Onora il padre e la madre (cattivi) – Il disprezzo e la rinascita

Essere buono ti rende migliore. E sapere che tutti possono scegliere di essere buoni, ti dà speranza. Ma se la tua esperienza è stata diversa, se proprio chi avrebbe dovuto amarti e proteggerti ti ha fatto soffrire, se i tuoi genitori ti hanno fatto soffrire, se in certe persone, di buono, non trovi proprio nulla? Forse che c’è chi è cattivo e basta? Forse mezz’uomini e quaquaraquà sono davvero la maggioranza? E’ proprio vero che tutti sono buoni? Perché amare chi non ti ama? Perché non disprezzare e rinunciare all’idea che tutti possano davvero cambiare? Mi hanno fatto delle domande. Ascolta le risposte.
(Scorrendo la pagina puoi leggere la trascrizione dell’audio della puntata)

Onora il padre e la madre (cattivi) – Il disprezzo e la rinascita

Ho ricevuto una bellissima email, una riflessione e una risposta alla puntata “Buono è guerriero”. E’ un messaggio molto lungo, di cui ti leggerò soltanto alcuni passaggi. Racconta una storia di vita, molto dettagliata. Ho cambiato i nomi, ho eliminato i dettagli, ho lasciato, in parte, il suo linguaggio colorito, per quanto possibile usare un linguaggio colorito e non mancare di rispetto a nessuno.

“Ciao, sono Sario. Ti ascolto sempre. Mi piace quello che dici, mi piace come sei, mi piace la tua voce. Mi rilasso, anche quando sono arrabbiato. Sono spesso arrabbiato. Quello che dici mi ispira, ci credo, e ci voglio credere. Ma la puntata che ho ascoltato poco fa mi crea non pochi problemi. Sono d’accordo, essere buoni non è facile, volere bene a chi non se lo merita non è facile. Però, sul fatto che tutti sono buoni, ho i miei dubbi, sinceramente. Ti racconto la mia storia. Figlio primogenito di una coppia di persone pessime che non dovevano sposarsi, sono sempre stato la vittima dei loro malesseri. Non ricordo una parola buona di mio padre, che era un vero p.d.m.

Spendaccione, beveva, donnaiolo, volgare. Era solo fortunato perché faceva un lavoro in cui veniva rispettato e aveva un bello stipendio, ma era una facciata. Lì, era un ufficiale, faceva il p.d.m. con i sottoposti, e gli dava soddisfazione. A casa, lo faceva con la moglie e con i figli, un vero tdc. Mia madre non era meglio di lui, egoista, vanitosa, pensava ai soldi e ai vestiti, sempre a criticare, a chiedere. Ho lasciato la scuola presto, perché loro erano in crisi e lei chiedeva sempre soldi, e io lavoravo, e portavo i soldi a casa. I miei fratelli, che dire? Uno non lo sento da anni, e l’altro, quando ci sentiamo, direi che non gliene frega proprio niente di me, si capisce. Posso capire i miei fratelli, i genitori ci aizzavano uno contro l’altro, tutta una gelosia, un dispetto. Ma ti assicuro che quelle due persone che ho avuto come padre e come madre, tutto erano, fuorché buoni.

Immaturi, egoisti, perfidi, vendicativi, ottusi, pure stupidi, in certi momenti, tanto erano presi dalla loro battaglia da rovinarsi la vita e mandarsi sul lastrico l’un l’altro. Però, che anche loro fossero buoni, mi resta proprio difficile crederlo. Per me, no, non lo erano. Io lo sono? Ci provo. A volte però ho degli scatti che mi ricordo mio padre, non lo so, sinceramente, non lo so. Perché ti scrivo? Mi ispiri molta fiducia, che devo dirti, anche solo ascoltando il tuo podcast, ci sono state tante cose che mi hanno fatto riflettere e sono convinto che sono migliorato. Gestisco una palestra, e i miei clienti mi dicono che sono diventato più simpatico. Voglio un’analisi grafologica completa, perché mi va proprio di capire chi cavolo sono. Però stavolta non sono d’accordo, sul fatto dei buoni. Mi puoi convincere? Come devo fare, che ho quarant’anni e ancora, quando penso a mio padre, mi verrebbe voglia di spaccargli la faccia, e nemmeno il fatto che lo vedo vecchio mi cambia i sentimenti, anche perché è sempre lo stesso p.d.m.

Quando lo vedo, per errore o per forza, magari c’è una pratica da firmare, mi ribolle lo stomaco. Io buono come dici tu, un po’ forse, comunque sì, mi piacerebbe, ma loro buoni, no (…) Onora il padre e la madre, ma che c’è da onorare? Quando penso a lui mi viene sempre in mente quel brano di Sciascia, dove il padrino mafioso dice che divide l’umanità in cinque categorie, gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Ecco, per me lui è un quaquaraquà. Se mi vuoi rispondere nel podcast, Annarosa, puoi farlo. Grazie, continua così, che mi piace, sarà che attraverso un periodo difficile, ma i tuoi messaggi sono come raggi di sole, per me. Lo dico sempre anche a mia moglie, così stai tranquilla che non voglio fare il piacione”. E poi prosegue con tante altre cose, che non sto a leggerti, perché riguardano la sua vita di oggi e il percorso che vuole fare.

Com’è difficile avere fiducia in chi ti rende difficile avere fiducia

Mi dici, caro Sario, che ti è difficile credere che tutti siano buoni, avendo provato sulla tua pelle gli effetti di un rapporto, quello con i tuoi genitori, non certo da famiglia felice. Tant’è che non senti amore – non dico, non provi, dico, non senti -. Mi chiedi se posso convincerti, e come devi fare. Ti rispondo subito che no, non intendo convincerti. Potrei, ma non voglio. Posso spiegarti. A me non piace convincere. Penso che la verità non abbia bisogno di convincere, arriva, per questo cambia le cose. Allo stesso modo, non intendo dirti come devi fare. A me piace che le persone trovino in se stesse le risposte. Però qualcosa da dirti ce l’ho. Non è semplice, farlo in un podcast, semplificare concetti così profondi, farò del mio meglio.

Ho avuto molte occasioni di riflettere sul comandamento “Onora il padre e la madre”. Tante persone, che ho incontrato nella mia vita e nel mio lavoro, magari, profondamente credenti, erano molto in crisi, per via dei sentimenti contrastanti, se non completamente negativi, che provavano nei confronti dei loro genitori. E’ possibile onorare persone che ti pare di odiare, che ti hanno ferito, rifiutato, fatto sentire che vali poco, che non ti hanno capito e sostenuto, come tu avresti voluto?

A questo proposito, voglio leggerti una frase tratta da uno scritto buddista, “Il Gosho di Capodanno”, di Nichiren Daishonin “Per prima cosa alla domanda di dove si trovino l’inferno e il Budda, alcuni sutra affermano che l’inferno si trova sotto terra, altri che il Budda risiede a occidente. Ma a un attento esame, risulta che entrambi esistono nel nostro corpo alto cinque piedi. La ragione per cui penso così è che l’inferno esiste nel cuore di chi disprezza suo padre e non si cura di sua madre. E’ come il seme del loto che contiene al tempo stesso il fiore e il frutto”. Sai, io lavoro con persone che hanno visioni e credo diversi, e anche per chi pratica il buddismo, questa frase “l’inferno esiste nel cuore di chi disprezza suo padre e non si cura di sua madre” è dura da digerire, sembrerebbe quasi suggerire che è sbagliato provare sentimenti e pensieri negativi, indipendentemente da quello che i genitori sono e fanno. Ogni testo può essere interpretato in molti modi, come frutto del periodo storico e della cultura cui appartiene, come strumento utilizzato per perseguire dei fini. A me piace cercare di interpretarli per ciò che sono.

Essere buoni è una scelta. Non sceglierlo non vuol dire non poterlo essere

Tu mi scrivi perché i tuoi genitori non sono stati buoni. Una possibilità assolutamente data: nel podcast precedente, infatti, dicevo che essere buoni è una questione di scelta. E anche che tutti, profondamente, se riescono a vederlo e a comprenderlo, perseguono il bene, perciò, sono buoni. Il fatto che i tuoi genitori si siano comportati da persone non buone non significa che anche loro non avessero la possibilità di comportarsi diversamente.

Noi siamo il frutto della nostra storia, delle nostre scelte, di come abbiamo liberato o allontanato la nostra natura originaria. Le scelte dipendono da tante cose, anche dagli incontri che facciamo nella vita. Io ho incontrato tanti figli, come te, e tanti padri come il tuo. Convinti di essere stati buoni e bravi, con le loro ragioni. Ma non si può essere buoni e bravi facendo soffrire chi si ama. Ma devi saperlo, devi vederlo, per comprenderlo. Persone che sono arrivate a sessant’anni con i loro convincimenti e i loro paraocchi, che poi hanno scoperto che la realtà era un po’ diversa, che poi hanno scoperto che ci poteva essere un modo diverso per esprimere ciò che erano e il loro amore. Che l’amore, si esprime solo in un modo, quello che tende al bene. E quando lo hanno capito, hanno deciso di cambiare. E tanti genitori e tanti figli, finalmente, hanno imparato a conoscersi. E non bisogna aspettare di avere sessant’anni, puoi iniziare a qualunque età, prima inizi, meglio è per te.
Certo, ci vuole la volontà, il desiderio di farlo, ma anche l’occasione. Spesso le coppie come quella dei tuoi genitori sono coppie in cui due persone si trovano a vivere insieme, ma non si amano, e per questo si fanno soffrire reciprocamente, e la loro sofferenza si espande nella loro vita. I figli ne pagano sempre un prezzo. Quanto alto, dipende da tanti fattori, primo fra tutti, la diversa sensibilità individuale. Perciò, anche tuo padre e tua madre sono buoni. Solo che, prigionieri delle loro sofferenze e delle loro illusioni, chiusi in una vita scelta su presupposti sbagliati, quello che tiravano fuori era la loro sofferenza, il loro stare male (mal-essere).

Se non migliori, peggiori

Nella vita, se non si migliora, purtroppo, non si rimane lì dove si è. Si retrocede. Perciò, a mio avviso, il convincimento che le persone sono buone, e se comprendono cosa significa e quanta bellezza, amore, realizzazione può portare nella loro vita, perseguono il bene non entra affatto in contrasto con il fatto che ci siano persone che, non comprendendolo, non riuscendo ad essere se stesse in modo maturo, equilibrato e consapevole, non tirano fuori il buono che è in loro. C’è chi è più fortunato, e chi meno. Chi ha l’occasione di scoprirlo, e chi no. L’occasione non arriva da sola, va cercata. Sempre questione di scelte.

Sono d’accordo con te, so benissimo non solo che esistono persone che non hanno imparato a gestire la comunicazione con gli altri e con se stessi in modo buono, ma che si comportano come se questo fosse giusto per tutta la loro vita. Non sono felici, e spesso non sanno cosa perdono, la possibilità di vivere una vita completa, con relazioni umane profonde e uniche, come quelle tra persone che si amano, e si rispettano, e si comprendono, davvero. Ma quando lo sanno, quando hanno la possibilità di vedere dentro di loro con chiarezza, non vogliono perderla più. Anche per questo mi piace molto il mio lavoro, perché mi permette di aiutare le persone a vedere le cose così come sono, a fare scelte più sagge e consapevoli. Scelte che decidono loro, ma liberi, davvero, di decidere. Infine, quando si parla di coppie, è anche questioni di incontri. Io ho conosciuto persone che, in una coppia e in una famiglia, erano pessime, e che, trovato un amore più vero, sono migliorate. Perché il bene richiama bene.

L’inferno nel cuore, perché la bontà porta pace

Ma la frase che ti ho citato, l’ho citata per te, non per loro. “L’inferno esiste nel cuore di chi disprezza suo padre e non si cura di sua madre” non dovrebbe essere interpretata come una minaccia, né “Onora il padre e la madre” come un obbligo a prescindere (non ne parlo in senso religioso, rispetto la fede di ognuno, e, in questo senso, chi crede ai dogmi, è libero di farlo). Quella frase vuol dire che se una persona non trova pace dentro di sé, non sceglie il bene, quella persona avrà l’inferno nel suo cuore. Perché l’inferno e il Budda, l’essere illuminato, si trovano dentro di te.

E così, per onorare dei genitori che sono stati genitori pessimi – e questo ci dice, con certezza, che sono state persone che hanno sofferto, a loro volta private del tipo di amore di cui avrebbero avuto bisogno – devi prima di tutto onorare te stesso, riconoscere il tuo valore, la tua forza. Il coraggio di essere buono. Così, puoi onorare il padre e la madre semplicemente perché riconosci la loro umanità, la comprendi. A tutti dobbiamo rispetto, anche a chi ci fa soffrire.

Quello che ci distingue sono le nostre scelte. Non disprezzare e onorare non vuol dire accettare ciecamente, amare senza ragionare o, peggio, senza ragione. Vuol dire vedere le cose come sono, e fare una scelta. Una scelta che ti fa stare bene. Con te stesso, perché è lì che crei la tua vita e accresci il tuo valore. Sei davvero gentile, a dire che il mio podcast ti fa stare bene, ti aiuta, e ti ha permesso di alleggerire un po’ la tua collera, così che i tuoi clienti, finalmente, riescono a percepire la tua simpatia. Tante persone mi dicono che ci trovano molto, di utile per la loro vita. Ma so che serve molto altro, una disciplina interiore, azioni, pensieri. Vedrai che insieme faremo un lavoro bellissimo. Tu farai un lavoro bellissimo.

Tutti gli uomini possono essere umani. Migliori, per scelta

Infine, mi spiace, ma non sono d’accordo con il personaggio di Sciascia. Per me, esistono solo uomini. I mezz’uomini, gli ominicchi, i quaquaraquà sono uomini che hanno perso la strada, che non sanno quanto hanno perso. Sono sempre uomini. Hanno il mio rispetto. So che anche dentro di loro c’è del buono. Ma non si diventa persone migliori per caso o per magia. Si diventa persone migliori per scelta.

E, a volte, le persone fanno scelte sbagliate pensando che siano giuste, così a lungo, da non distinguere più la verità. Intanto, è importante che ognuno pensi alle proprie scelte, a ciò che può fare per se stesso. Tu fai quelle che ti servono per realizzare te stesso e la tua vita. E grazie a quella forza, grazie alla tua natura originaria, quelle due persone che sono i tuoi genitori, così prigioniere della loro vita, dei loro condizionamenti, riuscirai a vederle per quello che sono. Come ci si può arrabbiare, quando si capisce quanto una persona ha perso, nella sua vita, quanto amore, quanta bellezza? Comprendere significa andare oltre.

Spero di averti risposto. Quando dico che chi è buono è un guerriero, e che essere buoni è fondamentale, per vivere bene, non faccio un’affermazione teorica generale buonista, di chi non vede la realtà o vuole dare suggerimenti pronti per l’uso. No, l’ho vissuto sulla mia pelle, lo metto in pratica, scelgo, ogni giorno. E ti assicuro che la mia vita, come la tua, mi mette di fronte a prove difficili. Questa visione è frutto della mia esperienza, di ciò che sono, della mia vita, dei miei studi, della mia professione e delle mie scelte. So che funziona, e so che si può fare, perché ho accompagnato così tante persone, quando hanno deciso di farlo anche loro, nella ricerca della strada giusta, da poter verificare le mie teorie e trasformarle in un metodo.

Perché il bello dell’essere umani, caro Sario, è che puoi scegliere di esserlo alla massima potenza, per scoprire che gli unici limiti che hai sono quelli che tu stesso ti imponi. Essere umani, non perfetti, ma buoni, belli, anche simpatici, e qualche volta puoi essere piacione, se vuoi. Grazie per avermi scritto ed avere condiviso con me un po’ della tua vita. E anche per la fiducia.

Prima del consueto appuntamento con la musica, e gli aforismi, ti ricordo che sono a tua disposizione, come sai, per ogni tuo percorso di crescita personale. I diversi modi per contattarmi li trovi, sul mio sito, nella pagina contatti, dove trovi anche informazioni sul mio metodo, gli strumenti che metto a tua disposizione, per la tua realizzazione ed i tuoi obiettivi, dal Profilo grafologico al life coaching mirato e personale, ad un’analisi grafologica profonda e completa, per tutto ciò che vuoi evolvere e realizzare.

Approfondimenti e novità li trovi sempre su questo sito. Ti aspetto sulla mia pagina Instagram, e su YouTube, per conoscere i tuoi commenti e le tue riflessioni, e ricordati che puoi seguire il mio podcast su tutte le app più diffuse per ascoltare radio e podcast, iTunes, Spreaker, Spotify, CastBox, scegli quella che preferisci, abbonati e potrai ascoltarlo quando vuoi. Se vorrai dedicarmi cinque minuti del tuo tempo, e scrivere una recensione su iTunes, grazie.

Tris di aforismi sull’essere buoni. Racchiudono molti aspetti, tutti veri, diverse prospettive della verità.
“Anche nel peggior carattere c’è il 5 per cento di buono. Il gioco consiste nel trovarlo e quindi nello svilupparlo fino ad una proporzione dell’80 per cento o 90 per cento” (Robert Baden-Powell)
“La bontà diventa energia motrice soltanto quando è praticata in relazione al male. Finché vi limitate a restituire bene per bene, è un mero scambio, ma se restituite bene per male, ecco che diventa una forza che redime. Il male cessa davanti a questa forza, che procede aumentando di volume e peso come una palla di neve, finché non diventa irresistibile” (Mahatma Gandhi)
“La bontà è il solo investimento che mai fallisce” (Henry David Thoreau)

Se hai ascoltato anche delle puntate del podcast delle stagioni precedenti, sai che all’inizio non usavo la musica, poi l’ho inserita, musica in licenza Creative Commons, poi l’ho tolta. Ma la musica parla un linguaggio universale, quello dell’anima, è così potente e straordinario, questo linguaggio. Allora ho deciso di riprendere, ci ho pensato, ed ho acquistato decine di brani, per te, per me, per poter scegliere, cambiare, lasciarmi ispirare. Come quando il mio compagno di vita compone al pianoforte, c’è sempre della magia. E questo è ciò che spero. Che la musica porti magia nella tua vita.

Il brano si intitola: “Lovely”. Vuol dire tante cose, buono e bellissimo. E’ così che vedo la possibilità di realizzazione di ogni essere umano. Buono, e bellissimo. E’ così che vedo anche te. Chiudi gli occhi. Inizia a vederti così anche tu. Ti abbraccio, grazie per essere stato con me.

“Il bello dell’essere umani è che puoi scegliere di esserlo alla massima potenza, per scoprire che gli unici limiti che hai sono quelli che tu stesso ti imponi”
-Annarosa Pacini

Crescita e realizzazione personale, comunicazione, motivazione, ispirazione, evoluzione, coaching on line – frasi, pensieri, aforismi e citazioni tratti dal lavoro della dr.ssa Annarosa Pacini (© tutti i diritti riservati: è consentito l’uso con la citazione della fonte e link al sito)

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