Il perdono è una scelta, ma perdonare non è sinonimo di giustificare, dimenticare o riconciliarsi. Anzi, se hai bisogno di perdonare qualcuno per qualcosa, forse è perché hai voluto credere a tutti i costi, ti sei auto-ingannato e la realtà disvelata ti ha colto di sorpresa. La speranza è una grandissima forza motrice, purché sia una speranza concreta e coraggiosamente veritiera. Il modo migliore di perdonare è non avere bisogno perdonare, perché se comprendi una situazione, una persona, veramente, sei già andato oltre. Un perdono importante e necessario però c’è, è quello nei confronti di te stesso: spesso, le persone buone si sentono in colpa anche quando sono vittime. E anche se perdonano, si sentono cattive, perché hanno dovuto perdonare. Il senso di colpa è un vero mito da sfatare: la colpa non serve a nulla, occorrono invece forza, coraggio, volontà e piena consapevolezza. Se vuoi sapere come si applica alla vita quotidiana, e perché è importante, ascolta la puntata.
(Scorrendo puoi leggere la trascrizione dell’audio)
Il perdono e il senso di colpa: un mito da sfatare
Qualche giorno fa ho ricevuto un messaggio bellissimo, da parte di un ascoltatore del podcast che mi ha raccontato quanto, nella sua vita, si impegni per essere una brava persona e fare del bene, quanto creda in questa visione, e come sia difficile mantenerla, quando le cose ti sovrastano. Lo chiamerò Victor. Victor mi ha anche scritto che lui ha una fisicità tale per cui le persone spesso lo giudicano senza conoscerlo, e si aspetterebbero un indole diversa. Luoghi comuni e stereotipi, ci circondano, ne siamo bombardati, e sì, ci condizionano. Per questo anche se tu che mi ascolti fossi un accanito sostenitore della prima impressione, sappi che è meglio usare anche la seconda e la terza, così avrai le idee più chiare.
La psicologia del perdono è stata oggetto di qualche riflessione, nei miei podcast, è una prospettiva importante, riuscire a cambiare il tuo atteggiamento interiore verso eventi, persone, che ti hanno fatto soffrire, in modo da far sì che non condizionino la tua vita. In questo senso, sono assolutamente favore al perdono. Inteso non in senso pietistico, del buono che accetta tutto e si prende il cattivo come è, ma in un senso molto più ampio: perdono come liberazione, come lasciar andare, tu resti buono e sai che il cattivo è cattivo. Lo perdoni, se vuoi, ma non per questo lo giustifichi o pensi di avere sbagliato tu. E se il perdono è una scelta, che puoi anche decidere di non fare, per quanto io fortemente te la consigli, l’auto-perdono non è una scelta, è una necessità. Per l’uno e l’altro ci sono delle premesse da fare, che ti chiariscono perché è così importante. Quando devi perdonare te stesso, o qualcun altro?
Quando, perchè, come perdonare
Quando qualcosa ti ha ferito, non è andata come avresti voluto, sei stato vittima di un gesto, di una situazione, ti hanno fatto del male, o tu hai fatto del male ad altri, e non ne sei felice. Si parla di un “fare del male” da vita quotidiana, non hai idea di quanti messaggi abbia ricevuto dopo la puntata sul “cattivo comune”, da parte di persone che si sono riconosciute, in chi, con il “cattivo comune” deve viverci. Ho usato l’espressione “comune”, infatti, non a caso. Padri, madri, figli, mogli, mariti, sorelle, fratelli, amici, colleghi o capi, ho conosciuto tanti cattivi comuni. Tutti con le loro giustificazioni e motivazioni. Valide e comprensibili, le motivazioni, ma non l’azione. Che tu soffra, o pensi di avere ragione, o voglia far valere un tuo diritto, non giustifica il fatto che ti comporti da cattivo. La comunicazione è la chiave di volta: puoi esprimere tutto ciò che sei, vuoi, puoi, nella tua vita, realizzarlo, ma in modo costruttivo, positivo, che crei valore. Se crea sofferenza, non funzionerà mai. Al massimo, funziona per il cattivo, ma neanche per lui. I cattivi comuni soffrono anche loro, te lo assicuro, sono dispiaciuti, hanno tante cose su cui riflettere e lavorare. Il senso di colpa è una conseguenza di quello che pensi essere un errore. Tu hai sbagliato, l’altro ha sbagliato, potevi fare meglio, potevi fare peggio. Questo modo di ragionare non ti sarà d’aiuto: se in un certo momento hai agito in modo sbagliato, vuol dire che in quel momento di meglio non potevi fare. Ma puoi farlo adesso, che ne sei consapevole. E quanto più cresce la tua consapevolezza, nei confronti di te stesso, della tua vita, degli altri, tanto più vedi le cose con chiarezza. Per questo il perdono non serve. Io conosco una persona da tanti anni, simpatica, buona, a suo modo, corretta, ma molto egoista e poco affettuosa. La vedo per ciò che è, la comprendo, e provo ad aiutarla a scoprire dimensioni più ampie, se vuole. Non mi aspetto che sia diversa. La figlia di questa persona, che chiamerò Luina, dopo anni e anni, ancora si arrabbiava, e sentiva il bisogno di perdonare perché era stata delusa. Il perdono è una conseguenza del fatto che lei continuava a vedere il padre come non è, quindi era ferita dai suoi comportamenti e sentiva il bisogno di perdonarlo. Eppure, il padre, quando era piccola, ha lasciato la madre per un’altra donna. Poi, ha lasciato la seconda compagna. Poi, non si è mai molto curato dei figli, quanto invece della sua azienda. Mentre Luina continuava a sperare che sarebbe venuto fuori il papà dell’anno. Per questo, ti dicevo nell’introduzione della puntata, la speranza è una grandissima forza motrice, purché sia una speranza concreta e coraggiosamente veritiera. Il modo migliore di perdonare è non avere bisogno perdonare, perché se comprendi una situazione, una persona, veramente, sei già andato oltre.
Luina ha un fratello, Luca, che la situazione riesce a vederla per ciò che è, infatti, non sente il bisogno di perdonare nessuno, ma, soprattutto, fa in modo di restare se stesso e portare avanti ciò in cui crede. E’ vicino alla sua famiglia, ma con il giusto distacco (al giusto distacco emotivo ho dedicato due puntate, che trovi in archivio, anche nel mio sito). Luina sentiva il bisogno di perdonare, e si sentiva in colpa perché doveva perdonare, ritenendo che avrebbe dovuto sapersi accontentare. Alla fine, meno di tutti, perdonava se stessa. Non aggrapparti al perdono e lasciar andare il senso di colpa è fondamentale perché tu possa essere davvero libero della tua vita. Ma per applicarlo alla vita quotidiana hai bisogno di forza, coraggio, volontà e piena consapevolezza. Che vuol dire conoscerti e riconoscerti, accettarti, spronarti.
Riconoscere la realtà vuol dire riconoscere la verità
Luina sognava un padre diverso, è un errore? No, ognuno ha il diritto di sognare ciò in cui spera. Luina ha sofferto perché l’uomo che ha avuto come padre ha sempre anteposto il suo bene a quello degli altri. Un padre te lo trovi già dato, mica lo scegli. Luina non doveva soffrire? Assolutamente no. Provare quello che provi – e vale anche per Luina – è un diritto sacrosanto. Se una persona ti fa soffrire, soffri. Ma quel momento, quella relazione, non sei tu, non è la tua vita. Tu sei quello che decidi di essere. Per questo, il senso di colpa non serve a nulla. Infatti Luina oggi ha una famiglia bellissima, e suo marito è un padre presente e affettuoso, ma non è riuscita a creare la sua vita, a disegnare il suo futuro, fino a che non ha imparato a mettere via il senso di colpa. Quindi, metti da parte le idee di perdono e del senso di colpa, e sostituiscile con una sana e consapevole realizzazione di te, della tua vita e della tua vocazione. Sii la migliore persona possibile, in modo da essere orgoglioso di te stesso, e non perché te lo dico io, perché è l’unico modo per essere davvero felice, anche se, nel corso della tua vita, ti potrà essere accaduto, e ti potrà accadere, di incontrare inoculatori di infelicità. Il modo migliore di perdonare è comprendere e aiutare, ma non certo fermarti o perdere di vista la tua vita. Il senso di colpa fa male alla salute. Ti consiglio una buona dose di senso di responsabilità e consapevolezza, funziona molto meglio. E se vuoi capire quali sono le risorse di cui disponi, magari attraverso l’analisi grafologica della tua scrittura, contattami. Ben volentieri ti parlerò degli strumenti che posso metterti a disposizione, per la tua evoluzione personale, e per la tua felicità. Pagina contatti, annarosapacini.com E sempre dal mio sito, puoi richiedere direttamente il tuo Profilo Grafologico Essenziale, un focus mirato suoi tuoi punti di forza. Mentre per non perdere nemmeno una puntata del podcast, cerca Comunicare per essere su Spreaker o l’app che preferisci, e iscriviti, se ancora non lo hai fatto, leggo sempre con piacere i vostri commenti, grazie. E come sempre, aforismi per riflettere e musica, per rilassarti. L’aforisma è uno, sul perdono, di Gandhi: “Solamente chi è forte è capace di perdonare. Il debole non sa né perdonare né punire”. Il brano che ho scelto per te s’intitola: “Believe in you”. Credere è la forza, ma per realizzare il mondo in cui credi, prima, devi credere in te. Ciao, grazie per essere stato con me, ti aspetto alla prossima puntata.