Il lato oscuro di scritture “belle”, focus grafologici

Nuova puntata dedicata ai focus grafologici. Una premessa importante è che gli esempi di cui vi parlo sono, volutamente, tipicizzati, e riguardano un singolo segno grafologico. Giammai un singolo segno può – e, devo dire, per fortuna – rappresentare in toto una persona. Quindi, anche se vi riconoscete in qualche segno, quello non siete voi. Magari, una piccola parte del vostro modo di essere. Parliamo di “bella” scrittura. Con il termine “bella” scrittura, nell’immaginario collettivo, si pensa ad una scrittura leggibile, accurata, abbastanza uguale a se stessa, che rispetta i canoni scolastici. Non sto parlando della “calligrafia”, che è l’arte della bella scrittura, realizzata appositamente in risposta a precisi dettami estetici. Sto parlando di una bella scrittura naturale e spontanea.
(Scorrendo puoi leggere la trascrizione dell’audio)

Il lato oscuro di scritture “belle”, focus grafologici (“bella” scrittura non esiste)

Grafologicamente parlando, la “bella” scrittura non esiste, è un’illusione. La bellezza viene dall’armonia delle parti, dal modo in cui i vari elementi si combinano, e poco ha a che vedere con la forma intesa in senso tradizionale, anzi. La vostra scrittura è molto veloce e/o un po’ disordinata e/o variabile e/o poco accurata e/o…? Ne parleremo in altre puntate. In questa, parliamo della scrittura tracciata con attenzione, con accuratezza. Il livello di accuratezza può essere variabile, da spontaneo e naturale ad un’accuratezza ricercata e studiata. Ma ancora oggi c’è chi ritiene bella una scrittura non solo accurata, ma anche uguale a se stessa. Mettendo da parte il concetto di scrittura “bella”, possiamo dire che le scritture che presentano attenzione alla forma, e piuttosto uguali a se stesse, rimandano a modelli relazionali non sempre positivi.
C’è molta differenza tra chi presta attenzione alla forma della scrittura perché questo risponde ad un criterio interiore e chi lo fa perché teme il giudizio dell’ambiente. Tra chi si nasconde dietro ciò che sembra e chi pensa che non sarebbe accettato in nessun altro modo. Ricordiamoci che la scrittura rispecchia ciò che siamo, il nostro equilibrio, il modo in cui utilizziamo le nostre risorse.
Lo stesso vale per una scrittura molto uguale a se stessa. Ci possono essere grafie che presentano regolarità, ma all’interno di un’armonica variabilità, ed altre che sono davvero sempre uguali. Non diventano così per magia, naturalmente, ma sono l’effetto e la conseguenza delle scelte, delle tendenze, delle relazioni, delle esperienze, dell’incontro dell’Io originario con la vita.

Quando la forma nasconde la sostanza

Adottare un certo modello di comportamento, una certa organizzazione lavorativa, una certa metodica nelle interazioni sociali, può essere d’aiuto. Purchè non diventi l’unico modello che riusciamo ad utilizzare o l’unico che pensiamo che sia giusto, non solo per noi, ma anche per gli altri.
Spesso, dietro scritture che mostrano molta attenzione alla forma, c’è desiderio di approvazione, che può portare a rinunciare a difendere le proprie giuste istanze, oppure, ad aderire a modelli e richieste che non ci appartengono. Ancora, a cercare di essere come pensiamo che gli altri vogliano che siamo. Può essere un modo che aiuta a controllare l’insicurezza. Per altri, invece, un’espressione genuina dell’essere. Chi ha un elevato livello di attenzione e controllo, riesce con più facilità ad avere scritture accurate. Allo stesso modo, a volte è proprio la paura di affrontare la vita e gli imprevisti che spinge le persone ad irrigidirsi così tanto dietro regole e schemi, da creare scritture sempre uguale a se stesse. Più la scrittura è fissa, rigida, più avremo difficoltà a creare relazioni soddisfacenti se le persone non si adeguano al nostro modo di vedere.
Sono tante, troppo, a mio avviso, le donne che ho incontrato, nel mio lavoro, con grafie accurate, compite, a volte uguali, che tanto si dedicavano alla loro famiglia, partner o figli, e tanto soffrivano. E troppi partner di queste donne, e figli, stressati dal loro modo di essere.

Dalla scrittura alle relazioni, le tensioni nascoste dietro al controllo

Facciamo un esempio pratico. Luisa è una donna intelligente, dotata. Ha avuto dei genitori severi, piuttosto critici, poco affettivi. Un’adolescenza in cui si sentiva sempre in competizione con la sorella. Per trovare sicurezza, ha cominciato a stare attenta a tutto, a dare grande importanza all’apparenza, alle regole. Alla fine, quello è diventato il suo metro di misura, e il suo modo di vivere. Più andava avanti, più i suoi modelli si rinforzavano, e ne aveva bisogno per stare bene.
Le davano anche buoni risultati, persona affidabile sul lavoro, donna di casa abilissima, cucina, lava, stira, vita sociale sempre impeccabile. Più andava avanti e più si irrigidiva, ma lei non lo sapeva. Otteneva i suoi successi, stava bene dentro le sue regole. Poi ha incontrato il suo lui, chiamiamolo Mario. Estroverso, imprevedibile, attrazione fatale. Spesso questo tipo di donna è attratta da uomini con un carattere forte, ma, purtroppo, non sempre chi ha un carattere forte è abituato a coltivare la propria sensibilità. Perché c’è una cosa che non vi ho detto: è proprio la sensibilità che crea queste scritture, di persone che si difendono dagli attacchi esterni con le loro regole e i loro modelli.
Anni dopo, Luisa e Mario hanno anche un figlio, o due. Luisa non è felice, perché Mario è ritardatario, poi non ricorda gli anniversari, e poi non piega gli abiti, e non la ascolta mai. Mario non è felice, perché Luisa ha sempre da ridire su tutto. I figli pure non sono felici, una volta strilla il padre, perché sono troppo lenti, una volta la madre, perché vanno troppo veloci.

La bella scrittura nasce dell’equilibrio interiore

La bella scrittura spontanea e naturale è fantastica. Però, la bella scrittura di questo tipo non è bella per la forma, ma per l’equilibrio che esprime. Un equilibrio che ci consente di essere noi stessi, di accettare gli altri per ciò che sono, di dialogare, di costruire, e di essere felici. Pensate quante donne, mamme, compagne, anche vostre, magari, passano la vita a cercare di dedicarsi agli altri attraverso questo mondo di regole, e quanto il loro amore non sia visto per ciò che è, ma si notino solo – o soprattutto – le regole, e le critiche, i rimproveri e le accuse. E invece, quello che vorrebbero ricevere è amore, e quello che vogliono dare è amore. E quanti uomini, mariti o figli o padri, non sanno comprendere cosa si nasconde dietro questi atteggiamenti. Perché siamo tutti preda dei nostri modelli limitanti, se non ne diventiamo consapevoli.

La bella scrittura nasce dell’equilibrio interiore

Quindi, il lato “oscuro” di una bella scrittura, anzi, direi, di ogni scrittura, è quello che ci rende suoi prigionieri. E’ quello che ci spinge ad attivare dei meccanismi e dei comportamenti non per essere felici e realizzati, ma per sopravvivere, per non avere paura. Non sono i meccanismi giusti.
I meccanismi giusti sono quelli che ci permettono di essere noi stessi, serenamente. Tornando all’esempio, la donna che si occupa della casa, ma quando è stanca si riposa. Che non va in crisi se il marito non piega la camicia. Che non urla al figlio se lascia la camera in disordine. Che trova il modo giusto di spiegare, di dialogare, di far comprendere le sue esigenze, e, allo stesso modo, riesce a fare con quelle degli altri.
Che riesce, soprattutto, ad amare se stessa, prima, e poi, sempre meglio, gli altri. Lo stesso vale anche per gli “altri” (ma non preoccupatevi, parleremo anche di altre scritture, altri modelli di vita, altri limiti e altre possibilità).
Avete una scrittura come quelle che ho descritto? Bene. Cercare di capire se vi sentite liberi o prigionieri (ho parlato di donne, ma le caratteristiche grafologiche non hanno sesso, valgono anche per gli uomini). Avete un/una partner che vi stressa con le sue regole, i suoi modi di fare? Bene, cercate di capire cosa vuole dirvi in realtà, andate oltre il fare, e cercate di vedere l’essere.
E se avete voglia, prima di tutto, di vedere voi stessi come non vi siete mai visti, e di puntare sulla vostra evoluzione personale, contattatemi. Ogni momento è giusto per decidere di essere felici. Annarosapacini.com, dal sito alle pagine social, scegliete il canale che preferite.
Aforismi – “Il modo migliore per realizzare i propri sogni è svegliarsi” Paul Valéry
“Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro” Steve Jobs

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