Il tema della puntata sono le antenne delle sensibilità, di cui tutti siamo dotati, anche se… Le persone con un’intelligenza emozionale ben attiva, sono in media più felici e hanno più fiducia in se stesse; corrono meno rischi di soffrire di problemi di salute legati allo stress, hanno più amici, più possibilità di trovare (e conservare) l’anima gemella, maggiori probabilità di trovare un impiego, più successo sul lavoro. E comunque, ci si può allenare per migliorarla, imparando a comunicare e capire meglio le nostre e le altrui emozioni. E a regalarci piccoli momenti di intense emozioni, per riuscire ad affrontare con successo anche i momenti no.
(Scorrendo puoi leggere la trascrizione dell’audio)
Le antenne della sensibilità
Tutti siamo dotati di sensibilità. So che qualcuno di voi sarà d’accordo e qualcun altro meno. C’è chi pensa di essere poco sensibile, chi pensa di essere troppo sensibile, chi pensa di essere sensibile, ma non ritiene che lo siano gli altri, o almeno, non quanto lui. Le combinazioni sono molteplici.
In realtà, siamo tutti sensibili. Solo, in modo diverso. Soprattutto, dipende dal modo in cui utilizziamo la nostra sensibilità. In particolare, parlando di “sensibilità” mi riferisco qui a: “particolare attitudine a risentire gli affetti, i sentimenti, le emozioni: un ragazzo di grande s.; persona di s. viva, acuta, anormale, morbosa, malata; avere, non avere s. per le sofferenze umane. In senso più ampio, considerando non solo le disposizioni affettive ma anche le tendenze attive dell’animo, si parla di s. morale, di s. sociale, di s. politica, e sim., per indicare la capacità a comprendere, sentire, elaborare i fatti morali, sociali, politici, ecc. Altre volte invece la parola indica più precisamente delicatezza di sentimento e finezza di giudizio estetico: poeta, artista, musicista di grande s.; anima di raffinata s., d’una s. squisita (e per estens., di opera che riveli tale delicatezza: poesia, dipinto, pagina musicale di squisita s.); lettore di scarsa s.; non ho nessuna s. per la musica, per l’architettura, ecc.; oppure, finezza nel distinguere e nel giudicare tra differenze o sfumature qualitative: avere s. per i colori, per i suoni, ecc. 3.”
Sapete che, per riuscire a comprendersi, si deve essere certi di partire dagli stessi presupposti.
Considero la sensibilità una caratteristica molto positiva e utile, per creare, rafforzare, mantenere buone relazioni umane. Ma, come vi dicevo, tutto dipende dal modo in cui la utilizziamo.
Ognuno ha le sue “antenne sensibili”
Immaginiamo la “sensibilità” come se fossero delle antenne: dovrebbero essere antenne mobili, capaci di direzionarsi verso l’interno e verso l’esterno, vero l’alto e verso il basso, di tener presenti le nostre emozioni, e quelle degli altri, le esigenze pratiche e le esigenze superiori. Di momento in momento, consentendoci di rispondere nel modo più adeguato. Rispondere in senso ampio, non solo verbale.
Purtroppo, non è così.
Alcune persone hanno le antenne direzionate molto bene verso se stesse, e quindi non riescono a percepire come paritarie e degne di eguale attenzione, le esigenze altrui.
Altre hanno le antenne direzionate verso l’esterno, e finiscono per perdere di vista il modo giusto di tener presenti anche le loro stesse esigenze. C’è chi le allunga a dismisura, finendo per ingigantire ogni stimolo, chi invece le tiene quasi sempre ritirate, a volte per paura di ciò che potrebbe percepire, altre perché non ha imparato ad utilizzarle.
La cosa più importante da tenere presente, perché le antenne della sensibilità possano aiutarci a migliorare non solo le nostre relazioni, ma anche la nostra vita, è che tutte le antenne sono diverse, non esiste un’antenna universalmente migliore di altre, e, soprattutto, che se non le sintonizziamo bene, possono portarci fuori rotta.
La sensibilità nella scrittura
Ragioniamo in termini grafologici – o, meglio, lo farò io, voi che siete così bravi, mi seguirete grazie alla vostra immaginazione (su YouTube sto pubblicando degli estratti dai webinars dedicati ai significati della scrittura, qualche immagine potrebbe essere d’aiuto).
Torniamo all’esempio. Una persona che ha una scrittura con una pressione forte, ovali stretti e allungati, magari degli angoli alla base delle lettere, anche una maggioranza di distacchi interlettera, variazione dell’inclinazione assiale, non omogenea, parrà più suscettibile che sensibile. All’esterno, la sua sensibilità non verrà letta come tale, quanto, piuttosto, come aggressività, o, appunto, suscettibilità. L’antagonismo la potrebbe portare a sentirsi spesso attaccata o giudicata, indipendentemente dalla reale intenzione dell’altro. Non avrebbe però la stessa sensibilità in uscita, ovvero, le esigenze degli altri le parrebbero sempre meno importanti delle sue. Eppure, anche questa persona è sensibile, e le sue reazioni vengono dalla sua sensibilità, da ciò che prova.
Naturalmente, questo è un esempio, deliberatamente “esagerato”, eppure, nella realtà, è ciò che accade. Ognuno usa le proprie antenne a suo modo, e raramente siamo sintonizzati in modo da cogliere ogni sfumatura. Soltanto se riusciamo ad utilizzarle a 360 gradi possiamo davvero utilizzare la sensibilità per il nostro e l’altrui bene.
Imparare a riconoscere la nostra sensibilità profonda
In ogni ambito, dall’amore al lavoro: pensiamo cosa potrebbe accadere quando ci trovassimo a lavorare assieme ad una persona che utilizza delle “antenne della sensibilità” e registri emozionali che vanno in direzioni del tutto opposte ai nostri. Ma di questo, parleremo in altre puntate.
Intanto, vi consigli di capire da che parte sono orientate le vostre attenne della sensibilità, e di allenarvi ad utilizzarle appieno. Se non riuscite a trovare la risposta da soli, chiedetelo a chi vi sta intorno, in genere, gli altri riescono ad accorgersene.
Ma attenzione, non è detto che la loro visione sia obiettiva: una volta, un mio cliente, un uomo adulto, era convinto di essere debole soltanto perché la sua sensibilità, in ambito familiare, era vista come una debolezza. Invece non era affatto debole. Era sensibile, emotivo, a volte, ma anche molto forte, e giusto. Le vere risposte, quelle più vere, sta a noi trovarle.
Se avete perso qualche puntata o vi interessa approfondire i vari argomenti anche da punti di vista diversi, troverete sicuramente qualcosa di utile su questo sito, annarosapacini.com Vi aspetto anche sulle mie pagine social.
Aforisma della puntata: “Non potrai fare che il cielo non sia cielo, che un bel viso diventi brutto e il cuore umano insensibile” Albert Camus