Il tuo vero Io ti fa bene

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Il tuo vero Io ti fa bene

Podcast. Se sei è in equilibrio, un equilibrio autentico, non hai bisogno di essere cattivo o di attaccare, perché riesci a comprendere le situazioni e le persone, ed a cercare una soluzione che possa andar bene per tutte le parti coinvolte. Che non vuol dire accontentare tutti, vuol dire perseguire la strada giusta. Il tuo vero Io ti fa bene, cercalo: è quello che emerge sempre dalla scrittura. Si può essere amati anche quando si fanno scelte che coloro che ci amano non condividono, perché la vera felicità viene dalla vera realizzazione. Perciò, fai emergere sempre di più il tuo vero Io, farà bene a te ed anche agli altri. Scopri perché.

L’importanza del tuo vero Io

Concludo con questa puntata un piccolo ciclo di tre puntate dedicate ad alcune riflessioni scaturite dalla lettura di un articolo pubblicato sul numero di settembre 2018 di “Mind – Mentre e cervello”, dal titolo “Dieci cose che non sapete di voi stessi”. Ho parlato dell’importanza di avere un’immagine chiara di te stesso ed una consapevolezza profonda delle tue motivazioni. Per una lettura completa ti rimando all’articolo di “Mind”. In questa puntata ho scelto un punto che mi sta molto a cuore, “Il vero io vi fa bene”, è il titolo del paragrafo e anche di questa puntata.
Secondo il giornalista, “La maggior parte delle persone pensa di avere un solido nucleo di identità, un vero Io, la cui essenza è fondata soprattutto nei loro valori morali individuali ed è relativamente stabile: le altre preferenze possono cambiare, ma il vero Io resta sempre uguale”. Poi cita una serie di studi e test, che hanno verificato che “i partecipanti si sentivano quasi sempre alienati da se stessi quando facevano qualcosa di moralmente dubbio: quando erano disonesti o egoisti, tendevano a mostrarsi insicuri. Il legame tra Io e morale è stato confermato anche da altri esperimenti: ricordando ai soggetti i loro precedenti comportamenti discutibili, la loro autostima ne risente.
Due ricercatori della Yale University, hanno presentato ad alcuni volontari storie di personaggi bugiardi o razzisti. I partecipanti attribuivano quasi sempre quei comportamenti a circostanze sfavorevoli, come un’infanzia difficile, ma affermavano che la vera natura di quelle persone era senz’altro diversa. Il risultato dimostra la nostra tendenza a credere che, in fondo al cuore, le persone siano buone e moralmente a posto.
Un altro esempio riguardava «Mark», un cristiano credente che però si sentiva attirato dal suo stesso sesso. I ricercatori volevano capire come i partecipanti all’esperimento avrebbero giudicato il problema di Mark. Secondo i conservatori, il «vero Io» di Mark non era omosessuale e doveva resistere ai richiami dell’ambiente che lo circondava, mentre i liberali pensavano che Mark dovesse vivere la propria omosessualità. Se invece Mark veniva descritto come un umanista ateo, un individuo di idee molto aperte che però nutriva riserve nei confronti delle coppie dello stesso sesso, i conservatori identificavano questa tendenza con il «vero Io» di Mark, mentre i liberali vi vedevano l’espressione di una cattiva conoscenza di sé. Questi ragionamenti dimostrano che ciò che definiamo il «nucleo d’identità» di qualcun altro è radicato soprattutto nei valori che noi stessi consideriamo più importanti. Il «vero Io» è un criterio morale.
Proprio per questo ci riesce più facile conciliare con la nostra natura le cose buone che facciamo, anziché le mancanze. A quanto pare, ci impegniamo attivamente per accrescere il nostro valore: tendiamo ad attribuire alcuni lati oscuri a quelli che eravamo in precedenza per fare migliore figura oggi.
Secondo altri due ricercatori consideriamo con qualche dubbio quelli che eravamo un tempo e, più si procede all’indietro nel passato, più il bilancio è negativo. Da ragazzo ero insopportabile, si dice per esempio, da giovane ero inibito. Ma oggi è diverso. Ci sentiamo bene al pensiero che, nel corso del tempo, ci siamo avvicinati al nostro «vero Io».
Presumere di avere un nucleo fisso di identità riduce la complessità di un mondo in continuo cambiamento. (…)”
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Realizza il tuo vero Io, sii te stesso alla massima potenza

Poi l’articolo prosegue riportando alcuni studi tesi a verificare se sia possibile vivere senza credere a un «vero Io», e la conclusione è che comunque credere che esista è utile.
Il vero io ti fa sicuramente bene. Innanzitutto, partiamo da questo assunto: il vero Io esiste. Sei tu in potenza e in essere, con tutta la tua dotazione, così come nasci. Poi incontri il mondo, le persone, la vita, e ti trasformi, in modo più o meno vicino al tuo vero Io. Più ti allontani, meno sei felice e soddisfatto, più sei vicino, più sei felice e soddisfatto. Si può star bene anche allontanandosi dal proprio vero Io, ma in un equilibrio fittizio, che spesso risente delle scosse della vita, e di scosse ce ne sono molte. Soprattutto, ti può allontanare da ciò che davvero ti può realizzare. Il vero Io, di cui spesso parlo nei miei podcast, non è il tuo vero Io secondo ciò che pensano gli altri. E’ chiaro che la visione che ognuno di noi ha è influenzata dalla sua natura, dalla sua vita, dalle sue esperienze e dai suoi modelli. Per questo, la persona che più di tutti può conoscerti bene, sei tu. E la persona che più di tutti può fare in modo che gli altri ti conoscano davvero, sei sempre tu. In questo senso, il vero Io ti fa bene. Perché ti permette di realizzare te stesso alla massima potenza, e quando percorri una strada di vera consapevolezza, spesso questa crescita non ha un tetto, non è una “massima potenza”, che vuol dire “fino al tuo massimo”, è una “massima potenza” che vuol dire ancor più, sempre.

Fai emergere il tuo vero Io

E’ vero che le persone sono buone, in fondo al cuore. Nella mia esperienza, che è un’esperienza molto forte, molto approfondita, molto verificata – non ho la pretesa che sia valida universalmente, ma è valida -, chi fa soffrire gli altri ha sempre dei motivi, e le relazioni che producono sofferenza sono relazioni non in equilibrio.
Se sei è in equilibrio, con te stesso e con gli altri, un equilibrio autentico, non quello che riesci a raggiungere per tirare avanti, poiché sei davvero consapevole, non hai bisogno di essere cattivo o di attaccare, perché riesci a comprendere le situazioni e le persone, ed a cercare una soluzione che possa andar bene per tutte le parti coinvolte. Che non vuol dire accontentare tutti, vuol dire perseguire la strada giusta. Quindi, il tuo vero Io ti fa bene, cercalo. E’ quello che emerge sempre dalla scrittura.
Mi viene in mente Giordana, una giovane donna di 36 anni, libera professionista, che ha una scrittura che parla della sua ansia, della sua preoccupazione, del vivere costantemente sotto tensione, soprattutto sul lavoro, perché ha fatto una scelta in cui non si riconosce. E quando le ho detto che nella sua scrittura ci sono tanti altri elementi, che parlano di altro, della capacità di superare i propri limiti, di vivere le situazioni con leggerezza, quasi le sembrava strano. Poi si è messa in moto, ha deciso di credere nelle sue caratteristiche autentiche, ha lavorato sulla sua consapevolezza così bene che oggi fa un lavoro in cui si riconosce, sa che non è ansiosa, piuttosto prudente, molto curiosità, tanto attenta, un po’ testarda. E che si può essere amati anche quando si fanno scelte che coloro che ci amano non condividono. Perché la vera felicità viene dalla vera realizzazione. Perciò, fai emergere sempre di più il tuo vero Io, farà bene a te ed anche agli altri.
Se sei interessato a scoprire la tua natura originaria e realizzare te stesso al cento per cento e anche di più, puoi contattarmi al 3396908960, oppure scrivi a info (at)annarosapacini.com, ti aiuterà nel tuo percorso. Dal life coaching intensivo individuale al Profilo grafologico essenziale al corso intensivo di comunicazione evolutiva, potrai scegliere lo strumento che preferisci per la tua evoluzione personale.
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A conclusione, due aforismi che ci ricordano l’importanza di essere noi stessi
“La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia” (Carl Gustav Jung)
“ Mio amico, prenditi cura della tua psiche, conosci te stesso, perchè una volta che noi conosciamo noi stessi, possiamo imparare a prenderci cura di noi stessi” (Socrate)

Il brano è di Dead Combo, “Povo Que Cais Descalço”, in licenza Creative Commons 3.0
Prenditi cura di te, e guarda bene nel tuo cuore.
Ciao, grazie per essere stato con me

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