I temi della puntata sono “l’uguaglianza di base e la differenza sostanziale”. Siamo tutti uguali perché rispondiamo tutti a meccanismi base, regole che ci condizionano e, a volte, ci governano. Siamo tutti diversi perché ciascuno di noi gestisce e interiorizza queste regole in modo personale, in base a com’è, a come ha vissuto e ad un’infinità di parametri, che sono quelli che ci rendono unici. Per riuscire davvero a realizzare la nostra vita, e i nostri sogni, abbiamo bisogno di capire bene le regole di base – che ci permettono di comprendere meglio anche la realtà che ci circonda, e gli altri, non solo noi stessi – ma soprattutto, avere ben chiare le differenze sostanziali. Bisogna essere ciò che si è, per poter essere ciò che si vuole.
(Scorrendo puoi leggere la trascrizione dell’audio)
Perché siamo tutti uguali e tutti diversi
Entriamo subito nel vivo dell’argomento con un esempio.
Teoria base della comunicazione. Mittente, ricevente, messaggio, codice. Vuol dire che c’è qualcuno che parla, qualcuno che ascolta, un messaggio con del contenuto, e un codice da conoscere per capire il messaggio. Se emittente e ricevente non condividono lo stesso codice, la comprensione del messaggio ne risentirà. Se due persone non parlano la stessa lingua, hanno più difficoltà a comprendersi. E’ un fatto noto, una realtà base, che tutti conosciamo e condividiamo.
Ma non ci sono soltanto i codici linguistici, ci sono molti e diversi registri, nella comunicazione, e anche a quelli rispondiamo tutti. Codici base.
Ampliando questo modello, abbiamo gli elementi extralinguistici e metacognitivi, lo stato emozionale, le nebbie psicologiche, i linguaggi non verbali.
Sergio va al bar, è felice e contento. Edoardo, il barista, sbaglia a dargli il resto. Non è un problema, Sergio è di buon umore, controlla il resto, glielo dice. Magari Edoardo non è di buon umore per niente, ma ha sbagliato, Sergio è tranquillo, tutto fila.
Ma quando Sergio non è di buon umore, è un problema. Va al bar, Edoardo è allegro, gentile, lo serve, gli dà il resto, sbaglia, si scusa. E Sergio comincia a protestare ad alta voce, potrebbe arrivare anche ad insultare Edoardo, la categoria dei barman, o il proprietario. Sono le stesse persone. Pare la stessa situazione, ma le cose vanno ben diversamente. Dipende da tutti i fattori che ho citato sopra e anche da altro.
La neurobiologia emozionale e i condizionamenti
Parliamo adesso di neurobiologia emozionale. Se una persona si sente minacciata, reagirà. Fuggendo, o attaccando o mentendo o cercando di dialogare o opponendo resistenza o cercando di far finta di non vedere o… Dipende. Dipende dalla situazione, dal carattere, dal modo in cui ha interiorizzato le sue esperienze di vita, da quanto usa l’emozionalità primaria o quella secondaria, dalle risorse di cui dispone, da quanto è consapevole di sé, da quanto crede di poter cambiare le cose.
I marcatori emozionali sono molto potenti, ma noi siamo molto di più delle nostre sensazioni fisiche, dei modelli che abbiamo interiorizzato, dei limiti che a volte ci impongono, a volte ci auto-imponiamo.
A proposito di chiarezza nella comunicazione, non parlo dei “limiti” intese come regole, necessarie per una civile convivenza. Quelli non sono limiti, sono buone norme di vita. Parlo di “limiti” intesi proprio come limiti, ostacoli che si frappongono tra noi e la nostra realizzazione.
Siamo tutti uguali, cioè tutti viviamo ogni giorno queste situazioni, da dentro di noi, prima, e quindi fuori. Questo ci accomuna. Perciò possiamo dire che siamo tutti uguali.
Bisogna essere quel che si è, per poter essere quel che si vuole
Per questo, quando leggiamo un buon libro, con una buona teoria, ci sentiamo come se fossimo compresi e lo comprendiamo, e può esserci di grandissimo aiuto, per cercare di avviare un percorso nuovo di crescita personale, di cambiamento. I manuali di self-help sono un’ottima risorsa. Ma…
C’è un ma. Nel mio lavoro ho incontrato centinaia, potrei dire, migliaia di persone che conoscevano altrettante fantastiche teorie, filosofiche, psicologiche, spirituali, olistiche. Alcune delle quali le avevano sperimentate direttamente, con alterni successi. A volte, con grande successo. Però…
C’è un però. Avevano risolto qualcosa. Avevano risolto, in parte. Avevano capito, un po’. Ma ancora non era felici. Non si sentivano felici. Non si sentivano realizzati. Anche se potevano sembrare felici.
Questa è la differenza sostanziale, ed è il motivo per cui da sempre uso la grafologia evolutiva® come disciplina elettiva. Se è vero, ed è vero, che siamo tutti uguali, perché le regole base che governano le relazioni umane, la comunicazione, sono vere, e valgono per tutti, è altrettanto vero che siamo tutti diversi.
Questo è il bello della grafologia evolutiva®. Bisogna essere ciò che si è, per poter essere ciò che si vuole.
Un venditore, la cui natura originaria è prudente e diffidente, sarà più felice ed otterrà più successo lavorativo cercando in tutti i modi di diventare un venditore imbonitore o valorizzando le sue peculiarità?
Un insegnante, la cui natura autentica crede fortemente nell’impegno e nella crescita personale, sarà più felice e realizzata vivendo il suo lavoro come routine, smettendo di credere nei suoi studenti, oppure impegnandosi per far emergere il suo valore e sostenere le persone che trova?
Siamo tutti uguale, e anche tutti diversi
L’unica vera realizzazione passa attraverso il nostro essere autentici. Siamo tutti uguali significa che, nella vita, certi meccanismi ci incastrano un po’ tutti. Così, possiamo imparare ad avere pazienza, a comprendere meglio i limiti degli altri, perché sono anche i nostri.
Siamo tutti diversi vuol dire che non c’è altra strada, per essere noi, che essere unici. Anche quando questo significa andare oltre quelle visioni limitanti che la vita ci ha imposto, o noi stessi abbiamo scelto.
Ed è proprio lavorando sulla diversità che possiamo davvero comprendere il significato e il valore dell’uguaglianza. Tutti uguali, tutti diversi, tutti unici. Nessuno è più, nessuno è meno. Ognuno è. Siate voi stessi, credete nei vostri sogni.
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Per salutarvi un aforisma attribuito a Nazim Hikmet ed Earl Nightingale: “Non rinunciare mai a un sogno solo perché pensi che ti ci vorrà troppo tempo per realizzarlo. Il tempo passerà comunque”.
Allora, questo tempo, usiamolo bene.