La lingua segreta del corpo

Ciao, benvenuto all’ascolto di “Comunicare per essere®” podcast. Comunicazione, grafologia, scrittura, strumenti e metodi pratici ed efficaci (formazione, life coaching, counseling), per migliorare la tua vita e i rapporti con gli altri.
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La lingua segreta del corpo

Il linguaggio del corpo è molto di più, che non solo il linguaggio del corpo. “Non si legge una persona come un libro e, contrariamente a quanto pensano e dicono le persone mal informate e ‘mal-formate’, la comunicazione non verbale non si riduce ad un dizionario di gesti. Non è neutra, produce un impatto. Non informa, implica”. E’ l’espressione vitale dell’essere che parla, trasmette e riceve. Per questo è bene esserne consapevoli. Per questo è bene riuscire a calibrarla. Per questo è bene conoscerla. Per questo è bene conoscerla. In questo podcast alcune “dritte” tratte da un libro molto interessante, il cui titolo ho preso in prestito per la puntata, “La lingua segreta del corpo”, di Anne Ancelin Schützenberger. E come la grafologia e una buona gestione della comunicazione possono aiutare la tua crescita personale.

Il linguaggio del corpo, chiavi di lettura

La Schützenberger è un’autrice che seguo da tempo (di cui ho letto e recensito altri libri editi da Di Renzo Editore), psicoterapeuta, analista di gruppo e psicodrammatista di fama internazionale, recentemente scomparsa, all’età di 99 anni. Indubbiamente, originale, come sanno esserlo coloro che non temono di esprimere le proprie idee, anche quando non sono quelle più seguite dalla massa. Ho già dedicato diverse puntate del podcast al linguaggio del corpo, se non le hai ascoltate, puoi trovarle nell’archivio dell’app. Il concetto principale è legato al fornire una chiave di lettura diversa, più completa e profonda, dei linguaggi non verbali, che vada oltre gli approcci strumenti alla lettura del linguaggio del corpo come un fatto meccanico e incasellabile dentro dizionari precostituiti. Come ogni lingua, ha un suo vocabolario. Ma ogni persona crea poi il suo proprio dialetto.
Nella prefazione, la Schützenberger mette in chiaro proprio questo, te ne leggo un passaggio cruciale: “E’ vero che certi gesti, colori, ornamenti, li riconduciamo a determinate situazioni emozionali. Ma immaginare che un dizionario, una ‘chiave dei gesti’, possa risolvere i nostri interrogativi sulla sincerità, sulla spontaneità, sulla veracità, sul senso reale di ciò che viene comunicato, significa tentare di compensare una mancanza di coinvolgimento nella relazione tramite una tecnica. ‘Voglio sapere se il mio partner mente, perché la relazione che ho con lui non me lo rivela a sufficienza’. Ma perché si vuole rimpiazzare la relazione con una tecnica? Se non si risponde a questo interrogativo, vi sono forti possibilità che si persista nell’illusione di credere che si possa agire sugli altri, senza che gli altri agiscano su di noi. E, dunque, che non si comprenda cos’è la comunicazione non verbale”.
Spero che questo passo ti abbia incuriosito, e ti invito, se questo argomento ti interessa, a leggere integralmente il libro della Schützenberger. Capitolo per capitolo, tratta, uno per uno, alcuni dei temi cruciali per i linguaggi non verbali, da corpo e personalità a gesti e desideri profondi, dalle differenze culturali al gruppo di Palo Alto, dalla prossemica al controllo sociale, sino al classico “l’abito fa il monaco”. Un libro che approfondisce e non trascura, propendo anche interessanti excursus, per quanto necessariamente sintetici, sull’evoluzione di alcune teorie, come le visioni antropologiche sul corpo umano.

Comunicazione non verbale, le tecniche non bastano

Naturalmente, pur essendo un libro che non si lascia andare all’eccessiva semplificazione, non mancano esempi pratici davvero interessanti. Nella sezione dedicata a “Cerimoniale mediante lo sguardo e distanza sociale”, ad esempio, scopri che, se desideri non essere disturbato dagli altri e restare al tavolo di un bar da solo, devi, secondo l’esperto, usare alcuni segnali, gesti e atteggiamenti appropriati, magari mettendoti il più lontano possibile dagli altri, tenendo la tavola tutta per te e marcando il desiderio di isolamento posizionandoti in un angolo, che, nel linguaggio del corpo, significa “se vuoi sederti, fai pure, ma lasciami in pace, perché mi sono messo all’angolo per stare lontano dagli altri”.
Mettiamo un attimo da parte il libro della Schützenberger. Immagino che sarà capitato anche a te di compiere gesti cui attribuivi un significato che gli altri però non hanno interpretato nel modo giusto. Ad esempio, una persona molto espansiva o che non vedeva l’ora di incontrarti, potrebbe interpretare a suo modo il tuo esserti seduto nell’angolo. Questo è quello che accade nella vita reale, perché la comunicazione, verbale e non verbale, è sempre in tempo reale e bidirezionale. In questo senso, è fondamentale avere ben chiara quale sia la tua natura originaria, per esprimerla in modo che sia chiara anche agli altri. Un mio carissimo allievo-cliente per molto tempo ha assai sofferto della cattiva comprensione che gli altri facevano della sua mimica facciale, e, in generale, del suo linguaggio del corpo. Persona seria, schiva, osservatrice, introversa, comunicativa al momento giusto e nel modo a lui più confacente, aveva tra le sue amicizie una persona che interpretava e giudicava la sua lingua del corpo secondo i suoi parametri. E, secondo i suoi parametri, era chiuso, ostile, diffidente, arrabbiato, pronto a scoppiare. Si trattava di una persona assai diversa da lui, portata ad esternare in modo abbastanza subitaneo i suoi pensieri ed i suoi sentimenti, e poi a passare oltre.
Per riuscire a far sì che lei potesse interpretare correttamente il suo linguaggio del corpo (chiamerò lui Axel e lei Ginevra) Axel prima ha dovuto capire se davvero quello che esprimeva era la sua natura originaria. Ovvero, se lui era davvero riservato oppure represso, come riteneva Ginevra. Era davvero riservato. E gli stava bene. Caratteristica che tanti suoi amici, e colleghi, apprezzavano, la capacità di ascoltare e osservare. Più si è sentito a suo agio nei suoi panni, più ha iniziato a manifestare la sua natura con serenità, tanto che, nel tempo, sempre più raramente ha incontrato persone che mal-interpretavano il suo linguaggio del corpo.
Ed ha aiutato anche Ginevra, che ha iniziato ad osservare e a riflettere un po’ di più, prima di giudicare una persona. Perché i giudizi pesano, e, alla lunga, possono risultare condizionanti.
Non solo per chi li subisce, ma anche per chi li esprime perché, se sono limitati, possono diventare limitanti.

Il potere del vero Io (ovvero, più sei te stesso, più la tua comunicazione funziona)

A me piace, ad esempio, quando parlo con un cassiere in un supermercato o con una barista, esprimere sempre apprezzamento per ciò che fanno in quel momento. Senza mai dare per scontate gentilezza, attenzione o professionalità. Perché mantenere uno stato d’animo tranquillo, otto ore al giorno, ogni giorno, facendo lavori in cui si ha a che fare con centinaia di persone, non sempre simpatiche e pazienti, è davvero da apprezzare.
Si può sorridere, ecco la lingua del corpo, con la bocca, con gli occhi, ed anche, parlare. La comunicazione relazionale è fondamentale per il nostro equilibrio interiore e per i nostri rapporti con gli altri, e la grafologia aiuta a far sì che ognuno possa comprendere meglio se stesso, e anche gli altri.
Poi, bisogna sempre proseguire sulla strada della crescita personale, conoscere, leggere, studiare, e anche allenarsi e mettere in pratica. Uno degli ultimi capitoli del libro della Schützenberger si intitola “L’abito fa il monaco: accessori e artefatti”. L’uomo, scrive l’autrice, è spesso percepito per come si presenta, attore sulla scena della vita sociale, con i suoi accessori e artefatti che gli fanno da maschera sociale. Il vestiario, in questo senso, è un’espressione molto più che individuale della personalità ed è spesso ben più codificato e ritualizzato di quanto pensi la gente, che crede di seguire la moda o di abbigliarsi “come gli pare”.
Pensiamo all’utilizzo odierno del tatuaggio, che viene sempre più ad essere una forma di messaggio, di affermazione di sé, non più alternativa o di protesta, ma quasi, al contrario, alla moda. Quante persone oggi decidono di farsi tatuare per sentirsi parte di qualcosa? Cambiano i tempi, e cambiano i significati.
Certo può essere davvero di aiuto non dimenticare il significato sociale dell’abito in specifici contesti, e sapere che può rinforzare, in modo positivo o negativo, il tuo messaggio, come, dall’altro è importante saper anche andare oltre, e non farsi condizionare.
A volte, durante il mio corso di comunicazione, faccio un esperimento. Cambio abbigliamento, anche due o tre volte. Utilizzando abiti più o meno adatti al contesto. Più formali, più casual, molto originali. Solo all’inizio le persone vi prestano attenzione. Alla fine del corso, a nessuno interessa proprio quale sia l’abbigliamento che indosso. La tesi che dimostro in pratica è che sì, l’abito fa il monaco, ma più la forza interiore del nostro monaco è visibile la sua comunicazione chiara, meno l’abito sarà importante, perché ciò che percepiamo davvero, al di là di ogni artefatto, modello, schema, condizionamento, è ciò che l’altro è. E’ più il messaggio è chiaro e forte, più diventa dominante. Vale anche per la lingua del corpo. Più sarà in sintonia con la tua natura originaria, più la tua comunicazione aiuterà la tua crescita personale e la tua vita.
Il libro “La lingua segreta del corpo”, lo trovate in vendita on line sulla vostra piattaforma preferita.
Per informazioni sul mio metodo e sugli strumenti che metto a tua disposizione, puoi scrivermi a info (at) annarosapacini.com, oppure contattami tramite social. E’ sempre il momento giusto, per decidere si tare meglio e realizzare i tuoi sogni. Trovi tutti i miei riferimenti su annarosapacini.com e sempre aggiornamenti e news.
Due aforismi per te
“Parlo due lingue, corpo e inglese” (Mae West)
“Le tue azioni parlano così forte che non riesco a sentire quello che dici” (R. W. Emerson)
E lasciati ispirare dalla musica, il brano si intitola “Business idea”. Perché le idee vengono prima di tutto. Prima, coltiva dentro di te la tua visione. E poi, allenati per realizzarla. Grazie per essere stato con me. Ti aspetto alla prossima puntata.

Per saperne di più:
“La lingua segreta del corpo”
Anne Ancelin Schützenberger, Collana Psicologia, Di Renzo Editore

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