Metti a fuoco le tue motivazioni

“Comunicare per essere®”, podcast – crescita personale, strumenti e risorse, psicologia, pedagogia, grafologia, formazione

Ciao, benvenuto all’ascolto di “Comunicare per essere®” podcast. Evoluzione personale, strumenti e visioni per migliorare la tua vita e i rapporti con gli altri.
Per ascoltare il podcast puoi scaricare l’app direttamente sul tuo cellulare per Android e per iOS, cercando, su Google Play e App Store, “Annarosa Pacini” o “Comunicare per essere”. Aggiornamenti, news ed extra su questo sito, annarosapacini.com.
E se questo podcast ti piace, scrivi la tua recensione su iTunes o sugli stores, per aiutare chi è interessato alla crescita personale come te.

Metti a fuoco le tue motivazioni

Podcast. Le motivazioni giuste ti aiutano a crescere, e ti fanno anche mettere a fuoco le reazioni che sono solo apparentemente non collegate alla tua vita. Essere consapevole vuol dire saper comprendere anche le motivazioni di quelle reazioni. Essere persone che hanno scelto un cammino di consapevolezza ed evoluzione, infatti, non significa che sei già arrivato, significa che stai percorrendo una strada, con tante tappe, tanti successi che ti auguro di ottenere, tante sfide da affrontare e da vincere, e anche da cercare, perché con le cose facili, difficilmente si cresce. Qualche consiglio su come mettere a fuoco la tua motivazione.

Metti a fuoco le tue motivazioni

Seconda puntata del podcast che prende spunto da un articolo che ho letto sul numero di settembre 2018 di “Mind – Mente e cervello” e che ho trovato molto stimolante. L’articolo si intitola “Dieci cose che non sapete di voi stessi”, sottotitolo: “Quanto vi conoscete? Probabilmente, molto meno di quanto pensiate”.
Come sai, se hai già ascoltato qualche altra puntata del mio podcast, ritengo che la consapevolezza profonda sia la base di ogni forma di evoluzione personale, e questo vuol dire che ho una grandissima fiducia nella possibilità che tu hai di sviluppare la tua consapevolezza profonda. Che tutti noi abbiamo di ampliare la nostra consapevolezza. Perché, ti chiederai? Perché il mio lavoro è aiutare le persone a sviluppare la propria consapevolezza, e so che è davvero possibile, perché ho aiutato centinaia di persone a farlo. Però mi piace anche riflettere su punti di vista diversi, che hanno comunque un loro fondamento di verità, e poi in questa lista ce ne sono alcuni che condivido, magari con altre sfumature. Nella puntata precedente ti ho spiegato perché non sono d’accordo con l’assunto che l’immagine che hai di te stesso è distorta, e come invece sia possibile imparare ad avere un’immagine di te stesso sempre più chiara e coerente.
In questa puntata condivido con te le mie riflessioni sul secondo punto, “Spesso non conoscete le vostre motivazioni”. Leggo alcuni passi da un paragrafo dell’articolo (a cui ti rimando per la versione integrale):
“Quanto conosciamo noi stessi? Volendo rispondere a questa domanda, abbiamo un problema: per giudicare l’immagine che una persona ha di sé, si dovrebbe prima sapere com’è davvero. I ricercatori, a questo proposito, ricorrono a metodi diversi. Per esempio, confrontano le autovalutazioni dei soggetti con i loro comportamenti in situazioni create in laboratorio oppure osservate nella vita di tutti i giorni. Chiedono ad altre persone, familiari o amici, di giudicarli. E raccolgono informazioni sulle tendenze inconsce, ossia quelle che rimangono nascoste ai soggetti, per mezzo di particolari procedure sperimentali.
Per misurare questo «sé implicito», gli psicologi possono usare un metodo detto test dell’associazione implicita (IAT), sviluppato negli anni Novanta da Anthony Green e dai suoi colleghi dell’Università di Washington per svelare le attitudini nascoste delle persone. Oggi ne esistono molte varianti che, tra l’altro, si concentrano sulla tendenza alla paura, sull’impulsività o sull’amichevolezza. L’assunto di base è che le reazioni fulminee non permettono alcuna riflessione, per cui in questo modo si possono portare alla luce le componenti inconsce della personalità. (…) In generale, le immagini implicite di se stessi coincidono solo in piccola parte con le autovalutazioni esplicite rilevate nei questionari. L’immagine che diamo rispondendo alle domande ha poco in comune con le reazioni immediate di fronte alle parole stimolo. (…)
Mitja Back, psicologo dell’Università di Münster, spiega così questo fenomeno: le procedure implicite stimolano impulsi automatici che fanno comportare le persone in modi ben precisi. In questo modo è possibile osservare attentamente il desiderio spontaneo, per esempio, di mettersi in mostra davanti agli altri. Invece una vena di coscienziosità o di curiosità riguarda più il livello intellettuale, che viene attivato dalle riflessioni su se stessi”.

Interessante e sicuramente vero, per quello che riguarda questi studi, ma a me interessa richiamare la tua attenzione su alcuni aspetti che possono aiutarti a mettere meglio a fuoco le tue motivazioni.
La maggiore o minore corrispondenza tra la tua autovalutazione e quello che dei tuoi comportamenti pensano familiari e amici è strettamente legato alla tua consapevolezza e al modo in cui comunichi ciò che sei. E più alleni il tuo equilibrio, più anche le reazioni immediate sono corrispondenti.

Più consapevolezza, più chiarezza

Le immagini implicite di se stessi coincidono poco con le autovalutazioni esplicite rilevate nei questionari quando manca chiarezza.
Ti faccio un esempio, come sempre, tratto dalla mia attività di coach e counselor.
Fabiana viene da me perché vorrebbe migliorare i rapporti con le colleghe di lavoro. Poi emerge che le questioni più importanti per la sua vita stanno altrove, e riguardano soprattutto il rapporto con il marito. Ad un primo livello, quello che io chiamo il livello di superficie, del linguaggio semplificato, immediato, quello che tendiamo ad usare tutti, nel quotidiano, anche per abitudine, Fabiana ritiene di avere un buon rapporto con il marito.
Si racconta – attenzione a questo termine – si racconta che le va bene come è, che vuol dire scontroso e irascibile, pronto a rimproverare i figli per ogni nonnulla, e, quando non lavora, propenso a dedicarsi soprattutto ai suoi interessi, e poco presente in casa. Questo, da sempre. La tendenza alla collera verbale lo ha portato a discutere anche amici di lunga data, e lei ha perso anche amicizie alle quali teneva.
La sua autovalutazione, rispetto a questa situazione, è che lei si è ben adattata al modo di essere del marito, che i figli lo capiscono e non ne soffrono e lo ama così com’è. I figli, che la vedono dall’esterno, e in tutt’altro modo, ritengono che lei si sia adattata per evitare di discutere sempre, che non li difenda abbastanza di fronte alle intemperanze del padre, e che lui sia piuttosto egoista e insensibile.
Perché c’è questa differenza? Perché Fabiana non ha mai ammesso di amare suo marito, che chiameremo Vittorio, ma anche di avercela con lui perché non ha mai cercato di evolvere il suo stile relazionale e comunicazionale, rimanendo sempre così come era. D’altronde, perché avrebbe dovuto cambiare, dato che intorno a lui tutti si comportavano come se andasse bene?
Io dico spesso che se le persone che ci amano non hanno abbastanza fiducia in noi da dirci la verità, anche quando sbagliamo o li facciamo soffrire, da spiegarci il loro punto di vista per permetterci di comprendere meglio, chi mai lo farà? E come può cambiare una situazione senza che la si comunichi e la si conosca in modo profondo e vero? Almeno, dovremmo avere la possibilità di scegliere. Al tema del coraggio ho dedicato un ciclo di puntate, ed una approfondisce proprio il tema della fiducia.
Che si tratti di immagini implicite o autovalutazioni, possono essere veri solo se ci raccontiamo la verità.
La verità di Fabiana è che negli anni ha smesso di sperare che il marito comprendesse le sue esigenze, e, siccome lo amava, ha cercato di spingere i figli a fare lo stesso. In questo modo, nessuno era veramente felice, e nessuno comunicava davvero ciò che provava o ciò che sentiva, secondo il modello familiare da lei stessa creato. Quando ha preso consapevolezza di questi aspetti, ed ha smesso di raccontarsi delle storie, ha capito cosa doveva davvero fare e dire. D’altronde, la sua scrittura mostra grandi capacità di mediazione ma anche forza di volontà e determinazione. Era lei che aveva scelto di non credere nella possibilità di cambiamento del marito, di Vittorio. Quando ha iniziato a comunicare se stessa in modo coerente, sincero e vero, tutto ha trovato piena corrispondenza, ciò che lei sentiva e manifestava e ciò che i figli pensavano del suo comportamento, ovvero, che finalmente stava cercando di essere più sincera con il loro padre. Peraltro, scoprendo, come spesso accade, che chi ti ama è disposto ad ascoltare, ed anche a fare dei passi nella tua direzione, naturalmente, per quanto vuole e per quanto può, a meno che anche l’altra persona non sia interessata a crescere davvero.
Perciò, queste discrepanze aumentano con il diminuire della consapevolezza e della chiarezza interiore. Ma non sono né scontate, né uguali per tutti, né ineluttabili o immodificabili. E’ questa la vision che devi sempre ben tenere dentro di te: che più diventi consapevole di te, più coerentemente lo manifesti nell’ambiente, più tutto l’ambiente ti risponderà in modo giusto.

Allinea le tue motivazioni al tuo vero te

Sull’altro aspetto, quello delle risposte immediate, in realtà – ma te ne parlo da un punto di vista grafologico – sono ben comprensibili all’interno della dinamica di una natura originaria. Una persona molto reattiva e sospettosa, ad un evento critico, reagirà amplificando quegli aspetti, senza star troppo a valutare se la reazione è giusta o sbagliata. Una persona che ha paura, tenderà ad avere più paura. Queste reazioni sono ben spiegate dalla neurobiologia emozionale, le reazioni immediate sono in linea con ciò che, nel profondo, pensiamo di essere, tanto che hanno creato dei veri e propri “modelli di reazione” che coinvolgono anche il corpo fisico.
Bisogna vedere se sono in linea con quello che sei davvero. Quindi, le tue motivazioni le conosci, quello che ti serve è conoscere le motivazioni vere, e cercare quelle giuste.
Quando Fabiana si autoingannava, raccontandosi che le sue motivazioni erano per il bene di tutti, non creava le basi necessarie per un miglioramento. Il vero miglioramento richiede coraggio e onestà. Quando ha riconosciuto le sue motivazioni autentiche, la paura che il marito non riconoscesse i suoi bisogni, la sua tendenza ad evitare i conflitti, ha potuto trovare modi nuovi e parole nuove, perché il loro rapporto, e tutte le relazioni familiari, potessero finalmente consentire ad ognuno di loro di sentirsi più compreso.
Le motivazioni giuste ti aiutano a crescere, e ti fanno anche mettere a fuoco le reazioni che sono solo apparentemente non collegate alla tua vita, alle tue emozioni: c’è sempre un collegamento, a volte emerge con immediatezza, altre volte va ricercato. Essere consapevole vuol dire saper comprendere anche le motivazioni di quelle reazioni che ci rendono umani. Essere persone che hanno scelto un cammino di consapevolezza ed evoluzione, infatti, non significa che sei già arrivato, significa che stai percorrendo una strada, con tante tappe, tanti successi che ti auguro di ottenere, tante sfide da affrontare e da vincere, e anche da cercare, perché con le cose facili, difficilmente si cresce.
Punta su di te, e decidi la vita che vuoi. Se vuoi farlo con me, puoi contattarmi al 3396908960, oppure scrivi a info (at)annarosapacini.com. Gli strumenti che metto a tua disposizione sono molti, dal life coaching intensivo individuale al Profilo grafologico essenziale al corso intensivo di comunicazione evolutiva, e molti altri.
Trovi sempre tutte le news sul mio sito, annarosapacini.com
E non dimenticare, se questa puntata ti è piaciuta, di lasciare un commento sulla mia app e la tua recensione su iTunes, su App Store o Google Play. L’aforisma di questa puntata l’ho già proposto in altre puntate, ma trovo che sia azzeccatissimo:
“La libertà non è altro che la possibilità di essere migliori” Albert Camus
Il brano è di Hiroumi, si intitola “Photograph”, dall’album kokoro no furyoku, che vuol dire “il centro del cuore”, in licenza Creative Commons 3.0
Trova il tuo centro del cuore, e fallo diventare il centro della tua vita.
Ciao, grazie per essere stato con me, alla prossima puntata.

“Mind – Mente & Cervello”

Scroll to Top