Il cibo alleato della tua felicità (o diventi il suo schiavo)

Quando stai bene, sei sereno, consapevole, il cibo può diventare un grande alleato per la tua felicità. Un momento importante per il tuo benessere che puoi gestire come preferisci e che può essere piacevole senza che questo ti preoccupi, perché sei tu a scegliere il cibo e non il cibo a scegliere te. Ma se non lo conosci, allora rischi di diventare il suo schiavo. Scopri come il cibo ti condiziona e come puoi fare a liberarti e ad usarlo nel modo migliore per te. Podcast – grafologia e crescita personale, analisi grafologica, life coaching, comunicazione interpersonale.

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Il cibo alleato della tua felicità (o diventi il suo schiavo)

Il rapporto tra cibo, psiche ed emozioni è un rapporto strettissimo. A questo argomento, ovvero, il modo in cui l’umore e la situazione influiscono su come ti nutri e su quanto gli alimenti ti piacciono, è dedicato un articolo pubblicato sul numero di questo mese di “Mind – Mente e Cervello”, che come sai è un magazine che mi piace leggere e trovo molto interessante. L’articolo si intitola “Un giorno pieno di tentazioni”, e spiega che umore e situazione influiscano pesantemente sul tuo rapporto con il cibo. L’autrice racconta la sua giornata, e di come momenti conviviali, stress, azioni e decisioni la portino a mangiare piuttosto che non. Inizia la giornata con poca fame ma fa ugualmente colazione, perché la colazione in famiglia è importante, e la finisce mangiando patatine davanti alla tv per fare compagnia al marito. Naturalmente, si tratta di un’esperta, insegna psicologia della nutrizione e si occupa quasi tutti i giorni delle domande su come, dove, con chi, perché e che cosa mangiamo e quindi sa bene come gestirli. I motivi per cui mangi e il modo in cui l’ambiente ti influenza è fondamentale anche per te. L’autrice, ad esempio, spiega che se ne sta a tavola a mangiare pane e marmellata perché vuole essere di buon esempio per i suoi figli. Da un lato desidera comunicare ai suoi figli che fare colazione è una cosa buona, molti sono gli studi che indicano che il primo pasto della giornata fa migliorare le prestazioni; dall’altro ritiene che mangiare insieme sia importante, perché i pasti non sono solo un modo per nutrirsi, ma anche un momento durante il quale condividere valori, confrontarsi e rinforzare i comportamenti sociali. Da un punto di vista statistico, i pasti in famiglia sono anche più ricchi di frutta e verdura, apportano più fibre, calcio e ferro e meno grassi, colesterolo e sodio rispetto a quelli assunti fuori del contesto familiare. Insomma, mangiare in famiglia fa bene alla salute. Un altro elemento che influenza il modo in cui mangi sono le dimensioni del contenitore, e anche l’ordine di preparazione. Vari esperimenti hanno dimostrato, per esempio, che nel preparare un mix di succo di mela e acqua minerale i partecipanti usavano meno succo di frutta se versavano nel bicchiere prima l’acqua e poi il succo. Questo vale con tutti gli ingredienti, pensa quindi la prossima volta che, per esempio, fai colazione con müesli e yogurt, cosa è meglio versare prima nella tazza. Altro elemento che può influenzarti, il colore: un cibo piace di più, ed è percepito anche più o meno caldo, in base al colore del contenitore in cui si trova. Tazze rosse, ad esempio, fanno percepire il gusto della cioccolata calda come migliore.

Anche i colori influenzano il tuo rapporto con il cibo

Se vuoi evitare di mangiare cose che non vorresti mangiare, non tenerle a portata di mano, più sono accessibili e più ne mangi. E anche in questo caso, contano i colori: un esperimento ha verificato che quanto maggiore è la scelta dei colori di confetti disposti in bella vista su un piatto, più le persone ne mangiano. Le donne consumano più cibi dolci quando sono sotto stress, ma a volte per qualcuno l’effetto è contrario, più stress, meno appetito. Mangiare troppo e mangiare troppo poco sono due facce della stessa medaglia, se è troppo, non va bene, nell’uno e nell’altro senso.
E se vai spesso a mangiare fuori con gli amici, fai attenzione, perché gli esperti hanno scoperto che in compagnia si assumono porzioni più grandi di quando si è soli, e che si sente più facilmente desiderio di un certo tipo di cibo in un posto in cui è molto consumato. L’articolo conclude ricordando che tutti si lasciano guidare da piccole influenze psicologiche e ambientali, nel modo in cui si approcciano al cibo, e saperlo aiuta. In campo geriatrico o nella cura e riabilitazione di pazienti oncologici, dove i medici e gli infermieri cercano modi per aumentare i livelli di assunzione di cibo nei pazienti, per controbilanciare la frequente perdita di peso, secondo l’autrice, conoscere queste influenze può essere d’aiuto per scopi sicuramente positivi. Se ti interessa, puoi leggere l’articolo in versione integrale su “Mind”. Sono tanti gli aspetti importanti, relativamente al legame tra cibo ed emozioni, tra questi, alcuni più potenti di altri.

Comprendere le tue emozioni per gestire meglio il rapporto con il cibo

Ad esempio, può accadere che nel rapporto con il cibo si trasferiscano dinamiche relazionali non soddisfacenti. Ti racconto la storia di Giada (nom di fantasia, storia vera). Giada stava lavorando con me per raggiungere un livello di consapevolezza che le permettesse di avere più successo sul lavoro. Successo inteso come riconoscimento del suo impegno ma anche come orari migliori e stipendio più soddisfacente. Era una donna molto in gamba, che sapeva farsi valere, ma sul lavoro finiva sempre per far prevalere il suo bisogno di buone relazioni sulle necessità oggettive. Mentre lavoravamo su questo aspetto, ampiamente confermato dalla sua scrittura, si sono chiaramente delineate, naturalmente, tutte le sue caratteristiche. Ad esempio, che la sua natura originaria era un po’ diversa da quella che usava. Più determinata, più forte, meno desiderosa di riconoscimenti affettivi. Tra una cosa e l’altra, emerse che Giada aveva difficoltà a rispettare gli orari dei pasti, e questo a volte influiva sul suo peso. Perché, pensava Giada, era fatta così, e non poteva cambiare. Non posso raccontarti tutto, mi limito all’essenziale, quindi, già a sintesi e soluzione.
Sin da piccola, Giada aveva avuto una relazione un po’ conflittuale con sua madre, mentre venerava suo padre. Questo la portava a sopravvalutare lui e sottovalutare lei. La relazione con la mamma, man mano che cresceva, non era migliorata, con un periodo di particolare tensione nell’età dell’adolescenza. A partire dalla sua infanzia, Giada aveva iniziato a mangiare in modo diverso da come la mamma le suggeriva. Lasciava il primo piatto per ultimo, metteva insieme dolce e carne, non voleva nemmeno guardare quello che non voleva, ed era capace invece di mangiarsi da sola un cibo che le piaceva, anche se sapeva che era per altri. Giada e la su mamma non sapevano comunicare nel modo giusto per loro, e quindi, non si comprendevano bene. La preoccupazione della mamma, frutto di un carattere ansioso ed apprensivo, era vista da Giada soltanto come mania di controllo e cattiveria. Così, tra le sue forme di protesta non dette, ma agite, Giada ha iniziato non solo a mangiare in modo disorganizzato, ma anche a non rispettare gli orari. Non rispettare gli orari per lei significa scaricare lo stress relazionale che accumula da qualche parte della sua vita. Se non lo risolve, lo sfoga concedendosi libertà altrove, appunto, nel modo in cui mangia, e quando mangia. Giada ha capito i veri motivi del suo rapporto con il cibo (questi ed anche altri, che non ti racconto adesso) soltanto quando, lavorando con la grafologia evolutiva, si è chiesta perché una donna come lei, che aveva una tale fermezza e determinazione, sul lavoro finisse per cedere sempre, e a casa finisse per pranzare di pomeriggio e cenare di notte. Man mano che la sua consapevolezza profonda cresceva, che lavorava sul suo stile relazionale per trovare quello che la rendesse più soddisfatta di sé e dei risultati e sulla comunicazione reale, le cose sul lavoro sono cambiate. E’ riuscita a farsi ascoltare, ad avere risposte positive, e, soprattutto, non sentiva più il bisogno di essere accettata come prioritario, rispetto alle vere esigenze profonde che aveva. Non si era mai sentita davvero compresa da sua madre, e cercava quel tipo di comprensione dalle figure per lei importanti. Ma, sul lavoro, questo la danneggiava molto, perché alla fine rinunciava, invece, a ciò che era davvero importante per lei, per la sua identità autentica. E così ha scoperto che poteva mangiare rispettando gli orari, che, anzi, le piaceva stare bene e stare meglio. Noi non abbiamo lavorato perché Giada cambiasse il suo approccio al cibo.
Il miglioramento di quell’aspetto della sua vita è stata una semplice conseguenza del suo nuovo equilibrio interiore. A tutto vantaggio anche del peso e della salute.

Fai pace con te stessa, fai pace con il cibo, che ti rende più felice

Nell’articolo l’autrice scrive che non bisogna sentirsi in colpa se ogni tanto si cede ad un peccato di gola, e su questo sono d’accordissimo. Quando stai bene, sei sereno, consapevole, il cibo diventa ciò che è, un momento importante per il tuo benessere che puoi gestire come preferisci e che può essere piacevole, senza che questo ti preoccupi, perché sei tu a scegliere il cibo e non il cibo a scegliere te. Su questo ho un’esperienza notevole da raccontarti, perché sono una grande appassionata di cucina, di running, di benessere, e così tre anni fa ho dato il via ad un esperimento ancora oggi attivo, su come tutti possano migliorare il proprio rapporto con il cibo, che, naturalmente, ho messo in pratica io stessa, poi ho coinvolto la mia famiglia, ed è diventato uno stile di vita. Ma di questo, magari, ti parlerò in un altro episodio.
Intanto ti ricordo che se vuoi conoscere meglio il mio metodo e come posso aiutarti per la tua crescita personale e il raggiungimento dei tuoi obiettivi, sul mio sito, in questa pagina. trovi tutti i modi per contattarmi, e-mail, telefono, social. Puoi richiedere direttamente un profilo grafologico essenziale, un’analisi grafologica completa, avviare un percorso di life coaching a distanza, iscriverti ad un mio corso, seguire i miei canali. E se questo podcast ti piace, lascia una recensione su iTunes e scrivimi, usando il mezzo che preferisci. Per salutarti, un aforisma sull’importanza del volerti bene, non solo nel rapporto con il cibo:
“Osa diventare ciò che sei. E non disarmarti facilmente. Ci sono meravigliose opportunità in ogni essere. Continua a ripetere incessantemente: “Non spetta che a me” (André Gide)
Il brano musicale si intitola “Sunlight”, Il mio auguri per te è che tu possa essere la tua luce. Ciao, grazie per essere stato con me

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