosa è molto gentile e disponibile. Il podcast semplicemente fantastico ma consiglio a tutti il profilo grafologico. Io l’ho regalato alla mia fidanzata ed è stato molto molto carino. Grazie”. Grazie a te, carissimo. E’ una scrittura che racchiude un mondo bellissimo, delicato e insieme forte. Rara, da trovare. Spero che possa sempre più far emergere la sua natura più vera.
Ti aspetto sulla mia pagina Instagram, per conoscere i tuoi commenti e le tue riflessioni, e ricordati che puoi seguire il mio podcast su tutte le app più diffuse per ascoltare radio e podcast, iTunes, Spotify, Spreaker, scegli quella che preferisci, abbonati e potrai ascoltarlo quando vuoi.
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Ti saluto con un aforisma sulla trasformazione, di Daisaku Ikeda
«La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità».
Il brano che ti dedico si intitola “Light”. Un titolo semplice, e un grande messaggio. Chi illumina la via degli altri, illumina anche la propria
Grazie per essere stato con me, alla prossima puntata.