Cosa sono i tuoi punti forti? Sei tu. E i tuoi punti deboli? Sei tu. In realtà, non esistono punti deboli. Esistono caratteristiche che, opportunamente comprese e valorizzate, possono diventare massimamente positive per te, oppure no. Esisti tu, con la tua essenza, la tua natura originaria, tutto il tuo diritto ad essere te stesso al meglio e al massimo, per costruire la vita che ti meriti. Però non è detto che le persone che incontri lungo il tuo cammino la pensino allo stesso modo. Ognuno ha la propria scala di valori, le proprie personali classificazioni. E’ così che nasce l’idea di pregi e difetti, una caratteristica che è un pregio per qualcuno, è un difetto per qualcun’altro. Questo te la dice lunga sulla soggettività dell’interpretazione. Eppure, esistono caratteristiche oggettivamente valide e positive, che non dipendono dall’interpretazione, che restano valide e positive anche se qualcuno non la vede come te. Ma perché ciò avvenga tu per primo devi riconoscere i tuoi punti forti, o meglio, usare la conoscenza di te, per trasformare tutto ciò che vuoi in meglio. Altrimenti, proprio quelle stesse caratteristiche potrebbero diventare davvero dei punti deboli. E’ importante allora che decida chi sei, chi vuoi essere, e stabilisca le tue priorità. Con la consapevolezza che tutti, ma proprio tutti, abbiamo sempre qualcosa da imparare, e migliorare, anche i punti di forza.
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Se non conosci i tuoi punti forti, diventano deboli
Quando parlo con te di certi argomenti, ho in mente il mio lavoro, la mia esperienza, la mia grafologia, ovvero, non te ne parlo solo da un punto di vista teorico, ma faccio riferimento alla mia esperienza concreta, mia e delle tantissime persone che ho potuto aiutare a liberarsi dalla trappola dei punti deboli. Gli ascoltatori più affezionati sono preparatissimi, alcuni di loro poi diventano miei clienti, e ricordano benissimo alcuni dei miei “mantra”, cose che ripeto spesso, perché so che la chiarezza è un pre-requisito fondamentale, nella comunicazione. Uno è questo: io dico soltanto cose in cui credo, e credo in cose che conosco e posso provare. Conosco, vuol dire studio, sperimento, approfondisco, sempre, non mi fermo perché ho trovato una risposta, vado sempre avanti. Se dico una cosa, è perché posso sostenerla e dimostrarla. Quando si tratta di vite, di esseri umani, uso ancora più prudenza, e anche se i miei convincimenti sono forti, radicati, e positivi, procedo gradualmente, perché desidero che ognuno si faccia le proprie idee e possa trovare in sé le fondamenta delle proprie convinzioni. Sono quelle che ti permettono di andare avanti nella vita, e ti mantengono saldo, anche quando le cose non vanno proprio come vorresti. Perchè, diciamoci la verità, capitano a tutti, i periodi no, e, per fortuna, anche i periodi sì.
I punti di forza, trampolini di lancio per la tua evoluzione
Cosa sono i punti di forza? Grafologicamente parlando, sono caratteristiche che ti appartengono, ti identificano e ti permettono di realizzarti. In parte, te ne ho già parlato in alcune delle ultime puntate, come le attitudini, sono tendenze, che vanno in direzioni precise. Ma anche qualcosa di più, sono stati dell’essere con cui si nasce. Di storie ne avrei moltissime, da raccontarti, ne scelgo una per tutte. Ti parlo di Chiara (nome di fantasia, storia verissima). Chiara è una donna di quarant’anni. In gamba. Come faccio a saperlo? Ottimi risultati negli studi, studentessa lavoratrice laureatasi con il massimo dei voti, ha fatto uno stage e subito dopo l’hanno assunta. Ogni estate trascorre le sue vacanze facendo volontariato. E’ simpatica, carina, atletica, brillante. Quando l’ho conosciuta era convinta di valere poco. O meglio, sapeva riconoscere ciò che otteneva, e aveva ottenuto, ma non altrettanto ciò che era. La storia è semplice: terza ed ultima figlia in una famiglia in cui il padre venerava i figli maschi, e credeva davvero che – per motivi a me ignoti, argomento che potrei affrontare seriamente in un’altra puntata, perché, purtroppo, non mi sono ignoti, anzi, li comprendo molto bene –, ti dicevo, credeva davvero che i figli maschi valessero più della figlia femmina. Un mito familiare non combattuto e in qualche modo convalidato dalla madre, che lo lasciava dire e fare.
Così, tutte le bellissime caratteristiche di Chiara non sembravano punti di forza, sembravano poco, o niente, o anche punti deboli o difetti. Ad esempio, la sua insistenza nel voler studiare per fare la formatrice, invece di accettare il posto da commessa al supermercato, era una cosa inconcepibile, per il padre.
Ci tengo a precisare che un lavoro come quello della commessa, è impegnativo, richiede forza d’animo, volontà, ottime capacità di relazione, di lavorare in team, ma il punto non era questo. Il punto era che Chiara non avendo imparato a riconoscere e ad apprezzare le sue caratteristiche per ciò che davvero erano, aveva creduto a quello che le avevano raccontato, fin tanto da pensare che le sue scelte giuste fossero sbagliate, e quindi, si era abituata a tenere per sé i suoi pensieri, a parlare poco, a non rispondere alle critiche, e questo faceva sì che padre e fratelli si convincessero ancora di più della sua inettitudine. Non bastavano i suoi grandi successi, la sua dedizione alla famiglia, il suo essere sempre disponibile a renderli meno ottusi, e ciechi. Anche loro, in realtà, avrebbero avuto molto da imparare, sui loro punti di forza e punti deboli. Un punto debole era non riuscire a comprendere la diversità come valore e non riconoscere la parte emotiva e affettiva come forza. Erano, in effetti, uomini deboli.
Dalla consapevolezza dei punti di forza alla crescita della forza interiore
La vera forza è quella di chi sa sostenere, non di chi cerca di abbattere chi non comprende. Quando ci siamo incontrate Chiara aveva trent’anni, era in crisi. La sua crescita professionale l’aveva aiutata a sviluppare maggiore consapevolezza di sé, ma non sapeva da che parte rifarsi per uscire fuori da quella trappola. O taceva, o discuteva. Lei amava la sua famiglia, ma – aggiungerei, finalmente – sentiva il bisogno di amare anche se stessa. Così ha iniziato a lavorare su se stessa perché voleva comprendersi profondamente, scoprirsi, profondamente. Le sue caratteristiche, né deboli, né forti. Sue. Poi, decidere come utilizzarle, quali migliorare. Era molto brava sul lavoro, perché era veloce e intuitiva, eppure, un suo desiderio era quello di riuscire a rallentare un po’, per curare più i particolari. Un punto di forza, che voleva trasformare, per trovare un ritmo più giusto e arrivare al risultato finale meno sovraccarica. Quando ha imparato a riconoscersi, ha imparato anche a manifestarsi, a difendere il suo essere. Difendere non è aggredire o attaccare e neanche rinchiudersi dietro ad un muro, è essere, agire, comunicare, senza farsi trasformare dalle visioni degli altri. Questa è la forza interiore. Come si distingue il convincimento di una persona basato su una forza interiore positiva e su una consapevolezza giusta ed equilibrata? E’ semplice, essendo giusti i presupposti, sono giusti anche gli effetti. E’ un’affermazione di te costruttiva, che fa del bene a te e agli altri, che costruisce ponti e relazioni, futuri e speranza.
Dove, invece, l’affermazione di sé, come quella del padre di Chiara, è distruttiva, crea sofferenza negli altri, peraltro, senza creare felicità nemmeno in se stessi. Se una cosa è giusta e in equilibrio, lo comprendiamo dagli effetti che produce nel mondo. Chiara oggi ha un figlio di otto anni, con un grande talento per gli scacchi, consapevole dei suoi punti di forza ed anche che deve imparare ad essere più paziente, per non arrabbiarsi inutilmente contro se stesso. Si migliora, con l’allenamento. E suo padre è un uomo attento, che ogni giorno dice a se stesso quanto è stato fortunato, ad incontrare una donna come Chiara, lui che ha avuto una mamma assente e severa, sa riconoscere l’amore che crea valore.
Conoscerti profondamente, l’unico modo per cambiare restando fedele a te stesso
Perciò, riepilogando, una conoscenza oggettiva di te stesso è necessaria per ogni progetto, per ogni situazione, per ogni problema e per ogni soluzione. Qualunque sia la tua natura, qualunque siano le tue caratteristiche (sei energico o flemmatico, curioso o prudente, severo o leggero, pensatore o fisico, idealista o pragmatico), qualunque caratteristica è un valore e può costruire valore nella tua vita: tutto dipende soltanto da come la usi. Quello che serve, è che tu sia coerente con te stesso. Se sei una persona prudente, un po’ diffidente, i migliori rapporti che potrai costruire saranno quelli in cui spiegherai il tuo essere e ti darai il tempo di acquistare fiducia. Pensare che il tuo modo di essere sia un difetto o che lo sia essere diversi, questo è il vero problema. Non giudicare se non vuoi essere giudicato non è soltanto una massima di ispirazione spirituale, vuol dire, concretamente, che non serve giudicare, quanto comprendere e decidere. Tu, puoi e devi farlo, per te stesso e per la tua vita.
Perchè se non ti conosci davvero, e se le persone intorno a te, anche loro non ti conoscono ma pensano di sapere chi sei, corri il rischio di finire per pensare che le tue caratteristiche siano sbagliate, proprio quelle che invece ti servono per essere felice. Se non conosci i tuoi punti forti diventano deboli, perché non li usi per trasformare la tua vita, non li esprimi, non ti realizzi. Non lasciare che siano gli altri a definirti. La persona che può farlo davvero, sei solo tu. Una volta che avrai ben compreso chi sei, decidi chi vuoi essere e lavora e impegnati per realizzarlo, sorridendo a chi non riesce a riconoscerti e a comprenderti. E sappi, che una delle cose che più aiuta le persone a vedere la realtà per ciò che è, è il cambiamento in atto. Più tu sarai te stesso, più darai agli altri la possibilità di conoscerti e riconoscerti. C’è sempre speranza, anche per trasformare in meglio relazioni di lunga durata.
Oggi Chiara ha in suo fratello maggiore, Leonardo, uno dei suoi più grandi sostenitori. Grazie a lei, anche lui ha capito molte cose, e oggi è un uomo nuovo, l’uomo che ha deciso di essere, mettendo da parte la visione del mondo del padre, un po’ triste, sicuramente ingiusta, che non gli apparteneva. Perciò sì, io ci credo. Sono un po’ come un’esploratrice e un’allenatrice. Porto alla luce la tua natura originaria, e poi ti insegno ad usarla. E tu sei un campione, sempre, quando lo vuoi, se lo vuoi, perché allenando te stesso puoi solo diventare migliore. Sì, come ti dicevo, ci credo profondamente perché so che è vero, e so che è vero perché vedo le persone farlo. Mi piace anche parlarne con i miei clienti, e con chi lo vuole diventare, un campione. Perciò, se vuoi saperne di più sul mio lavoro, sull’Analisi grafologica, sul mio metodo, in questa pagina troverai tutti i miei recapiti, e possiamo anche “incontrarci” (tra virgolette) via Skype. Intanto, per chi desidera fare un primo step in autonomia, ho creato il “Profilo grafologico essenziale”, che puoi richiedere subito, direttamente, dal mio sito. E così siamo quasi arrivati al momento dei saluti, ma non senza aforismi e musica. Due aforismi sul credere in se stessi, Mark Fisher: “Che tu creda in te stesso quando cento persone non ci credono è molto più importante del fatto che cento persone credano in te quanto tu non ci credi”, il secondo di Joan Didon: “Avere quel senso del proprio valore intrinseco che costituisce il rispetto di sé significa avere potenzialmente tutto”. Lo sottoscrivo, cari amici, questo aforisma.
Il brano che ho scelto per te s’intitola “Tomorrow”. Domani è un altro giorno, vuol dire che sta per arrivare, e puoi usarlo per trasformare la tua vita. Se volete lasciarmi un commento e supportare il mio podcast con un like o una recensione, grazie. Alla prossima puntata.