Come si allena l’intelligenza emotiva (se davvero lo vuoi)

L’intelligenza emotiva è un tipo di intelligenza che abbiamo tutti, e quindi anche tu. Ma, come ogni caratteristica che ti appartiene, anche l’intelligenza emotiva non può prescindere dalla tua vita, dalle tue esperienze, dagli effetti che queste producono in te e fuori di te. Averla non significa saperla utilizzare nel modo giusto, utilizzarla non vuol dire farlo nel modo migliore. In questa puntata ti spiego come puoi iniziare ad allenarla, per vivere una vita di valore, e buone relazioni
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Come si allena l’intelligenza emotiva (se davvero lo vuoi)

Dell’intelligenza emotiva avrai sicuramente sentito parlare. E’ un aspetto dell’intelligenza legato alle emozioni ed alle relazioni, ovvero, la capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni. Su Wikipedia trovi questa definizione: “L’intelligenza emotiva coinvolge l’abilità di percepire, valutare ed esprimere un’emozione; l’abilità di accedere ai sentimenti e/o crearli quando facilitano i pensieri; l’abilità di capire l’emozione e la conoscenza emotiva; l’abilità di regolare le emozioni per promuovere la crescita emotiva e intellettuale”. Il successo, a livello internazionale, di questa teoria è arrivato nel 1995, con un libro scritto da Daniel Goleman, dedicato, appunto, all’intelligenza emotiva. All’interno dell’intelligenza emotiva si individuano la competenza emotiva, ovvero “l’insieme di abilità pratiche necessarie per l’autoefficacia dell’individuo nelle transazioni sociali che suscitano emozioni”.
Vuol dire, in pratica, essere capaci di conoscere e riconoscere le proprie e altrui emozioni, di saper autoregolare le proprie emozioni e gestire altrettanto bene le relazioni con gli altri. Da un punto di vista relazionale, da un lato c’è la capacità di controllarsi attraverso la consapevolezza di sé riconoscendo le proprie emozioni e il modo in cui ti influenza, imparando a gestirle in un modo che sia davvero proficuo. Per farlo, occorre un atteggiamento aperto e una motivazione interiore come spinta a migliorare e a perseguire, nonostante gli ostacoli. Dall’altro lato, c’è il modo in cui si gestiscono le relazioni con gli altri, la capacità di ascoltare e comprenderne le esigenze e sentimenti, fondamentali per ridurre tensioni e conflitti.
Si tratta di un tipo di intelligenza di cui disponiamo tutti, e quindi anche tu, ma, come ogni caratteristica che ti appartiene, anche l’intelligenza emotiva non può prescindere dalla tua vita, dalle tue esperienze, dagli effetti che queste producono in te e fuori di te. Così, accade che ci siano persone convinte di avere una buona capacità di relazionarsi con gli altri, in genere, le persone espansive, estroverse, e altre che pensano di non averla, come le persone riservate ed introverse.

L’intelligenza emotiva funziona se rispetta la tua natura originaria

In verità, il valore dell’intelligenza emotiva è legato, a mio avviso, alla qualità piuttosto che non alla quantità. E questo cambia la prospettiva, perché sulla qualità si può sempre lavorare. Sempre, se lo si vuole.
Ti faccio qualche esempio grafologico.
Ci sono alcuni segni grafologici che indicano una certa tendenza reattiva, agonismo, se non antagonismo, nel modo in cui si vivono le relazioni con gli altri, angoli, rigidità, strettezze, un certo tipo di grandezze, mancanza di spazi giusti dove devono stare e di tratti morbidi dove servirebbero.
Si tratta di stati interiori, che condizionano i pensieri e le azioni. Una persona con una scrittura di questo tipo con facilità giudica gli altri come ostili, è infastidita, poco propensa alla comprensione. Eppure, può avere dei legami particolari, con persone molto vicine, in cui riesce a dare il meglio di sé ed a gestire queste caratteristiche in un modo più positivo, nelle relazioni. Anche la persona più “antipatica” trova qualcuno con cui sta bene. Perché? Perché la capacità di sviluppare relazioni belle e costruttive è in tutti, ma viene più o meno limitata dalle esperienze di vita. Come si arriva ad avere una scrittura con segni legati all’antagonismo, o alla chiusura, o alla diffidenza? In seguito ad emozioni, sentimenti, esperienze, provati e vissuti, che, anno dopo anno, hanno favorito quel tipo di atteggiamento. Certo, c’è già una tendenza, alla base delle scelte comportamentali, ma la direzione che prende dipende da te.

Intelligenza emotiva, strategie per farla crescere

Hai un carattere che ti porta ad essere diffidente, o un po’ aggressivo? Sicuramente hai le tue ragioni. Cercale, ricercale, trovale. Poi separale dalla tua vita attuale. E affronta ogni relazione come se fosse del tutto nuova, non usare i tuoi vecchi modelli, ma apri alla fiducia e alla possibilità del cambiamento.
Un collega di lavoro arriva tardi magari non per dar fastidio a te, ma perché ha avuto una discussione a casa. Tuo figlio prende un brutto voto non perché ti vuole deludere, ma perché ha un’insegnante che non eccelle, in intelligenza emozionale, e lo ho preso di mira. Il tuo partner ti risponde a monosillabi non perché non ti capisce, ma perché c’è qualcosa che lo fa soffrire. Il cambiamento di prospettiva e la consapevolezza aiutano molto l’intelligenza emozionale. Più vedi, più comprendi, più risposte hai.
E questo vale anche se la tua scrittura mostrasse segni che indicano disponibilità, desiderio di evitare il confronto, tendenza a lasciar correre (grafie molto curve, dimensioni piccole, che tendono a scendere sotto il rigo, ad esempio). Possono sembrare qualità per un diplomatico, ma, invece, nella vita reale diventa spesso cause di frustrazione e sofferenze. Perché il fatto che tu non mostri che una cosa ti dà fastidio quando ti dà fastidio non cambia l’effetto. Cambio di prospettiva e consapevolezza. Il collega che arriva in ritardo ti obbliga a lavorare di più, se per te non è giusto, non far finta che ti vada bene, parlagli e cercate soluzioni diverse. Se tuo figlio prende un brutto voto e tu eviti di fargli capire che ti dispiace perché anche tu a scuola non andavi bene, pensa che lui è una persona diversa, e può fare tutto quanto è in suo potere per migliorare la sua vita, le scuse, non servono. E se il partner parla a monosillabi, avrà le sue ragioni, chiedigli quali sono, ma fagli conoscere anche le tue. Qualunque siano le tue caratteristiche, puoi sempre valorizzarle e farle progredire.
Il modo migliore per allenare la tua intelligenza emozionale è affrontare le situazioni vecchie con strategie nuove. Evitare di reagire come hai reagito, pensato, agito sino ad oggi. Cercare modelli che ti fanno sentire più soddisfatto (se ci pensi un po’, lo troverai). Soddisfatto in senso relazionale positivo, quindi, riuscendo a creare una buona situazione per tutti, un win-win vero, in cui tutti posso crescere e star bene.

Intelligenza emotiva, strategie per farla crescere

Una mia cliente mi diceva proprio pochi giorni fa, come si fa? La risposta è, si fa. Si inizia da una parte, si sceglie una situazione, una persona, un sentimento, e poi si fa esercizio per stare meglio, con noi e con gli altri. Se vuoi capire come questi esercizi possono essere personalizzati per te, la grafologia evolutiva ti può aiutare. Contattatami. Sul mio sito, in questa pagina, trovi tutti i mie recapiti, e-mail, telefono, social. Puoi richiedere direttamente un profilo grafologico, una seduta di life coaching a distanza, iscriverti ad un mio corso, seguire i miei canali. E se questo podcast ti piace, lascia una recensione o scrivi un commento.
Per salutarti, una riflessione, o aforisma, se preferisci, di Daniel Goleman sull’intelligenza emotiva: “Dal punto di vista dell’intelligenza emotiva, l’ottimismo è un atteggiamento che impedisce all’individuo di sprofondare nell’apatia o nella depressione e di scivolare nella disperazione di fronte a situazioni difficili. Come nel caso della speranza, che è sua stretta parente, l’ottimismo si rivela fonte di grandi vantaggi (purché, naturalmente, si tratti di un ottimismo realistico; un ottimismo troppo ingenuo può essere disastroso)”. Anche questa volta, la consapevolezza vera è la chiave di volta. Più comprendi bene chi sei, e più felice sarai.
Il brano musicale ha un titolo molto incoraggiante “Opening our hearts”, aprire i nostri cuorialla speranza consapevole. Ciao, grazie per essere stato con me

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