Attento al potere dei tuoi pensieri (anche tu prigioniero dell’effetto Pigmalione)

I tuoi convincimenti producono effetti sulla realtà e sulle persone delle tua vita, anche se non te ne accorgi. Si chiama “Effetto Pigmalione” e crea la “profezia che si auto-avvera”. Visioni positive producono effetti positivi, visioni negative, purtroppo, producono effetti negativi. Più diventi prigioniero della profezia, più si allontana la possibilità di cambiare le cose. Parole, comportamenti, gesti, pensieri, giorno dopo giorno possono aiutarti a creare la realtà che desideri oppure diventare nemici invisibili che fanno avverare le tue paure. Allora, anche se la realtà è difficile, conviene sempre sperare nel bene. Se non ti piace la profezia, cambiala in meglio: cambiarla dipende da te.
Podcast – grafologia, comunicazione, scrittura evolutiva e attivazione del pensiero profondo per la crescita personale, analisi grafologica, life coaching, counseling on line, comunicazione interpersonale, effetto Pigmalion.
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Attento al potere dei tuoi pensieri (anche tu prigioniero dell’effetto Pigmalione)

Robert Rosenthal, professore di Psicologia sociale all’Università di Harvard, nel 1965 realizzò un esperimento sul campo, destinato a rimanere nella storia della Psicologia. Prese due gruppi di studenti, con capacità e competenze pressochè equivalenti, e li divise in due gruppi. Poi prospettò agli insegnanti che li avrebbero avuti come studenti che uno dei due gruppi era formato da ragazzi particolarmente dotati, molto promettenti. Non era vero. Eppure, l’influenza di questa informazione fu tale, da produrre un reale e concreto miglioramento in tutti gli studenti di quel gruppo, miglioramento che invece non si verificò nel gruppo di controllo.
Il convincimento degli insegnanti li portò ad adottare tutta una serie di strategie, consapevoli e inconsapevoli, che favorirono il miglioramento degli studenti. L’effetto Pigmalione funziona in modo positivo, ma anche negativo: se le tue paure prendono il sopravvento, i tuoi pensieri negativi finiranno per creare proprio la realtà che vorresti evitare.

Come i tuoi pensieri influenzano le tue relazioni

Le aspettative che nutri nei confronti di una persona possono influenzarla, così tanto da produrre cambiamenti anche nei suoi comportamenti, sino all’ “avverarsi della profezia”: l’idea che ti fai delle capacità di una persona, del suo carattere, del suo modo di essere, talvolta è decisivo per il futuro della relazione. Se si parla di persone giovani, anche per il futuro della persona stessa.
Secondo gli esperti, le persone che hanno aspettative positive nei confronti dei loro partners, figli, allievi, clienti (o chiunque sia):
– creano un clima emotivo e relazionale più caldo e positivo;
– danno maggiore feedback, in senso positivo, rispetto al valore che percepiscono (di un comportamento, di una scelta, di un risultato);
– sono più portate a comprendere, a spiegare, a credere che ci saranno buoni risultati;
– sono più disponibili ad ascoltare e a rispondere (un aspetto fondamentale in ogni relazione).

L’effetto Pigmalione deve la sua fama alle “Metamorfosi” di Ovidio, in cui si raccontava come lo scultore Pigmalione avesse modellato una figura di donna cui aveva dato il nome di Galatea e di cui si era poi innamorato perdutamente. Alla fine, Afrodite, dea dell’amore, mossa a compassione per il povero Pigmalione, dette vita alla sua Galatea. Il senso profondo di questa favola, che deriva da un’antica leggenda greca, è che Pigmalione aveva un determinato concetto della “donna ideale” e proprio in base a questa sua idea aveva creato la statua. E proprio questo è “l’effetto Pigmalione”: ad esempio, parlando del rapporto tra insegnanti e studenti, questo fenomeno fa capire come, quando un insegnante si fa un’idea di uno studente, lo “plasmi” in base ad essa, ovvero i suoi comportamenti, in qualche modo, producono degli effetti che inducono lo studente ad adattarsi all’idea che l’insegnante ha di loro. E questo, soprattutto quando i giudizi che ti fai di un’altra persona sono negativi, non è un bene, perché rendono più difficile a te vedere le cose positive, ed all’altra persona credere di poter cambiare le cose.

Sei anche tu prigioniero dell’effetto Pigmalione (se non lo sai)

In senso lato, significa che ogni qualvolta in cui ti fai un’idea su una persona o una relazione, il tuo convincimento produce degli effetti. Anche quando non ne sei consapevole.
Perciò è bene sapere che siamo tutti prigionieri dell’effetto Pigmalione, le nostre attese producono effetti nei confronti di coloro con i quali ci relazioniamo, e le attese di coloro con i quali ci relazioniamo producono effetti nei nostri confronti. E questa è una delle più comuni cause di sofferenza e di incomprensioni nelle relazioni.
A volte, incontro genitori che mi chiedono di suggerirgli qualche tecnica per non discutere con i figli. Ma dire ad un figlio che non siete arrabbiati, mentre dentro la rabbia sale, non produrrà mai un messaggio capace di creare vero dialogo. Allo stesso modo, dire ad un partner che siete d’accordo con le sue scelte, mentre pensate che abbia sbagliato, difficilmente creerà le basi per un sano confronto e una positiva crescita della relazione.
Creare buone relazioni significa riuscire a vedere l’altro perciò che autenticamente è. È questo anche l’unico modo per far crescere una relazione, perché si basa sulla realtà e non sull’illusione.

La comunicazione è più efficace quando c’è coerenza tra linguaggi verbali e non verbali

Il messaggio che funziona è quello autentico, sincero, in cui c’è piena concordanza tra i messaggi verbali e non verbali. Prima, perciò, devi lavorare sul tuo stato emozionale, sulla tua consapevolezza, così la comunicazione giusta troverà la strada per emergere. Più chiara è la tua visione, più sicura la strada.
Una volta, mi trovai a lavorare con un uomo, che chiamerò Anselmo, di circa sessant’anni, che voleva migliorare le relazioni con i colleghi di lavoro e anche con la moglie. Iniziò a riflettere sul suo modo di essere e di comunicare come non aveva mai fatto prima. Dal suo punto di vista, non aveva problemi. Aveva due figli e con il maschio non era mai andato d’accordo. Non capiva perché, eppure, lo aveva sempre sostenuto. Data per scontato che dipendesse “semplicemente” dal fatto che erano diversi.
Invece, approfondendo la sua consapevolezza, si rese conto che aveva sempre criticato, con le sue parole, ciò che il figlio era. Esprimendo costantemente il suo giudizio, rispetto ad un figlio che non comprendeva, perché non corrispondeva all’idea di figlio che aveva dento di sè: un maschio non può essere debole, non deve essere troppo sensibile, deve essere più “maschio”. Durante le scuole medie il figlio diede un segnale forte, salendo sul tetto della scuola e minacciando il suicidio. Un gesto, secondo il padre, che non avrebbe mai portato a compimento, e che lui, quindi, non aveva mai seriamente considerato. Soprattutto, non lo aveva mai considerato come un messaggio rivolto anche a lui.
In realtà, non avevano mai affrontato davvero le loro incomprensioni. Appena maggiorenne il figlio aveva lasciato casa e si sentivano a malapena per le feste. Solo lavorando sulle sue dinamiche interiori Anselmo capì che forse era giunto il momento di parlare con il figlio con la voce del cuore, e non con quella dei suoi pregiudizi.
La cosa bella è che si può sempre cambiare in meglio, se lo si vuole davvero.

L’amore ha bisogno delle parole giuste

Anselmo non aveva mai collegato la sua visione del figlio, e le sue parole, con l’atteggiamento che il figlio aveva nei suoi confronti. Nè aveva mai compreso pienamente la sua sofferenza, vedeva solo quelli che lui pensava essere dei difetti da correggere. Così l’effetto Pigmalione, immancabilmente, aveva prodotto la profezia che si ha auto-avvera. Lo comprese da solo, pian piano, lavorando sulle sue relazioni, sul suo stile comunicazionale, sull’empatia, sulla comprensione. A 63 anni scrisse una lettera al figlio, in cui riuscì a spiegargli, con parole nuove, quello che davvero provava e quello che veramente aveva sempre cercato di dirgli, senza riuscirci. Che lo amava, ma non aveva mai saputo dimostrarglielo nel modo giusto. E tante altre cose.
Parole vere. Sono passati molti anni, e finalmente, hanno iniziato a costruire quel rapporto padre figlio che non avevano mai avuto. Questa è una dinamica che incontro frequentemente, in ogni tipo di relazione interpersonale, tra partners, genitori e figli, ma anche tra colleghi di lavoro o tra superiori dipendenti e viceversa. E diventarne consapevoli può davvero migliorare la nostra vita e le nostre relazioni.
Perciò, riflettici un po’ su, sulle parole che usiamo, sugli atteggiamenti che abbiamo, quando qualche relazione non funziona, perché dipende anche da noi, e possiamo fare molto per cambiare.
Aforismi sulla relazioni e la fiducia:
“La tendenza a giudicare gli altri è la più grande barriera alla comunicazione e alla comprensione” (Carl Rogers)
“Il dubbio o la fiducia che hai nel prossimo sono strettamente connessi con i dubbi e la fiducia che hai in te stesso” (Kahil Gibran)

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