Il lavoro occupa un ruolo fondamentale, nella vita di ognuno di noi. Per chi ce l’ha, e per chi non ce l’ha. Per chi ha un lavoro che gli piace, e per chi fa un lavoro che non gli piace. Per chi lavora per vivere, e per chi vive per lavorare.
Credo che ci siano degli assunti di base sui quali potremmo trovarci tutti d’accordo: meglio fare un lavoro che piace, piuttosto che uno che non piace. Meglio ben pagati, piuttosto che pagati poco. E, possibilmente, avere anche del tempo da dedicare ad altro, che non sia lavoro.
La situazione economica mondiale, complessa e piena di incognite, rende, oggi, il tema del lavoro ancora più vitale. Più difficile da trovare, più difficile da mantenere, meno tutele, sempre più tasse. Parliamo dell’Italia, ma non solo. Tutto il mondo vive una situazione economica ben diversa da quella di appena poco più di un decennio fa. Stiamo vivendo, in prima persona, un periodo di transizione e crisi, di tensioni mondiali, di cambiamenti sociali e culturali che troverà sicuramente posto nei libri di Storia. Il lavoro è importante. Come lo viviamo, ancora di più. Perché non si vive di solo lavoro. L’uomo ha bisogno di ideali, di valori, di progredire. Parliamo, in questa puntata, di due diversi tipi di successo: il successo sul lavoro nella sua accezione più tradizionale, un buon lavoro, un buon risultato economico, obiettivi realizzati, prospettive di crescita, e in una accezione un po’ diversa, successo come “progresso, strada, perseguimento e raggiungimento” di un ideale interiore, lo definirei “successo evolutivo”. Due aspetti connessi, anche se, spesso, il secondo viene perso di vista, se addirittura messo da parte. Mentre è invece fondamentale.
(Scorrendo puoi leggere la trascrizione dell’audio)
Lavoro e successo si può, con la consapevolezza personale
Per l’uno, e per l’altro, la consapevolezza personale gioca un ruolo strategico. Cos’è la consapevolezza personale? E la possibilità di essere autentici, perché sappiamo riconoscere chi siamo, cosa vogliamo, dove stiamo andando. Che ha, come effetto diretto, quello di renderci pienamente padroni della nostra vita e delle nostre decisioni. In “Comunicare per essere”, all’interno del mio metodo, la consapevolezza si basa sull’attivazione del pensiero profondo, ovvero, sul far emergere e vedere con chiarezza tutto ciò che ci riguarda, chi siamo, cosa vogliamo, dove stiamo andando, e, con altrettanta chiarezza, il mondo intorno a noi.
Tutti sappiamo, più o meno, chi siamo. Potrei metterci un punto interrogativo: “tutti sappiamo chi siamo?”. Ma essere consapevoli della nostra natura autentica è una cosa diversa. Questa volta, vi farò un esempio grafologico, con osservazioni che riguardano soprattutto – ma non solo – le relazioni e gli obiettivi professionali.
C’è sempre un punto di partenza
Prendiamo una persona con una scrittura molto allungata, molto stretta, molto angolosa, pressione ben differenziata e molto grande. Chiamiamolo Alessandro. Meglio un lavoro autonomo che da dipendente. Meglio evitare un lavoro in cui si abbia a che fare con molte persone costantemente. Dovrebbe anche prendere l’abitudine di approfondire le questioni prima di affrontarle, ed allenarsi a tenere conto delle visioni altrui.
Alessandro diventa il proprietario di un’agenzia immobiliare. Poniamo anche di successo. Obiettivo realizzato? Forse. Magari ogni giorno discute con i suoi collaboratori. Quando torna a casa è sempre irritato, ha sempre qualcosa da ridire. Gli pare che i suoi competitors siano sempre un passo avanti a lui.
Di chi è la responsabilità? Lui pensa che sia degli altri. I clienti non sono mai contenti, collaboratori efficienti non se ne trovano, la moglie lo dovrebbe capire, lui si che è stanco quando torna dal lavoro. Di successo evolutivo non se ne può parlare. Con il passare degli anni, diventa sempre più critico, sempre più chiuso in se stesso, sempre più desideroso di approvazione, sempre meno attento alle esigenze degli altri.
Sa chi è, cosa vuole, dove sta andando, e come influenza il “suo” mondo? (lavoro, famiglia). Non pienamente, non compiutamente.
Ripartiamo.
Alessandro viene da me perché è insoddisfatto. Anche se si dà tanto da fare, il lavoro ha alti e bassi, non raggiunge mai gli obiettivi che vorrebbe, e, anche se li raggiunge, non come vorrebbe. Poi discute molto con la moglie e con il figlio. Ha tutte le sue spiegazioni, il figlio ha un brutto carattere, anche da piccolo faceva sempre confusione, la moglie fa un lavoro dipendente, non può capire la sua situazione. I collaboratori che trova cercano sempre di fregarlo. Eppure, lui avrebbe avuto così grandi possibilità. Si sente non realizzato, non soddisfatto. Visto da fuori può sembrare strano. Un lavoro ce l’ha, guadagna abbastanza bene, certo, a volte va meglio, a volte meno, ma chi sceglie di lavorare in proprio dovrebbe mettere già in conto certe difficoltà.
La sua scrittura parla chiaro, del suo bisogno di considerazione, del suo attaccare quando si sente attaccato, della sua difficoltà a comprendere i bisogni degli altri, tanto è preso dai suoi. Per fortuna ogni tanto entriamo in crisi. Le crisi aiutano a crescere.
Più sei te stesso, più ti realizzi
Così Alessandro inizia un percorso per la massima espressione della sua consapevolezza. Perché ha bisogno di considerazione, cosa davvero lo disturba nell’atteggiamento del figlio, per quale motivo sceglie sempre collaboratori non adatti, quanto ama la moglie, anche se non riesce ad esprimerlo nel modo giusto.
Più diventa consapevole della sua natura originaria, meno ne è prigioniero, più riesce a guidarla. Inizia ad osservare ogni cosa da prospettive nuove. Capisce cosa c’è che non va nell’organizzazione del lavoro, quali sono le priorità fondamentali da seguire per la scelta di un collaboratore, che il figlio vorrebbe solo un padre più vicino, e che stargli vicino non è così difficile. Tutto diventa più bello e simpatico. E che la moglie può aiutarlo, quando si sente giù, se glielo permette.
La realtà esterna apparentemente non è mutata. E’ cambiata la sua visione interiore, la sua consapevolezza. E questo ha cambiato la realtà esterna.
Il mondo in cui viviamo è una conseguenza delle nostre azioni, dei nostri pensieri, delle nostre parole.
Se vuoi raggiungere ciò che desideri, parti da te stesso
Uno studio di qualche tempo fa diceva che le persone povere diventano sempre più povere perché non riescono a ragionare in prospettiva, a credere nelle loro possibilità, e fanno scelte sempre più ridotte e riduttive. Proprio il contrario di cui avrebbero bisogno per cambiare la loro vita. Per avere successo.
Allora, first, diventate pienamente consapevoli di voi stessi. Così saprete bene chi siete, cosa volete, dove state andando, chi volete davvero con voi. E, soprattutto, cosa fare per guidare la vostra vita nella direzione giusta per voi. Avere successo nel lavoro significa riuscire a cambiare la nostra visione interiore in piena consapevolezza, dando alla luce noi stessi. Cambiare noi, per cambiare il mondo.
Non teoricamente, praticamente. La grafologia evolutiva ha nel fare emergere la natura autentica di ognuno di noi e ampliare la consapevolezza la sua caratteristica distintiva. Noi decidiamo quanto e come.
Fatemi sapere cosa ne pensate. Vi aspetto su annarosapacini.com o sul social che preferite.
Se vi interessa approfondire in che modo è possibile lavorare su voi stessi per la vostra evoluzione personale, contattatemi.
Questa volta, l’aforisma della puntata è una mia riflessione:
“Non importa quale sia la vostra dotazione di partenza. Ognuno di noi ha la possibilità di essere la migliore versione di sé, e questo è il vero successo nella vita”, Annarosa Pacini