Essere pessimisti non è una scelta o una vocazione, quanto piuttosto una rinuncia. Pessimisti non si nasce, lo si diventa. Questo significa che si può scegliere anche altro. Ottimisti invece, si nasce, ma non è facile restarlo. C’è poi il popolo dei realisti che, chissà perché, alla fine sembrano per lo più pessimisti. Eppure, si può avere una reale visione delle cose senza per questo perdere speranza e fiducia, e usare l’ottimismo come forza capace di aprirti le porte del futuro che desideri. E il pessimismo come un alleato che riesce a farti vedere i tuoi punti deboli, e ti suggerisce come combatterli. Ma a cosa rinunciano i pessimisti? E perché ottimisti si nasce? Ascolta la puntata, e fammi sapere cosa ne pensi.
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Pessimisti non si nasce, si diventa (ottimisti si nasce)
“Pessimista” ed “ottimista” sono due parole che non amo molto usare, perché dividono le persone in categorie. E come tutte le parole che semplificano molto, finiscono per perdere di vista ciò che davvero è essenziale. Ma anche se alle parole delle grandi categorie preferisco le parole giuste, su misura, non significa che non presti la massima attenzione a tutto ciò che le persone pensano, provano, vivono. Il mio lavoro è centrato sulla persona, e la persona è tutto ciò che è. Per questo, incontro spesso pessimismo ed ottimismo, nel mio lavoro. Persone che si definiscono, di volta in volta, pessimiste, ottimiste, realiste. Ci sono anche altre parole-etichetta con cui si definiscono, ancor meno positive, come, ad esempio, rassegnate, disincantate, o più positive, come energiche, combattive. Ogni parola si porta dietro una sua visione, che significa concezioni di vita, modi di sentire e di essere, e di agire. Perciò, le tue azioni non possono esistere a prescindere dal tuo sentire. E se vedi la vita, le persone, ciò che ti accade, ciò che sei, da pessimista, è molto probabile che tu possa rinunciare a combattere per migliorare le cose, senza saperlo.
Ottimista, ci ricorda il dizionario, è una “Persona dotata di ottimismo, che è portata cioè per natura a considerare, giudicare e prevedere gli avvenimenti nel modo più favorevole (l’esito è ancora incerto ma io sono o., ho fiducia che tutto andrà bene)”.
Pessimista: “Chi è incline al pessimismo, chi è portato a considerare e a giudicare le cose della vita nei loro aspetti peggiori, a prevedere gli avvenimenti nel modo meno favorevole (sono p. sull’esito dell’impresa, sulle sue possibilità di riuscita, sulla mia promozione)”.
Realista: “Chi tende a risolvere un problema, una difficoltà, basandosi soprattutto sulla realtà di fatto (non ci facciamo troppe illusioni: bisogna essere realisti)”.
Pessimisti ed ottimisti, la strada migliore da scegliere
Già realista è una parola che lascia aperte più porte, si può essere realisti ed ottimisti insieme. Se invece sei realista e pessimista, allora, sei solo pessimista. Ottimisti si nasce, di questo sono convinta. Come faccio a saperlo? Pensaci. Hai mai visto un bambino capace di non sorridere, di non giocare, di non sorprendersi di fronte alla vita ed alle scoperte? Dentro di lui, c’è un’energia ottimista, una forza che lo spinge ad esplorare, a conoscere, ad incontrare. Definirei l’ottimismo come una spinta ad agire verso la realizzazione di ciò che sappiamo essere buono per noi e per gli altri. Significa anche avere fiducia non solo nelle proprie risorse, ma anche in quelle degli altri. In questo senso, nasciamo tutti ottimisti perché tutti abbiamo, di base, la possibilità di evolvere, di crescere, di migliorare, di dare un contributo fattivo e attivo alla nostra vita e a quella degli altri. Un ottimista può essere realista, può essere una persona che vede le cose così come sono, ma non per questo perde il suo slancio. L’ottimismo, la capacità di credere nelle tue risorse, nella possibilità di risolvere i tuoi problemi, di realizzare le tue aspirazioni, è la base della tua realizzazione. Non è possibile realizzare cose in cui non credi. Se hai fiducia negli altri, più facilmente vedrai il buono, e il bene, ma se non hai fiducia, vedrai soprattutto il male. Il male, esiste, ma farne la misura della realtà non ti porta a nulla. Forza e resistenza aumentano se si allenano, rinunciare ad allenarli, non migliora la realtà.
Spesso, il pessimismo nasconde altro. Il pessimista è qualcuno che ha subito delusioni, che ha visto frustrate le sue aspirazioni, sogni, desideri, magari è stato deluso proprio da coloro che amava di più. Difficilmente riesce a vedere il buono e il bene, negli altri. Sì, forse spera che ci sia, ma preferisce non crederci, per evitarsi altre delusioni. Se si nasce ottimisti, come si diventa pessimisti? La risposta è semplice: vivendo. Le esperienze, le relazioni, ciò che provi, ciò che sei. Il bambino di cui sopra, capace di sorridere, desideroso di giocare, di conoscere, in una famiglia con un padre severo, distaccato, magari anche manesco, ti assicuro che, pian piano, crescendo, potrebbe perdere molta della sua fiducia. La sofferenza, e la paura della sofferenza, spingono alla rinuncia. Perché credere che possano esserci padri amorevoli, generosi, buoni? Meglio pensare che gli uomini sono egoisti, cattivi e poco sensibili. Pessimismo? Rinuncia. In realtà, gli uomini sono fatti in tanti modi, e anche il padre severo, distaccato e manesco, in cuor suo, da qualche parte, è sensibile, e capace di amore. Che non sappia dimostrarlo, e che non riesca ad essere un bravo genitore, è un’altra storia.
Se tu non cambi la tua storia, la tua storia cambia te
Si nasce ottimisti, e ci si trasforma. Il pessimista rinuncia sempre a qualcosa, per qualche motivo. Se sei un pessimista, cerca di capire la vera fonte del tuo sentire, quando hai iniziato a pensare di essere pessimista, da chi è arrivata la delusione decisiva, le delusioni decisive, – a volte, ci vogliono anni. Il mondo in cui viviamo non aiuta, un’epoca in cui fiducia, rispetto, fratellanza, dignità umana, sono spesso, troppo, calpestate. Ed è anche per questo che è fondamentale che tu mantenga alto il tuo ottimismo. Perché la realtà è fatta di e da persone, le persone cambiano le cose, e ogni persona che ha una visione ottimista può cambiare le cose molto di più, e meglio, di un pessimista. Un realista che vede le cose come sono, ma non rinuncia a farsi carico delle sue sfide, può cambiare le cose. Momenti di pessimismo, capitano. E’ umano. E’ lo stato di base quello su cui devi lavorare, quello da mantenere attivo e forte. Infine, non posso non richiamare il ruolo fondamentale che, in ogni atteggiamento interiore, e tutto ciò che ne consegue, gioca la natura originaria.
Una persona, chiamiamola Enzo, con una scrittura di piccole dimensioni, molto accurata, pressione leggera, potrebbe diventare pessimista molto più facilmente di una persona con una scrittura grande, fluida, pressione ben calibrata. E’ questione di scelte, sì, ma le scelte sono strettamente influenzate dalla tua natura originaria. Per questo la devi conoscere. Quando la conosci bene, puoi allenarla e migliorare ciò che desideri migliorare.
Enzo può usare la sua capacità di attenzione e la sua sensibilità invece che per accusare il colpo e pensare che vuole rinunciare, per potenziare la sua capacità di percezione ed utilizzarla per trovare le soluzioni migliori.
L’ottimismo apre le strade al tuo futuro
Per questo, l’ottimismo, quello di cui ti sto parlando, apre le porte del futuro che desideri. Perché ti permette di riuscire a vederlo, di perseguirlo, senza farti condizionare da altro e da altri. Vedere, realisticamente, è una cosa molto buona. Ma non credere che le cose possano essere diverse, o pensare solo che possano andare peggio, invece, non è una cosa buona. Il pessimismo diventa un tuo alleato perché devi ascoltarlo e capire da cosa ti difende, e a cosa ti serve. Poi allenare le caratteristiche che ti permettono di migliorare la tua vita e così facendo affrontare la vita in modo nuovo. L’ottimismo è una speranza pratica, applicata alla tua vita. Non ottimismo incosciente, ma ragionato, saggio, e profondo. Avere un pensiero pessimista ed essere pessimista, rispetto al mondo ed alla vita, sono due cose molto diverse. Una, non cambia il tuo futuro, l’altra, può cambiarlo. E poiché il pessimista è chi è portato a considerare e a giudicare le cose della vita nei loro aspetti peggiori, a prevedere gli avvenimenti nel modo meno favorevole, a cosa mai può servirti? La vita è come è, ma sei tu che trasformi la tua vita di oggi e crei quella di domani. Concentrati su questo, ed ogni volta che ti verrà da dire o da pensare che sei pessimista, ottimista, realista, cerca parole nuove, sempre meno generali e sempre più tue. Inizio io: oggi sono… concreta, determinata e convinta. Domani, sarò ancora altro.
Non lasciarti limitare dalle visioni che imbrigliano, sii libero di essere nuovo ogni giorno. Di aforismi dedicati al pensiero positivo ne ho trovati moltissimi, e ne ho scelti per te, quattro.
Prima di salutarti, con gli aforismi ed il brano musicale, ti ricordo che se vuoi saperne di più sul mio metodo, richiedere un’analisi grafologica approfondita, un profilo grafologico essenziale, avviare un percorso evolutivo con me, anche a distanza, con incontri via Skype, un percorso su misura per la tua vita ed i tuoi obiettivi, nel mio sito, annarosapacini.com, pagina contatti, trovi tutti i miei recapiti, oppure puoi contattarmi tramite il social che preferisci.
Aforismi dedicati al pensiero positivo e all’ottimismo.
“La vita è come un’equazione di matematica: per ottenere il massimo, devi saper convertire il negativo in positivo” (Antonia Gravina)
“I Pensieri diventano Cose… Scegli quelli Buoni!” (Mike Dooley)
“Pensieri positivi (gioia, felicità soddisfazione, realizzazione, apprezzamento) danno risultati positivi (entusiasmo, calma, benessere, relax, energia, amore). Pensieri negativi (giudizi, inaffidabilità, sfiducia, risentimento, paura) producono risultati negativi (tensione, ansietà, alienazione, rabbia, fatica)” (Peter McWilliams)
“Alla domanda se io sia pessimista o ottimista, rispondo che la mia conoscenza è pessimista, ma la mia volontà e la mia speranza sono ottimiste” (Albert Schweitzer)
Il brano che ho scelto per salutarti si intitola: “Progress”. Per ricordarti che il modo migliore per raggiungere un obiettivo è andare avanti fino a che non lo raggiungi, e poi, continuare.
Ti ringrazio, per essere stato con me. Alla prossima puntata.