I pregiudizi, i pensieri negativi, gli atteggiamenti interiori limitanti, le idee sbagliate, non avere fiducia in te stesso e negli altri, pensare sempre al peggio, vedere il tempo che passa come qualcosa che perdi, invece che come qualcosa che puoi usare: tutto questo, ti fa invecchiare, ti fa rinunciare, ti porta a pensare che nulla possa cambiare. E invece, è proprio il tuo atteggiamento quello che può fare la differenza. Maturare significa diventare sempre più giovane, nel cuore e nell’anima.
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I pregiudizi fanno male: come, e perchè
I pregiudizi sull’invecchiare fanno male alla salute e fanno invecchiare prima, e peggio. Ma tutti i pregiudizi fanno invecchiare prima, perché se quello che aggiungi a te stesso non ti migliora, indovina cosa fa? Non ti lascia come sei, ti peggiora. Ed è ragionevole e comprensibile che cose negative producano effetti negativi, mentre cose positive producono effetti positivi. In quantità e qualità variabile, da persona a persona, non in senso assoluto, ma certamente se stai bene e sei più felice vivi meglio, agisci meglio, affronti meglio la vita. Perciò gli atteggiamenti interiori che nuocciono al tuo benessere dovresti evitarli, o, almeno, imparare a gestirli. Meglio ancora, trasformarli.
In questo podcast ti parlo di uno studio che spiega gli effetti dell’ageismo quotidiano: pregiudizi negativi sull’invecchiamento scatenano reazioni psichiche tali da fare invecchiare prima. E di come, usando quella saggezza interiore di cui tutti disponiamo, sia facile capire che questo avviene in ogni campo in cui i pregiudizi ti rimandano un’idea negativa di te stesso e delle tue possibilità.
Più sei condizionato da visioni negative, più aumenta lo stress (così per l’ageismo)
Cosa dice, in sintesi, questo articolo che ho letto, sull’effetto che i riferimenti negativi sull’invecchiamento hanno sulla salute? Dice che sono vere e proprie micro-aggressioni, che possono causare stress cronico. Ageismo quotidiano, questo è il termine, che indica tutti gli stereotipi negativi abbinati all’idea dell’invecchiamento. Giorno dopo giorno, questi pregiudizi e questi stereotipi producono effetti reali, anche se, a prima vista, invisibili. La connessione diretta tra l’effetto dei pregiudizi negativi e lo stato di benessere percepito e vissuto già da tempo è oggetto di studio e ricerca.
Molti esperimenti suggeriscono che le credenze sull’invecchiamento abbiano un impatto diretto sul benessere degli individui. Persone mature esposte in modo subliminale a stereotipi positivi e negativi sull’invecchiamento, e poi testate, nelle loro prestazioni di svolgimento di vari compiti, hanno avuto risultati molto diversi: gli stereotipi positivi producevano effetti migliorativi su forza fisica, equilibrio, voglia di vivere, mentre i pregiudizi negativi fanno peggiorare le prestazioni nei test di memoria ed aumentano la pressione del sangue. Chi ha idee positive sull’invecchiamento presta più attenzione all’alimentazione ed ha livelli più bassi di cortisolo, l’ormone dello stress.
I pregiudizi negativi fanno male anche alla salute
Secondo uno studio più recente, le micro-aggressioni favoriscono ipertensione, dolore cronico, diabete e depressione. Invece, chi riesce a mettersi al riparo da queste aggressioni vive la propria vita più felicemente e riesce a risolvere meglio i problemi. Come, allora, si dovrebbe pensare all’invecchiamento? Come ad un’età in cui si cresce e si può esprimere al meglio se stessi, avendo cura del proprio corpo, perché il fisico, pur guidato da uno spirito forte, un po’ risente dell’età, a maggior ragione, andrebbe mantenuto allenato. Tutto l’articolo lo puoi leggere su corriere.it, sezione Salute.
Se mi segui da un po’, sai che i risultati di questi studi, per quanto mi riguarda, non sono altro che conferme: i pregiudizi, le parole etichetta, gli schemi di pensiero e di comportamento modellano la tua vita. Quelli di cui sei consapevole, ed anche quelli di cui non sei consapevole. Nella mia attività, ho avuto modo di verificare tante volte quanto questo sia vero, anche in situazioni molto particolari, positive, ma a volte tragiche.
Perchè la speranza ti aiuta a combattere
Ho seguito per molto tempo una persona cara, per la quale avevo creato una rete di relazioni e comunicazioni, con i professionisti che la seguivano, insegnando loro il modo giusto di comunicare, anche le notizie meno positive, così che la persona non perdesse la speranza, e trovasse in se stessa le risorse interiori per combattere. Ed ha funzionato per molto tempo. Un giorno, quella persona sentì un medico dire che non sapevano più cosa fare, e, da quel giorno, è iniziato il suo declino. Hanno trovato altre cure, ma il pregiudizio negativo, “il medico mi abbandona”, “il medico non sa cosa fare”, aveva un potere inarrestabile.
D’altronde, l’effetto nocebo funziona tanto quanto il placebo. Altre volte, ho seguito ed “allenato” persone che volevano trovare un modo migliore, più costruttivo, senza pregiudizi, per vivere la propria vita affettiva, o familiare, o professionale, o la loro vita, tutta intera, in ogni aspetto. Il mio allenamento è pratico, e tiene ben d’occhio i pregiudizi: li troviamo, ne comprendiamo la funzione, ma, soprattutto, ogni persona cerca le valutazioni giuste e vere, senza pregiudizi.
Il potere dei pensieri che pensi, in bene, e in male
Quanto volte, una persona che si credeva troppo sensibile e debole ha capito di essere straordinariamente forte ed attenta? Quante volte, una persona che si credeva sfortunata in amore, ha capito che doveva avere il coraggio di scegliere chi potesse amarla pienamente, e che la sfortuna non c’entrava nulla. Quante volte, persone messe in crisi da rapporti conflittuali con i colleghi o con i superiori, tali da fargli pensare, davvero, di non valere nulla, scardinati i pregiudizi hanno potuto vedere la realtà per quello che era: perché se tu sei un ottimo professionista, un lavoratore affidabile e serio, e il tuo capo ti tratta come un incapace, credimi, non sei tu il problema.
Ma questo studio ci dice qualcosa di più: i pensieri che pensi, creano altri pensieri, producono effetti a livello interiore profondo, coinvolgono la neurobiologia emozionale. Fisicamente, è un fenomeno che si osserva in tanti casi: dai disturbi psicosomatici ai disordini alimentari al bisogno ossessivo di mantenere il peso o la forma fisica. Occorrono atteggiamenti positivi, sì, ma con la giusta misura. Perché in eccesso, anche un atteggiamento apparentemente positivo, nuoce. Se fai attività fisica nel modo giusto, il tuo corpo ti ringrazia e progredisce, ma se esageri, non starai bene. Tutti i pregiudizi negativi ti fanno “invecchiare” prima, cioè ti fanno perdere energia interiore, ti fanno diventare più rinunciatario.
Il pregiudizio negativo e i presupposti sbagliati ti allontanano da ciò che invece vuoi
C’è una frase che spesso dico, alle persone che lavorano con me: se ognuno di noi, per primo, non mette fiducia nella propria vita, non dà fiducia a se stesso ed alle persone che ama, chi altri potrà farlo, al nostro posto, se non noi? Un atteggiamento tipico di questa rinuncia a dare fiducia per paura, con un pregiudizio che poi diventa la causa dell’ingrandirsi del problema, si trova spesso nelle coppie. Una donna ama un uomo, in cui riconosce alcune caratteristiche che la fanno soffrire. Ma non glielo dice. O meglio, glielo dirà, qualche frecciatina, qualche discussione, ma, intanto, va avanti, e si fa in quattro, per cercare di supplire. Possono passare anche anni, durante i quali il partner pensa che vada tutto più o meno bene, e si abitua anche, a quella routine. Così, quando la donna arriva ad un punto critico – e possono capitare, i punti critici, magari ha voglia di cambiare vita, o di sentirsi più compresa, o vive un evento poco piacevole per cui vorrebbe trovare un appoggio diverso, nel proprio partner – quando arriva ad un punto critico e tira fuori quello che prova, viene spesso fraintesa, o ignorata, o trova reazioni di pregiudizio.
Perché? Perché il pregiudizio negativo si fonda su idee e presupposti sbagliati che si ritengono giusti.
Perchè liberarti dai pregiudizi negativi ti permette di essere più felice
Allora – la mia è una domanda, non un’affermazione sottintesa, tu rispondi pure come meglio credi – allora, non vale la pena impegnarsi per liberarsi dai pregiudizi ed affermare con coraggio il tuo essere, e comunicare con sincerità ciò che provi, per crescere tu, per fare in modo che possa crescere anche il tuo partner, e così la coppia, e la vostra vita? Se ci pensi bene, è un po’ triste: una persona ti ama, tu la fai un po’ soffrire, a volte, ma forse nemmeno lo sai, e lei/lui non te lo dice. Questa è mancanza di fiducia.
Occorre avere fiducia nella vita e nell’altro. Solo così puoi capire quanto una relazione possa davvero progredire, quanto un problema possa essere risolto. Non usando pregiudizi (negativi o positivi, rappresentano comunque dei limiti), ma usando la vita, scegliendo una prospettiva positiva e di valore: se stai bene, e sei sereno, agisci meglio, pensi meglio, costruisci più felicità. In modo giusto, con giusto equilibrio. Gli atteggiamenti interiori che nuocciono al tuo benessere dovresti evitarli, imparare a gestirli e trasformarli. Vuoi migliorare la tua situazione lavorativa? Pregiudizi sul tuo lavoro, sui colleghi o sul capo, non servono a nulla.
Per migliorarla, devi partire da te stesso, capire chi sei oggi, cosa vuoi, perché, i tuoi valori fondanti, impegnarti per manifestarli e realizzarli nella tua vita. I pregiudizi negativi, che ti rimandano un’idea negativa di te stesso e delle tue possibilità, non cambiano le cose in meglio.
Rinunciare ad essere pienamente te stesso, quello è invecchiare
Torno alla domanda di prima: non vale allora la pena provare, a cambiarla in meglio? Allenare la saggezza interiore per affrontare la vita con tutto te stesso? Gli effetti dei pregiudizi sono devastanti: pressione alta, depressione, diabete, debolezza fisica, creano addirittura effetti cronici, dice lo studio. E mica soltanto alle persone di una certa età. All’atto pratico, gli effetti negativi di situazioni negative, vissute a livello interiore e concreto, producono conseguenze negative, dentro di te e fuori di te, ad ogni età.
L’invecchiamento, inteso come crescita e maturità, è una straordinaria possibilità che la vita mette a tua disposizione, che tu sia giovane o meno giovane. Rinunciare ad essere pienamente te stesso, quello è invecchiare.
Perdere la speranza, quello è invecchiare. Accontentarti di un mezzo amore, un mezzo legame, un lavoro dove ti senti solo a metà realizzato, quello, è invecchiare.
Usa la saggezza interiore, ascoltala e mettila in pratica: tutte le volte in cui un pregiudizio ti rimanda un’idea negativa di te stesso, delle tue possibilità, della tua vita, ebbene, sono proprio quelle in cui puoi iniziare a cancellare i pregiudizi sbagliati ed a creare i presupposti giusti. E sai che sono tutti punti fondamentali del mio lavoro, il rafforzamento dell’interiorità, delle visioni, della consapevolezza, della scelta di essere e realizzare.
Se vuoi sapere come, e cosa, potremmo fare insieme per te, scrivimi. Annarosapacini.com, pagina contatti, trovi i miei recapiti. Chiedere è giusto, rispondere è un piacere, almeno per me.
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Henri Louis Bergson: “Esistere significa cambiare, cambiare significa maturare, maturare significa continuare a creare se stessi incessantemente”. Emmanuel Mounier: “L’età adulta è l’età dell’adattamento. Maturare, è trovare il proprio posto nel mondo”. Osho: “Una persona matura dà. Solo una persona matura può dare, perché solo una persona matura può avere”. E adesso, un brano per te: “Tomorrow”. Un po’ di energia, di ritmo, di allegria. Buona giornata, buon momento di vita. E grazie per essere con me in questo viaggio. Alla prossima puntata. Ciao ciao
“Perdere la speranza, quello è invecchiare”
-Annarosa Pacini