Il tema della puntata è riconoscere e mettere in pratica la vera felicità. La vera felicità la riconosciamo perché ci dà una sensazione di equilibrio. La sentiamo dentro di noi, la vediamo negli altri. Metterla in pratica richiede il coraggio di essere noi stessi, di riconoscere e potenziare il nostro equilibrio, con tutte le responsabilitàe le verità che questo porta con sé. Non è possibile essere felici se non siamo noi. Non è possibile creare felicità se non riusciamo a fondare il nostro equilibrio.
(Scorrendo puoi leggere la trascrizione dell’audio)
Riconoscere e mettere in pratica la vera felicità
La persona in equilibrio sta bene. Riesce a creare cose buone intorno a sé. Buone e belle. Belle in senso profondo, affettivo, morale, di sapere e conoscenza. Tutti noi riconosciamo l’equilibrio, quando lo vediamo, perché l’equilibrio crea onde che producono effetti. E così il disequilibrio e l’infelicità. Se un disequilibrio incontra un altro disequilibrio, può pensare che sia una felicità, ma non lo è. E lo si vede dagli effetti che produce.
Di esempi ne potremmo fare a milioni: avere cura del proprio corpo è un bene. Una persona che soffre di vigoressia penserà che quel tipo di cura sia giusta, sia un equilibrio, una felicità. Ma non lo è, è un disequilibrio. Una giusta alimentazione fa bene, persone che hanno un rapporto sbagliato con il cibo si danno tante motivazioni, alcune vivono la loro vita con soddisfazione, ma non è un equilibrio.
L’equilibrio richiede giusta misura. Questo vale per tutto, scelte di vita, lavoro, rapporti affettivi. La felicità vera si riconosce. Si basa su una consapevolezza capace di renderci così forti da affrontare e superare le difficoltà. Certo, la consapevolezza profonda ha un suo peso. La parola “peso” a volte spaventa, ma dipende molto, questo peso, da dove lo collochiamo. Se pensiamo ad un peso come qualcosa sopra le spalle, tutto può apparire più faticoso. Magari da evitare, come spesso le persone fanno. Fanno finta che una cosa vada loro bene anche se non è del tutto così. Eppure, questo allontanarsi dalla felicità vera non porta felicità vera.
La vera felicità è alla base dell’evoluzione personale
A me piace pensare alla consapevolezza profonda come ad una base. Un peso che metto sotto i piedi, una base solida su cui posso salire e costruire. Più la mia base è pesante, è solida, più grande sarà il mio equilibrio, più grandi le cose che potrò realizzare.
Quindi, mettere in pratica la felicità significa fondare il nostro equilibrio.Dargli fondamenta solide. Senza avere la pretesa, o l’illusione, per questo motivo, di non dover affrontare la vita per ciò che è.
Anche se riusciamo a raggiungere il nostro miglior equilibrio, restiamo esseri umani, con le nostre emozioni, i nostri lati deboli e quelli forti. L’equilibrio ci consente di avere il giusto distacco, inteso proprio come forza e stabilità, non come indifferenza. Anzi, il vero distacco ci permette di essere vicini agli altri, di usare le nostre emozioni per creare relazioni buone e belle. Buone e belle, come valore verso il quale tendere. Non perfette. Vere.
Per raggiungere questa felicità dobbiamo rispettare la nostra natura originaria. E qua entra in ballo la grafologia evolutiva® .
La felicità richiama felicità
La vera felicità richiede la massima espressione della nostra natura autentica nella miglior prospettiva evolutiva che riusciamo a realizzare. E siccome si parla di evoluzione, non è statica, è in continuo divenire, potremo sempre migliorarla.
Vi parlo di Ettore. Ettore è un uomo vivace, dotato di grande umanità, vivacità, un professionista. Un po’ decisionista, a volte. A volte pungente, può apparire pieno di sé. A volte lo è. Un tempo lo era. Così se cercava di essere diverso non era felice, se era se stesso non era felice, perché non aveva ancora trovato il suo giusto equilibrio.
Quando ha trovato il suo equilibrio ha potuto essere se stesso e felice, perché è riuscito ad imparare a comunicare nel modo più armonico con la sua natura, come a comunicare in modo più armonico la sua natura. Non ha più cercato di essere diverso, solo, migliore.
La felicità richiama felicità. E se impariamo a comunicare per essere, richiameremo anche le persone più in sintonia con noi.
La grafologia evolutiva® ci aiuta ad essere noi
Non siamo tutti uguali. Chi ama ballare il tango, chi la salsa, chi il ballo moderno, chi la danza classica, chi non ama ballare per niente. Pensare che tutti debbano o possano ballare lo stesso ballo è un grave errore. Fare in modo che ognuno possa capire qual è il ballo in cui sarà unico e speciale, è il modo migliore per creare le armonie più straordinarie.
E’ nostra responsabilità capire quale sia la nostra strada. La grafologia evolutiva ci aiuta a capirlo in modo chiaro e profondo. Se non lo comprendiamo, come potremmo realizzarlo? E a volte c’è chi scopre di aver danzato sempre sulle punte mentre il suo vero talento era quello di roteare sul ghiaccio.
E’ molto più faticoso non essere noi stessi al cento per cento che esserlo. Perché è molto più faticoso affrontare la vita senza essere autenticamente felici e in equilibrio piuttosto che avendo riconosciuto e realizzato il nostro equilibrio e la nostra felicità.
Grazie per tutti i messaggi con i quali mi aggiornate sui vostri progressi.
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Aforisma della puntata: “Abbi cara la tua visione e i tuoi sogni poiché sono i figli della tua anima; impronte indelebili del tuo successo finale” Napoleon Hill