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Cervello arcaico: se lo conosci, non ti limita
Podcast. Il cervello arcaico ha permesso all’Australopiteco, quando è sceso dagli alberi, di avere la meglio sulla ferocia dell’ambiente e degli aggressori. Tante cose sono cambiate, anche il cervello, ma quel fulcro rettiliano è ancora lì, da tre milioni di anni. E ancora combatte le sue battaglie, a volte, per difenderti, a volte per impedirti di evolvere. L’emozionalità primaria può essere compresa e governata, può aiutare la creatività, la liberazione delle energie profonde. Ma solo se la conosci e decidi di non farti dominare. Tu sei più forte del tuo cervello arcaico. Emozionalità primaria e secondaria, che tanto chiaramente la grafologia decifra e ti permette di cogliere, possono diventare i migliori alleati della tua crescita personale. In questa puntata ti racconto come, e perché.
L’emozionalità primaria, l’istinto non sempre ha ragione
Cristina, che saluto, mi ha chiesto, su Facebook, se potevo parlare del cervello arcaico, di cui ha letto in un libro dedicato al rapporto tra cervello e cibo, aggiungerei io, tra cervello, cibo ed emozioni. Argomento intrigante, di cui ho parlato nelle puntate dedicate alla neurobiologia emozionale (trovi i link per ascoltarle in fondo a questa puntata), ma approfitto della richiesta di Cristina per affrontarlo da una diversa prospettiva.
Oggi va molto di moda la “giustificazione semplicistica” anche nei confronti di comportamenti che, a livello morale ed etico, non hanno giustificazioni. Non ci si indegna più di fronte all’imbarbarimento del linguaggio o dei comportamenti, anzi, si osserva un’escalation, che i più pacati e riflessivi definirebbero “preoccupante”. Il genitore che dà un pugno ad un insegnate, un insegnante che offende un alunno, se non peggio, un medico che si cuoce le cozze in ospedale, un politico che se ne va in gita invece di andare a lavorare, il vicino di casa che investe una famiglia intera per problemi di parcheggio, sino al padre che getta giù dalla finestra una figlia di sei anni. E questi, sono solo degli esempi. Sono convinta che ne conoscerai decine. Forse ti chiedi cosa c’entra tutto questo con il cervello rettiliano. A mio avviso, molto. Il cervello rettiliano sta lì da tre milioni di anni, ma, per fortuna, pian piano il cervello si è evoluto, e così l’uomo. Nonostante il cervello rettiliano, l’uomo è stato capace di creare cose bellissime e straordinarie, basti pensare a tutte le arti, dalla pittura alla musica, all’evoluzione tecnologica, al progresso della scienza medica…
Non conosco il libro in cui Cristina ha trovato questo riferimento, ma mi è facile cogliere un nesso: là dove le emozioni non sono ben comunicate e armonizzate, e, ancor prima, percepite e gestite, il cibo diventa qualcos’altro. Non è più solo cibo, è qualcosa che prende il posto di qualcos’altro: per qualcuno, rappresenta la fuga da un dolore, per un altro, un surrogato di amore, per altri ancora, un nemico, e così via. Nella realtà oggettiva, il cibo è solo cibo.
A questo proposito, ho una mia esperienza da raccontarti, e lo farò in una puntata dedicata, su come sia possibile non solo gestire la propria alimentazione per star meglio, ma anche ottenere risultati superiori alle aspettative, aiutare altre persone a fare lo stesso e mantenere questo tipo di approccio costante nel tempo. E’ possibile quando l’emozionalità secondaria governa quella primaria, ed è capace di dare al cibo il ruolo di cibo. E’, quando è ben equilibrata, di sapere riconoscere, senza problemi, il momento giusto per regalarsi un piccolo piacere di gola. In tutto, l’equilibrio aiuta.
Il cervello arcaico è un cervello primitivo, è quello che ha aiutato l’uomo nella sua sopravvivenza. Una sopravvivenza che parte dalla base, difendere la propria vita e quella del proprio clan, procacciare il cibo, costruire casa. Le teoria ci spiega che, con il passare del tempo, i bisogno umani si sono evoluti, man mano che i bisogni primari trovavano soddisfazione, ne nascevano altri. Non più procacciare il cibo, ma trovare il lavoro migliore. Non più attaccare il nemico, ma cercare un dialogo portatore di pace. Nonostante questa evoluzione, il cervello arcaico resta lì. E’ quello legato ai marcatori emozionali. Quando una persona perde la testa, ha il sangue agli occhi, reagisce prima di pensare, quello è il cervello arcaico. Ha la sua importanza, è sempre in allerta, è il primo che si attiva quando avverte un pericolo. Peccato che, se non ti rendi conto di quanto sia condizionato dal tuo vissuto, può portarti ad agire e reagire in un modo che non è assolutamente adatto alla persona che sei, ed a ciò che vuoi raggiungere.
Il cervello rettiliano può condizionare i tuoi comportamenti
Ti racconto la storia di Filippo. Filippo aveva diciotto anni, quando l’ho conosciuto. Ultimo anno delle superiori, e vittima di un bullo, Claudio, che erano addirittura arrivato a riprenderlo con il cellulare mentre lo prendeva in giro. Filippo era un ragazzo alto, e forte, che teneva sempre le spalle curve e la testa abbassate. Il bullo era basso. Solo per questo, lo terrorizzava. Non ne avrebbe avuto motivo, Filippo era più bravo, più alto, più bello, più dotato, più forte. Eppure… quando andava alla scuole elementari, Filippo era stato preso di mira da un compagno di classe, Ettore, che gli tirava sempre giù i pantaloni, causandogli grande imbarazzo e vergogna. Era un bambino di bassa statura. Il cervello arcaico di Filippo lo aveva spinto alla fuga e alla rinuncia, perché non sapeva come fare. E quel modello era rimasto in lui, ero lo stesso che gli aveva impedito di fare amicizia con Claudio, lo stesso che lo aveva indotto ad avere con Claudio tutta una serie di comportamenti che avevano spinto Claudio ad attaccarlo sempre di più. Questo è ciò che fa il cervello arcaico. Ti rende prigioniero, crea un collegamento rapido tra un’emozione ed un comportamento, chiude in una stanza l’emozionalità secondaria, e tu non valuti più, non ti poni domande, non cerchi di capire. Provi emozioni, reagisci, agisci. Filippo è invece riuscito a liberarsi dalla prigione in cui il suo cervello arcaico lo aveva chiuso. Per prima cosa, riportando alla luce la sua prima paura. Poi, imparando ad osserva la sua vita attuale senza quel paraocchi. Da lì, è stato tutto molto più facile. Non solo ha deciso di parlare personalmente con il Dirigente didattico, ma anche con tutta la classe e, infine, con Claudio. Che non era poi così cattivo, anche lui aveva i suoi marcatori emozionali arcaici di cui era prigioniero.
La crescita è sulla strada della consapevolezza
Come si fa a trasformare il cervello arcaico in alleato? Per prima cosa, sapendo che c’è e che agisce. Che tutte le reazioni immediate, quelle più primitive, vengono da lì, dove le emozioni sono forti. Poi, che può essere educato ed allenato. E che tu disponi sempre di un’altra possibilità. Quella di decidere cosa vuoi davvero fare.
Il cervello rettiliano è quello che ti spinge ad usare gli schemi, i pregiudizi, i modelli interiorizzati, ha bisogno di agire velocemente, pensa di difenderti. Peccato che a volte non ti servirebbe difesa. Si nota molto in tutte quelle relazioni in cui una persona continua a creare un tipo di legami che sono quelli da cui vorrebbe fuggire.
La consapevolezza è sempre la prima strada, anche l’unica vera arma. Ti dà la possibilità di scegliere, di comprendere, di decidere. Capita, di perdere la pazienza, a volte, di non essere sempre sul podio di Miss o Mister Gentilezza. Basta saper riconoscere quando sbagli, basta non cercare giustificazioni là dove non ce ne sono. Senza dialogo e confronto, senza comunicazione e consapevolezza, senza cercare e costruire valore, non solo il cervello arcaico diventa più forte, ma anche tu diventi più arcaico.
Dare la colpa ai social o ai mass media, per l’imbarbarimento della società, è come cercare una scusa. I social, i mass media, la società, non sono entità astratte, sono fatte di persone. Se il primitivo prende il sopravvento, non è una materializzazione magica, è l’effetto di pensieri, scelte, parole, azioni.
Quindi, se invece di dare potere al cervello arcaico usi tutto il resto del cervello, quello che ha portato l’uomo dalla clava alla penna, puoi cambiare molto. Il tuo mondo emozionale, la tua visione interiore, i tuoi pensieri, le tue parole, le tue azioni, gli effetti delle tue azioni. E poiché tu sei il mondo in cui vivi, cambierai anche il mondo.
Le emozioni potenti sono belle, hanno la capacità di stimolare visioni, creatività, di liberare energie e forze interiori.
La crescita è sulla strada della consapevolezza
Riconoscere il valore anche della tua parte primitiva, governarla, senza imprigionarla, conducendo la tua vita là dove vuoi, in piena consapevolezza e libertà, questo è l’unico modo che hai, e abbiamo tutti, per non nasconderti dietro le “giustificazioni semplicistiche”.
Il genitore che colpisce un insegnante, sbaglia. Non ha giustificazioni. Può trovare mille altri modi alternativi, costruttivi, positivi, di valore, per esprimere il suo messaggio. E questo vale per tutti. La cosa migliore è che tu ti impegni da subito, e così anche io, e speriamo che lo facciano in tanti. Ho trovato, in un articolo, una frase attribuita a Rita Levi Montalcini “Il cervello arcaico ha salvato l’australopiteco, ma porterà l’homo sapiens all’estinzione”. Non sono d’accordo. L’uomo è molto di più del suo corpo fisico. L’analisi grafologica della scrittura di Filippo gli ha fatto scoprire che aveva così tante risorse da utilizzare, che bastava solo che decidesse di farlo. Ha riconosciuto anche le sue emozioni arcaiche, legate alla sua natura originaria, come la diffidenza e la difficoltà ad aprirsi. Questo è il bello della grafologia evolutiva, ti consente di riconoscerti, di conoscerti, di scoprirti e riscoprirti. Ti dà quella carica che a volte serve subito per risolvere le situazioni immediate, altre volte rimane lì ben custodita per i momenti in cui ti servirà. Nella scrittura, c’è tutto. Il cervello arcaico è una parte, piccola. Diventa grande solo se tu gli dai potere. Ma ci sono anche gli oltre trentamila anni del cervello dell’Homo habilis, e anche i tuoi. I tuoi sono quelli che contano di più. Il tuo potere è il più grande di tutti. Perciò non trovare scuse, non seguire la corrente, segui la tua strada e realizza la tua vita. La luce richiama sempre luce, la notte arriva, poi, torna sempre il giorno. Grazie Cristina, per il tuo messaggio. Saluto anche Notes of Reality, che ha mi ha scritto un commento molto bello sotto una puntata che ritengo fondamentale, parla di quanto la scrittura possa liberare il tuo potenziale, e molto di più, “Il corsivo libera la vita”.
Se vuoi portare la tua evoluzione personale ad un livello superiore, lavorando con me, puoi contattarmi attraverso i recapiti che trovi in questa pagina oppure inviarmi un messaggio diretto tramite il social che preferisci. Il primo incontro informativo è sempre gratuito, ed è possibile farlo anche a distanza, tramite Skype. La mia e-mail è info (at) annarosapacini.com
Per salutarti, un tris di aforismi, e un brano
“Fate in modo che il vostro amore contribuisca sempre all’evoluzione degli esseri che amate” (Omraam Mikhaël Aïvanhov)
“Vecchio è chi non evolve” (Francesco Alberoni)
“L’amore è funzione vitale dell’uomo senza la quale non vi è evoluzione individuale né di specie” (Alessandro Bertirott)
Il brano si intitola “Funky Inspiration”. Perché il ritmo giusto aiuta, nella vita.
Grazie per essere stato con me. Ti aspetto alla prossima puntata.
Approfondimenti:
– Emozioni e comunicazione, come diventare padroni del nostro destino, podcast, neurobiologia emozionale, grafologia, comunicazione
– Le emozioni che ci fanno intelligenti,