Il meglio è nemico del bene (invece, no)

Può “più bene” essere peggiorativo di “bene”? Se cerchi di migliorarti, sbagli? Se vuoi fare meglio, limiti quello che puoi fare bene, per farlo meno bene? “Il meglio è nemico del bene” è una di quelle frasi nate con intenti pseudo-positivi, e poi usate per giudicare. Per una persona che non ami la precisione, essere precisi sarà nemico dell’essere disordinati. Per una persona che non ami l’altruismo, pensare agli altri sarà nemico del pensare a se stessi. In realtà, il meglio, che è “più bene”, non è mai nemico del bene. Anzi. Di bene in meglio non puoi fare altro che progredire. In questa puntata ti spiego come proteggerti dai luoghi comuni, come rinforzarti per non farti condizionare, e perché fare del tuo meglio è la strada maestra per essere migliore.
(Scorrendo la pagina puoi leggere la trascrizione dell’audio)

Perchè migliorare è sempre la scelta migliore

L’ispirazione della puntata viene da una frase che una mia cliente più volte mi ha citato. E’ una donna attenta e sensibile, brillante e curiosa. Ancora non ha deciso chi vuole, pienamente, essere. Ma certo sa cosa non vuole. E’ mia esperienza che le parole lascino segni interiori, di varia profondità e durata. Quelle positive come quelle negative. Di parole negative, ne senti, e, forse, ne dici, di più che non positive. E’ più facile criticare che sostenere, dire ad una persona in cosa sbaglia, piuttosto che apprezzare ciò che ha fatto di giusto.

Non lo fai apposta, nessuno lo fa apposta. Ogni tuo pensiero, modo di essere, sentire, parlare, relazionarti, viene dalla tua natura originaria e dalla tua vita. E’ un effetto, conseguenza della tua storia e delle tue scelte. E le scelte che fai, quelle sì, posso cambiare la tua vita, porti di fronte a direzioni nuove. In ogni momento, anche adesso. Poiché la mia cliente, che chiamerò Esterina, aveva chiaramente in mente quella frase, e la riportava come un monito, un consiglio per migliorare, ho approfondito un po’ la questione. Un suo responsabile, in un giorno, in un momento, in ufficio, poiché non era d’accordo con la sua richiesta di controllare meglio una pratica, primo, le ha detto di lasciar perdere, secondo, scherzando, ha inteso “educarla” con la frase “il meglio è nemico del bene”, e poi, non pago, ha anche stilato una classifica delle impiegate più antipatiche, mettendola al terzo posto.

Leadership e comunicazione, questione di professionalità (e fiducia nel cambiamento)

Adesso ti farò una breve analisi relazionale di questa storia, te ne spiegherò i tanti significati, come e perché ogni situazione di questo genere può esserti utile, e come, e perché, il meglio non è mai nemico del bene. Almeno, nella prospettiva di comunicare per essere®. Che mette la tua essenza, il tuo essere, il tuo valore, al centro. E da lì, ci muoviamo verso il futuro che vuoi.

Questo episodio – e, simili, per quanto diversi nelle specificità, potrei raccontartene a decine – ci dà molte informazioni, sul soggetto parlante. Chiamiamolo Eolo. Eolo occupava una posizione per cui non era adeguatamente preparato. Chi è preparato ad avere posizioni di leader, non giudica, guida. Non critica, sostiene. Non c’è giustificazione, neanche quella della battuta scherzosa, nel mancare di rispetto ad un altro essere umano, che si tratti di lavoro, famiglia, amici o amore. Mai. Eolo aveva difficoltà con il suo ruolo, ed anche con il compito al quale era designato, che richiedeva un livello di attenzione che non gli apparteneva.

Probabilmente, “il meglio è nemico del bene” è una frase che lui, nella sua vita, aveva usato per risolvere le sue difficoltà. Non amando perder tempo nel far bene, e ancor meno, nel far meglio, aveva trovato una spiegazione auto-giustificante.

Battutine e frecciatine: perchè solo la comunicazione chiara produce chiarezza

Potrei andare avanti molto a lungo, spiegandoti come dinamiche non positive influenzino in modo non positivo ogni ambiente ed ogni relazione. Anche quando fai una battutina, scherzando ma non poi tanto, sul difetto di tuo figlio, o su una cosa che non ti piace del tuo partner, stai attivando dinamiche non positive. L’ironia, l’umorismo, la simpatia, sono caratteristiche molto belle. Quando tutti si divertono. Ma quando vengono usate per altri scopi, non sono belle per niente.

Se c’è qualcosa che non va, il modo migliore è parlare apertamente, con sincerità, nel modo giusto, al momento giusto. Così ho deciso di usare questo piccolo episodio, e ringrazio Evelina, per darti alcune prospettive, che possano permetterti di proteggerti dai luoghi comuni, dai giudizi su di te di chi non ti conosce, di rinforzare la tua visione interiore così da non farti condizionare. Da un punto di vista linguistico, “meglio” è comparativo di “bene”, e perciò significa “più bene”, “migliore”. Oggi mi sento meglio, guarda meglio, non potrebbe andar meglio. Sostantivato, con valore neutro, indica “la cosa o la parte migliore”. Fare il meglio, e, più spesso, spiega il dizionario, con un francesismo “fare del proprio meglio”, vuol dire fare tutto ciò che è possibile, mettere tutto il tuo impegno per un dato scopo. Meglio è “più bene”, perciò non può essere nemico delle sue radici. A meno che il “meglio” non sia un bene.

Il punto di partenza è sempre la tua natura originaria. Quella, è il bene. Ciò che puoi usare per fare il tuo meglio. Tu devi rispetto alla tua essenza. E’ importante che tu la conosca, la comprenda, e poi, potrai liberamente decidere come evolverla, cosa allenare, cosa migliorare. Se la tua essenza ha nell’attenzione una delle sue caratteristiche fondanti, quello, per te, è un bene. Se quel bene può crearti qualche ansia e preoccupazione di troppo, devi semplicemente trasformarlo in meglio. Cioè usare le tue caratteristiche, attenzione inclusa, per creare una realtà in cui ti senti a tuo agio, una realtà costruttiva e felice, per te, e per gli altri.

Conosci e rispetta te stesso: questa è la base di ogni vera evoluzione personale

Tu, e solo tu, conosci il tuo meglio. E così come non è giusto che qualcuno ti giudichi, anche tu potresti imparare, volendo, a non giudicare gli altri in base ai tuoi parametri. La vera conoscenza richiede chiarezza di visione. Vuol dire libertà, forza e consapevolezza. Tu ricercherai il tuo meglio, l’altro, il suo. Ognuno ha la propria strada del miglioramento. Tutto si può migliorare.

Uno dei miei primi clienti, tanti anni fa, è stato un mio carissimo amico, Samuele. Che nell’amore per il relax ha una delle sue caratteristiche. Vuol dire che ogni tanto, deve staccare, per stare bene e ricaricarsi. Qual è il suo bene? Non far nulla? Arrendersi di fronte a tanti impegni? Assolutamente no. Il suo bene è stato ricercare il suo meglio, cioè trovare un modo per gestire la sua azienda con i massimi risultati, il massimo impegno, ottimizzando tempo e risorse, e, poiché era consapevole che il suo meglio richiedeva anche che si prendesse delle pause, altrimenti, finiva per fare il suo peggio, lui ha cominciato a vederle come parte della sua scelta evolutiva. Non un nemico da combattere, un aspetto da comprendere e gestire meglio. Al meglio.

Per questo, il vero meglio, il tuo, non potrà mai essere nemico del tuo bene. Eolo ha sbagliato. Sono certa che qualcuno, prima, aveva sbagliato con lui. C’è un solo modo per sostenere il meglio, ed è essere migliori, e questo non include maleducazione, mancanza di rispetto e sfottò. Mai. Evelina ha trovato le sue strategie, per convivere con quell’ambiente.

Il potere di trasformare la tua vita è nelle tue mani: non cederlo ad altri

Però, alla fine, può accadere che diventi difficile vedere il tuo bene, perché le visioni limitanti si diffondono. Se un superiore pensa che vuoi troppo controllare, con facilità lo penseranno anche gli altri, alla fine, anche tu. Così, o rinunci, o ti senti in colpa, o inizi a pensare pensieri negativi, e provare sentimenti negativi, o te la prendi con te stesso, o altre re-azioni poco costruttive.

Le azioni costruttive sono quelle in cui sei tu a decidere. Come Evelina, che sta cercando un modo per vivere, meglio, in quell’ambiente di lavoro. Per il suo bene. E questa è la strada. E per non farti condizionare, per non portare dentro di te giudizi negativi, possibili modi di vedere una realtà che non sei tu, espressi in modo davvero sbagliato, devi rinforzarti. Cioè, conoscerti, amarti, e migliorarti. Conoscerti e amarti, non in senso generale, come una frase positiva che trovi stampata su un biglietto dei cioccolatini. Proprio, conoscerti profondamente e veramente, amarti, cioè volerti bene, comprenderti come essere umano in tutte le tue peculiarità, e da lì partire. Perché puoi comprendere anche le caratteristiche che vuoi migliorare, i punti deboli come quelli forti. Per questo, è proprio fare del tuo meglio la strada maestra per essere migliore. Andare di bene in meglio vuol dire una sola cosa: progredire. Nessun vero meglio è mai nemico di nessun vero bene. Parti da te stesso.

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Per salutarti, aforismi e musica. Pensare e sognare, fa bene. Tre aforismi sul miglioramento. Winston Churchill: “Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare”. Madonna, “Non importa chi sei, non importa quello che hai fatto, non importa da dove sei venuto, puoi sempre cambiare, diventare una versione migliore di te stesso”. Il terzo, di Robert Pirsig: “Il posto per migliorare il mondo è innanzitutto nel proprio cuore, nella propria testa e nelle proprie mani; è da qui che si può partire verso l’esterno”.

Il brano s’intitola: “Calore”. Stai al caldo. Non importa se è estate, o se è inverno. Ti serve sempre il calore del cuore. Tienilo al caldo, riscalda il cuore degli altri. Dipende da te, fare in modo che la tua vita vada per il verso migliore. Grazie per essere stato con me. Ti aspetto alla prossima puntata.

“La vera conoscenza richiede chiarezza di visione. Vuol dire libertà, forza e consapevolezza. Tu ricercherai il tuo meglio, l’altro, il suo. Ognuno ha la propria strada del miglioramento. Tutto si può migliorare”
-Annarosa Pacini

Crescita e realizzazione personale, comunicazione, motivazione, ispirazione, evoluzione, coaching on line – frasi, pensieri, aforismi e citazioni tratti dal lavoro della dr.ssa Annarosa Pacini (© tutti i diritti riservati: è consentito l’uso con la citazione della fonte e link al sito)

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