Non definirti fragile

Imparare a pensare a te stesso nel modo giusto ti permette di affrontare meglio la vita. Ricorda sempre i tuoi punti di forza. E che i punti deboli si possono migliorare. Che una strada si può sempre cambiare. E che con la volontà e la giusta motivazione, puoi rafforzare ogni “fragilità”.

Come puoi essere forte, anche quando ti senti fragile

Il modo in cui pensi a te stesso ti disegna dentro di te. In qualche modo, ti definisce. Dici a te stesso chi sei, ed anche agli altri. Per questo è fondamentale imparare a riconoscere le tue caratteristiche per ciò che sono: la dotazione che è nella tua disponibilità. E poi, imparare ad usarle nel modo migliore. Anche, ad accrescerle, a potenziarle. Aggiungerne altre, se ti piacciono e vuoi che facciano parte del tuo essere e della tua vita. In questo percorso, riconoscere la situazione che vivi è un passaggio fondamentale per affrontarla con successo, ed andare avanti. Mentre fare in modo che la situazione che vivi ti definisca, e poi, auto-imprigionarti in quelle definizioni, questo è invece un passaggio che devi conoscere bene, così puoi evitare che influenzi la tua vita.

Come sfruttare le situazioni della vita per allenare la tua forza interiore

Definire significa “delimitare e circoscrivere”, ma anche “descrivere e spiegare”. Non definirti “fragile”, perché se pensi di essere fragile, è più facile che tu possa risentire degli urti, pensare che puoi “romperti”. Quello di antifragilità è un concetto relativamente nuovo, che si deve al filosofo e matematico Nassim Nicholas Taleb. Chi è antifragile cambia e migliora nelle situazioni di difficoltà, non si protegge, ma si adatta, assume il rischio dell’incertezza. In questa puntata però non ti parlo di questa visione dell’antifragilità, ma di un modo pratico in cui puoi intercettare le forme di pensiero limitante che usi, e trasformarle. Tutto è nato da un piccolo episodio.

Ero seduta su una poltrona accanto ad un’altra persona. La poltrona su cui era seduta l’altra persona si apre e cade: va giù, i punti di appoggio cedono. La persona che era seduta sulla poltrona si trova sdraiata per terra, e batte un bel colpo, particolarmente con la prima parte del corpo che è atterrata, ovvero, bacino, muscoli ed ossa inclusi, ed anche organi interni, pensando all’effetto del contraccolpo. Una cosa abbastanza fastidiosa, dato che già da qualche settimana, movimenti troppo intensi avevano acuito un mal di schiena latente. Il giorno dopo, questa persona è un po’ preoccupata per il dolore residuo, e dice: “certo ci vorrà un po’ per tornare in forma, in quel punto della schiena sono un po’ fragile”. E da lì è partita la mia “crociata” motivante.

Perchè il modo in cui vedi le cose trasforma le cose, ed anche te

A differenza di molte persone, che quando qualcuno si fa male aumentano il carico, facendogli notare le colpe che, secondo loro, ha; o di altri, che aumentano il carico aggiungendo la propria ansia a quella della persona; o di altri ancora, che non riescono a comprendere bene quello che l’altro prova, e quindi non riescono a calibrare bene le loro reazioni, che include anche quello che viene detto, io penso sempre a come si possa stare comunque bene in quella certa situazione, a cosa ti muove, a cosa ti serve, a cosa non ti serve. Se ti fai male, fisicamente o psicologicamente, emotivamente o sentimentalmente, e pensi di essere fragile, ti poni già nella possibilità di essere danneggiato da qualcosa. Se una persona che si fa male pensa di essere fragile, e questa fragilità possa diventare un fattore costitutivo, senza volerlo allontana le sue possibilità di una pronta e rapida ripresa, perché metterà in atto strategie limitanti, rispetto alla sua possibilità di recupero. Tanto più ha timore, tanto meno avrà fiducia.

Se hai un problema sentimentale e pensi che ti abbia così colpito da non poter amare nuovamente, questo, in effetti, influirà sul come e sul quando amerai di nuovo, e sul chi, allontanando la tua possibilità di amare la persona giusta, come vuoi, nel modo migliore per te. Se una relazione è finita, qualcosa non andava bene. Allora, qualunque nuova relazione potrà imparare da quello che hai vissuto. Sarà migliore. Se hai mal di schiena, perché hai sollevato un peso, sei caduto da una poltrona, hai un problema posturale o altro, meno fiducia dai al tuo corpo ed alle possibilità di ripresa, più lentamente ti riprenderai.

Comprendere come trasformare gli effetti degli eventi negativi in positivi

Conosco una donna, Clara, che ha subito un intervento al ginocchio. L’intervento è andato bene, potrebbe recuperare completamente il movimento, ma per farlo deve superare fastidi e dolori. Si sente fragile, e pensa di non poterlo fare, così non mette in atto tutte le strategie necessarie per stare bene. I fastidi ed i dolori non diminuiscono, lei pensa che non potrà tornare come prima. Più lo pensa, meno ci prova.

Ci sono decine di studi che dimostrano come il modo in cui una persona percepisce se stessa sia fondamentale per la sua vita: persone teoricamente con una dotazione molto favorevole, in partenza, vissute in ambienti sfavorevoli, hanno perso per strada il proprio potenziale, vivendo al dieci per cento di sè. Persone teoricamente con dotazioni sfavorevoli, vissute in ambienti favorevoli, hanno acquisto per strada così tanto e tale potenziale, da non essere al loro 100 per cento, ma ben oltre. L’effetto Pigmalione, di cui altre volte ho parlato, non arriva solo dagli altri, ma anche da te stesso. Il modo in cui ti definisci, ti definisce. Allora, evita di definirti fragile.

La caduta dalla poltrona è stata soltanto un’occasione per riflettere. Soprattutto, per riflettere.

Cosa significa: “non definirti fragile”

Ho concentrato molto la mia attenzione su questa parola, “fragile”: ti fai male, come puoi definirti? Dolorante. Bene. Va bene. Rimani come prima, hai le stesse risorse, risenti del dolore oggettivo. Sei andato a lavorare in un ufficio pensando che fosse il lavoro dei sogni ed è venuto fuori che è un ambiente pessimo, così tanto che ti senti un po’ sfiduciato. Come puoi definirti? Demotivato. E chi non lo sarebbe, lavorando tutti i giorni in un posto che non gli piace, con persone con cui non si trova bene. Ma hai a tua disposizione tutto te stesso, rimani come prima. Il lavoro non ti cambia, se tu non glielo permetti. E sono le tue risorse che ti sostengono e ti consentono di tracciare la tua vita. Se, invece, tu permetti alla vita di definirti, la tua percezione di te stesso cambierà in base a ciò che avviene. Se le cose vanno bene, pensi bene di te, se vanno male, pensi male di te. O degli altri.

Cosa significa “non definirti fragile”? Significa non fare entrare nella tua visione di te stesso elementi che possono trasformarti negativamente e toglierti forza evolutiva. Non significa che tu non possa sentirti, in un certo momento, fragile. Ma non è ciò che sei.

Riconoscere i momenti di debolezza è la via maestra per superarli

Con “sono partita con la mia crociata”, intendevo dire che ho fatto quello che faccio sempre: ascolto, sostengo, cerco soluzioni, propongo soluzioni, faccio in modo che la persona stessa possa constatare la solidità di punti di vista più assertivi e costruttivi. Se ti fai male perché cadi, o perché ti feriscono, o perché ti lasciano, o perché ti senti insoddisfatto, non sei “fragile”: sei una persona che vive un’esperienza che fa soffrire. Sei un essere umano, esprimi umanità.

Umanità non è solo grandezza, aspirazioni e valore, ma anche consapevolezza del proprio sentire. Hai il diritto, in quel momento, in quella situazione, di provare quello che provi. Ma non devi fermarti lì, non devi farti definire da quella esperienza. Tu definisci la tua vita, tu scegli l’effetto dell’esperienza. Certo, riconoscendo bene le tue caratteristiche: una persona ansiosa che conosce questo suo aspetto andrà in una direzione, una persona impulsiva in un’altra, una persona pessimista avrà un’altra strada ancora da seguire, e così anche una persona ipocondriaca.

Più ti conosci, più ti migliori. Più ti piaci, più sei libero

Se ti conosci, ti migliori. Più ti conosci, più ti migliori. Conosci i tuoi punti forti, ed i tuoi punti deboli. Puoi lavorarci e trasformarli. Anche, aggiungere a te stesso caratteristiche che ti piacciono e vuoi sviluppare. Riconoscere la situazione che vivi è un passaggio fondamentale: riconoscerla per ciò che è, né più, né meno. E affrontarla, e agire, e cercare soluzioni. Ed essere saggio, ed anche coraggioso. Paziente, con te stesso, e simpatico, perché una giusta dose di buona ironia, la capacità di affrontare le tue sfide mantenendo il sorriso, ti aiuta, è parte della strategia vincente. Così impari a scegliere bene le parole con cui ti definisci. Se diventano limitanti, capirai che ti stai auto-imprigionando. È giunto il momento di cercare parole migliori, che ti permettano di vedere tutto te stesso, che descrivono e spiegano chi sei, non lo confinano, non lo limitano. Qua mi fermo, ma avrei tante storie da raccontarti, persone con dotazioni straordinarie ingannate da se stesse e dagli altri, che non sapevano più vedere la parte positiva delle proprie caratteristiche, ma solo quella negativa. Non devi piacere agli altri, ma a te stesso. Allora sì, che sarai libero di decidere a chi vuoi piacere.

Se vuoi approfondire questa prospettiva, ed usarla nella tua vita, potresti usare la grafologia evolutiva®. Più ti conosci, più ti migliori. Per saperne di più sul mio metodo, per capire cosa possiamo fare per i tuoi obiettivi, per il tuo star bene, contattami. Annarosapacini.com, pagina contatti, e-mail, telefono, scrivi, chiama, ti risponderò; lì trovi tutti i miei recapiti.

E dal sito puoi richiedere, in ogni momento, il tuo Profilo Grafologico Essenziale, un focus sui punti di forza più importanti per te e la tua vita, in questo momento, che realizzo personalmente, e che riceverai direttamente nella tua e-mail, in pochi giorni. Perché sapere cosa allenare e cosa utilizzare, tra le tue risorse, è di grande aiuto, sulla via della piena realizzazione. Se vuoi lasciare un commento, farmi conoscere i tuoi pensieri, ti leggerò molto volentieri. Per non perdere i nuovi video iscriviti al mio canale YouTube, per tutte le novità alla newsletter, se ti appassionano questi temi seguimi sui vari social, mi trovi su tutti i principali, scrivo soprattutto su Facebook, e, naturalmente, sul mio blog. E se non lo hai fatto, iscriviti al mio podcast, Comunicare per essere®, dalla pagina podcast del mio sito, puoi scegliere l’app che preferisci. Se ti piace e vuoi sostenere il mio podcast puoi lasciare la tua valutazione su iTunes e Spotify. Ogni settimana, nuove puntate, sempre al tuo fianco, piccole e grandi ispirazioni che aiutano la vita.

Aforismi e musica, per concludere la puntata. Tre aforismi su come non essere fragili, ovvero, su come essere forti. Arnold Schwarzenegger: “La forza non viene dal vincere. Le tue lotte sviluppano la tua forza. Quando passi attraverso delle avversità e decidi di non arrenderti, quella è la forza”. Ralph Waldo Emerson: “Il carattere è più dell’intelletto. Una grande anima sarà forte nel vivere come nel pensare”. Il terzo, Lao Tzu: “Superare gli altri è avere la forza, superare se stessi è essere forti”. Il brano s’intitola: “Hopeful”. Speranzoso, e promettente. Così nella vita: più speranze hai, più promesse puoi realizzare. Ciao, grazie per essere stato con me, ti aspetto alla prossima puntata.

“Più ti conosci, più ti migliori. Più ti piaci, più sei libero”

-Annarosa Pacini

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