Il concetto di autenticità è un concetto importante. Perchè più sei autentico, più adempi allo scopo primario della tua vita. Tutti gli altri, sono effetti. Importanti, certo. Ma senza l’autenticità, nessuno potrà renderti davvero felice, davvero soddisfatto, davvero pronto a cogliere le occasioni che ti si presentano (o a crearle). La buona notizia, è che sei comunque autentico, anche quando i percorsi della vita ti allontanano dalla tua piena realizzazione. Quella ancora più buona, è che l’autenticità, più la consapevolizzi, più la rafforzi, più la rafforzi, più cresce, più cresce, più ti realizzi. Davvero.
(Scorrendo puoi leggere la trascrizione dell’audio)
Cos’è l’autenticità, e – soprattutto – a cosa ti serve?
A questo concetto potrei dedicare una serie di puntate. Per adesso, mi limito alla sintesi fondamentale. Cos’è l’”autenticità”? Cito dal vocabolario Treccani: “1. a. L’essere autentico: mettere in dubbio l’a. di una firma; garantire l’a. di un fatto; dichiarare l’a. di un’opera d’arte. b. non com. Riferito a persona, genuinità, schiettezza, spontaneità: a. di un poeta (o della sua ispirazione); ho sempre ammirato l’a. di quella ragazza; nelle amicizie cerca l’autenticità. 2. Nel linguaggio giur., carattere di verità attribuito a un atto pubblico, che implica una presunzione legale non tanto per ciò che riguarda il contenuto quanto piuttosto per ciò che riguarda la formazione e la provenienza dell’atto stesso. 3. Nella filosofia esistenzialista, a. dell’esistenza, l’esistenza in cui il singolo ritrova il proprio più profondo sé stesso, lontano dal modo d’essere quotidiano, superficiale e impersonale, in cui l’uomo vive abitualmente”. Chiuse virgolette. Trovo le definizioni del vocabolario molto interessanti.
In Grafologia giudiziaria, l’autenticità è un fatto serio. La firma, vera o falsa, decide destini e relazioni, eredità, riconoscimenti e punizioni.
La persona autentica è se stessa. L’atto autentico è quello vero. L’autenticità nella vita è il momento in cui ritrovi il tuo più profondo te stesso.
Scrittura vera e scrittura falsa, quello che conta è la sostanza (come per ogni cosa della vita)
Tornando all’esempio della grafologia giudiziaria, spesso le persone mi propongono osservazioni molto ingenue: che una firma sia falsa solo perché differisce in qualche aspetto della forma, o che sia vera solo perché morfologicamente ha una somiglianza. Ma l’autenticità della firma non dipende dalla forma, ma dalla sostanza. La dinamica del movimento, il gesto grafomotorio, i contrassegni distintivi, l’impronta grafica. Quel tutto unico che rende unico l’essere umano, ed unica la sua scrittura. L’autenticità nella scrittura è una cosa seria.
E sempre nella tua scrittura, non c’è solo quel tipo di autenticità, ma tutti gli altri: è vera, perché è prodotta da te, da tutto il tuo sistema psico-neuro-muscolare, gesto complesso e di motricità fine creato dalla comunicazione tra la tua corteccia cerebrale e le aree superiori del tuo cervello. E’ come mettere insieme la tua impronta e il tuo modo di parlare, il tono della tua voce e il modo in cui ti muovi, la tua mente e le tue emozioni. E più sei autentico anche tu, più riveli te stesso, lo porti alla luce nel mondo, lo realizzi. Lo comunichi, perché senza comunicazione cessa l’esistere dell’essenza umana.
Anche quando pensi, comunichi. Anche stando in silenzio e immobile. E da solo. Sempre, comunichi.
Essere autentico e promuovere e sostenere la tua autenticità non sono la stessa cosa.
Ricerca e sostieni la tua autenticità (perchè essere autentico vuol dire essere più felice)
Lo scopo primario della tua vita è proprio la tua piena realizzazione, in senso spirituale e materiale, nell’essere, nell’agire, nel creare, nel determinare.
E’ primario perché solo dall’autenticità deriva la felicità autentica. La felicità autentica è indipendente dall’esterno. E’ quella cosa che ti permette di rimanere sereno anche quando fuori ci sono problemi, di non perdere di vista valori ed obiettivi anche quando la realtà fuori di te vorrebbe convincerti che dovresti farlo.
Per questo, l’autenticità è forza interiore. Più diventi consapevole della tua autenticità, del tuo vero Io, della tua essenza, della tua natura originaria (scegli il nome che preferisci), più diventi consapevole di te, di ciò che sei ma anche di ciò che vuoi, più ti rafforzi e cresci. Aumenta la chiarezza della tua mente, e con lei la determinazione, la saggezza, la compassione. Perchè solo se ti permetti di essere autentico puoi aiutare anche gli altri a fare lo stesso.
Come ti dicevo all’inizio, la buona notizia è che sei comunque autentico, anche quando i percorsi della vita ti allontanano dalla tua piena realizzazione. Un po’ come la tua firma: a volte ti piace di più, a volte di meno. A volte ti ci riconosci, altre la vorresti cambiare. Ma la sua struttura di base non cambia, sei sempre tu, perché è legata al tuo essere. Così l’autenticità. Che tu abbia scelto di evolvere alcune tue caratteristiche anziché altre, o non abbia scelto, ma alcune si siano piegate, sotto il peso della vita, la tua autenticità è lì. Si affaccia, la senti, e la manifesti.
Di solito, è più facile essere autentici con le persone che ami davvero e da cui ti senti amato. Poi, c’è chi riesce ad essere un tutt’uno con la sua autenticità, e chi invece cambia il livello, secondo i luoghi e le persone, amici, lavoro, famiglia. L’autenticità evolve, non è statica. Per questo, non solo sei comunque autentico, più o meno, anche quando non ti poni il problema, ma più decidi di esserlo e più ti realizzi davvero.
Alla ricerca dell’autenticità (più sei te stesso, più migliori la tua vita)
Ti racconto la storia di Mario (nome di fantasia, storia vera). Mario arrivò nel mio studio perché voleva trovare un modo migliore per gestire e vivere le sue relazioni. Una moglie, un figlio, un lavoro, molti amici, molti hobbies, un padre molto presente, ma aveva l’impressione che nessuno lo capisse davvero.
La moglie lo rimproverava perché era troppo silenzioso. Il figlio, perché era troppo severo e pronto a criticarlo. Sul lavoro, perché quel suo essere taciturno lo faceva apparire sospettoso, e quindi, in pochi si fidavano di lui. Gli amici, lo volevano sempre pronto all’avventura, e suo padre ancora si sentiva in diritto di dirgli cosa e come fare, in un modo che a lui sembrava un giudizio, perciò litigavano spesso, e stavano sempre a discutere.
Chi era Mario, quello silenzioso o quello che discuteva sempre? Quello che rimproverava sempre il figlio o quello taciturno al lavoro? Mario era un uomo che aveva sempre lavorato, studiato il minimo indispensabile e poi via, giovane al lavoro, giovane fidanzato e sposato, giovane già padre. Grandi traguardi, tutto con le sue mani, ma che fatica, e il bisogno di sembrare invincibile, di non far vedere le sue paure. Il dispiacere di non avere studiato, la sensazione di non essere l’uomo che la moglie o il figlio o il padre, avrebbero voluto.
Ma chi era Mario, per Mario? Questo è il lavoro che devi fare.
Chiederti chi sei, e se sei chi vuoi essere. Se sei soddisfatto di te, cosa vuoi migliorare, se non sei soddisfatto, cosa vuoi cambiare. Mario era autentico, in parte, ma un’altra parte della sua autenticità era rimasta inespressa, perché il fare della vita gli aveva impedito di approfondire e conoscerla. Così, ha scoperto che gli piaceva anche studiare, in modo libero. E anche parlare, e più parlava e più si sentiva compreso, e più gli pareva di comprendere gli altri. Soprattutto, ha imparato a spiegare ciò che provava con le parole, non solo con i gesti. Perchè al figlio non bastava sapere che non gli faceva mancare nulla, aveva bisogno del suo tempo e delle sue carezze. E sul lavoro, man mano che ha iniziato a collaborare di più con gli altri, gli altri si sono aperti, e, nel tempo, non solo ha conquistato la loro fiducia, ma è anche diventato un punto di riferimento, grazie alla sua solidità. Cos’ha fatto, Mario?
Scegli di essere autentico (sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo, ovvero, agisci)
E’ diventato più consapevole del suo essere, ha scelto la sua autenticità, ha fatto in modo di imparare ad esprimerla bene, ed anche, ha cercato di cogliere davvero quella degli altri. Per questo l’autenticità è tutto. E’ la scelta di cui parlava il vocabolario, essere il più profondo te stesso, non vivere in superficie ma andare oltre, trovare l’essenza, valorizzarla, esprimerla. L’autenticità è la scelta di realizzarti, prima, in quanto essenza, poi, in quanto presenza. Immagino che conosca anche tu l’onnipresente citazione di Gandhi, “Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”. Più sei autentico, più autentica sarà la realtà in cui vivi e che crei. Perciò se non trovi all’esterno ciò che desideri, cercalo là dove sta, dentro di te, e poi, usalo per dare una svolta alla tua vita, partendo da dove sei.
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Ed eccoci al consueto appuntamento finale, con gli aforismi e con la musica. E se vuoi lasciare un commento o un like, grazie, saprò che ci sei. Aforismi sull’autenticità. Judy Garland: “Sii sempre una versione di prima categoria di te stesso, piuttosto che una versione di seconda categoria di qualcun altro” e Carl Lewis: “Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale”. Il brano che ho scelto per chiudere questa puntata s’intitola: “For you”. Grazie per essere stato con me, ti aspetto alla prossima puntata. Ciao ciao