Come dominare le passioni che ti dominano (e realizzare la passione dominante)

Ci sono due tipi di passioni dominanti. La tua vocazione, che è dominante perchè è la tua vocazione, e dovresti seguirla. E quelle che ti dominano perché ti fanno perdere chiarezza e visione, e non dovresti seguirle. Se impari a governare le passioni, diventi il vero governatore della tua vita. Collera o gioia, rabbia o indifferenza, antipatie o simpatie, tutto quello che ti sbilancia ti toglie energie che puoi usare per realizzarti e per realizzare. Se vuoi scoprire come dominare le passioni che ti dominano, ascolta la puntata.
Analisi grafologica, life coaching, counseling on line, comunicazione interpersonale, evoluzione personale, motivazione.

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Come dominare le passioni che ti dominano (e realizzare la passione dominante)

Questa volta, il vocabolario mi restituisce tutti i significati che mi interessa condividere con te: “passióne s. f. [dal lat. tardo passio -onis, der. di passus, part. pass. di pati «patire, soffrire»]. – In senso generico, e in rapporto al sign. fondamentale del verbo lat. pati, il termine passione si contrappone direttamente ad azione, e indica perciò la condizione di passività da parte del soggetto, che si trova sottoposto a un’azione o impressione esterna e ne subisce l’effetto sia nel fisico sia nell’animo. Passione, anche come sofferenza fisica (…). Nell’uso com., sentimento intenso e violento (per lo più di attrazione o repulsione verso un oggetto o una persona), che può turbare l’equilibrio psichico e le capacità di discernimento e di controllo: essere dominato, accecato dalla p.; avere l’animo turbato, agitato, sconvolto da opposte p.; essere schiavo delle p.; frenare, domare le p. (…) Inclinazione vivissima, forte interesse, trasporto per qualche cosa: avere la p. del gioco, delle carte; avere p. per la musica, per la pittura; ha sempre avuto la p. della montagna. Più concretam., la cosa stessa, l’attività che è oggetto dell’inclinazione: la musica è la sua p.. Fare qualche cosa con p., con partecipazione profonda, per naturale inclinazione e con dedizione totale di sé: fare con p. il medico, l’insegnante; tutto ciò che fa, lo fa con vera p.; in altro senso, parlare con p., recitare, cantare, suonare con p., con intensità di sentimento. d. Con altra estensione di sign., parzialità, mancanza di obiettività procedente da spirito di parte o da altro sentimento che turba la serenità del giudizio e della valutazione: vedere le cose, giudicare con p.; nel suo giudizio si sente troppo la p.; lo passione; è al di sopra di ogni p., detto di persona che nel giudicare non cede a parzialità e simpatie”. Praticamente, ho già concluso la puntata 🙂 Passione come partecipazione profonda e naturale inclinazione, passione come parzialità, mancanza di serenità di giudizio e di valutazione. La prima va coltivata, le seconde vanno armonizzate, tutte governate.

Come realizzare la tua vocazione

Iniziamo dalla tua vocazione. Tutti abbiamo una vocazione, più d’una, in verità. Non tutti hanno vocazioni di pari forza ed intensità, non tutte le vocazioni richiedono lo stesso tipo di passione. Capire che tipo di vocazione hai fa la differenza, rispetto alla qualità della tua vita ed all’intensità della tua felicità e del tuo equilibrio. Mi spiego. Ci sono persone che, pur avendo delle vocazioni, delle propensioni, sono ben felici anche facendo altro. Questo accade quando non c’è un’unica vocazione dominante e potente, ma più vocazioni di varia misura. Pur tuttavia, è importante, in ogni momento della tua vita, capire quale sia la più utile per te.
Devi decidere cosa fare del tuo lavoro? Il lavoro ti piace, perché riesci bene, vai d’accordo con i colleghi, ma lo stipendio non ti soddisfa? Hai la possibilità di scegliere un altro lavoro, stipendio migliore, probabilmente riuscirai bene anche lì, ma i rapporti con i colleghi non potranno essere amichevoli, perché si tratta di un’azienda molto più grande e strutturata.
Cosa fare, quale vocazione scegliere? Risponde bene la grafologia evolutiva®, che ti permette di vedere con profondità in te stesso. In una situazione di questo genere, Marco, che più di tutto teneva al suo status ed al riconoscimento sociale, e poi, alla qualità delle relazioni, ha cambiato lavoro, e si è trovato molto bene. La sua scrittura parlava di uno spirito indipendente, di desiderio di affermazione, uno stile comunicativo deciso e controllato. Le relazioni amichevoli gli interessavano, ma non erano fondamentali per la realizzazione della sua vocazione lavorativa. Erano una vocazione secondaria.
Gemma, viceversa, aveva una scrittura molto curvilinea, piena di abbellimenti, mediamente veloce, tentennamenti qua e là. Dava il meglio di sé, e poteva essere apprezzata, là dove era meglio conosciuta e dove poteva essere se stessa. Così, al contrario di Marco, lei si concentrò su come far apprezzare di più il suo valore lì dove era. E ci riuscì. Per lei, costruire buone relazioni nell’ambiente di lavoro era una vocazione primaria.
Poi ci sono le vocazioni potenti, quelle più forti di altre, di tutte le altre. Se ce l’hai, e non lo sai, puoi vivere tutta la vita sottotono e senza sapere da dove ti viene quel certo senso di insoddisfazione. Meglio riconoscerla e poi decidere cosa fare. Chiara aveva scelto di fare un lavoro statale, per lo stipendio fisso, e per tanti anni ha coltivato, parallelamente, la sua passione più grande, quella per la pittura. Si è anche diplomata all’Accademia delle Belle Arti, sempre lavorando ed occupandosi della sua famiglia. Anni dopo, ha iniziato ad esporre le sue opere. Anni dopo, ha lasciato il lavoro statale ed oggi vive facendo la pittrice.
Con una vocazione simile, Riccardo, che aveva iniziato una carriera di alto livello come manager, ha dovuto lavorare bene ed in profondità per capire se era disposto a lasciare una cosa per un’altra. E ha capito che no, non era disposto. In quel caso, ha dominato la sua vocazione primaria in nome di ciò che era diventato, in base alle sue scelte. Sono sicura che già lo sai, quali siano le tue passioni dominanti, in questo senso.

Dominare le passioni che turbano il tuo equilibrio

Veniamo poi alle passioni che ti turbano, ti danno sofferenza. A partire da quelle più comuni, che sperimentiamo tutti quotidianamente. Rientri a casa dal lavoro, e sei “nervoso”. Ti sta più simpatico un collega di un altro, così parli male dell’altro alle sue spalle. Tua moglie ha sempre qualcosa da dire su come guidi, e questo ti irrita (per non dire peggio). Tuo marito parla tanto, ma alla fine ti ritrovi ad occuparti dei figli da sola, e questo ti rende infelice. Sono tutte passioni, tutte ti sbilanciano. Quando sei sbilanciato, lo spiega con chiarezza anche la semplice definizione del vocabolario, sei parziale. Soprattutto, se lasci troppo libera una passione, se non la comprendi, non le rispondi, non la governi, alla fine, lei governa te. E’ un’immagine molto chiara nei racconti dei figli, i ragazzi che incontro nel mio lavoro, quando parlano dei genitori sempre nervosi, che urlano e si arrabbiano. “Sempre” è troppo. Vuol dire che la passione li limita, li imprigiona, li domina.
Ogni passione ha un’origine. Devi trovarla. Lì ci sono tutte le risposte. Nel frattempo – mentre cerchi di ricordarti come, dove, quando, perché, è nata in te quella tendenza -, allenati ed usa la volontà per far sì che quella passione non influenzi più il tuo presente, e quindi, anche il tuo futuro.
La prima cosa da fare, è riconoscerla. Ascolta cosa provi. Quando senti che una passione sta per trascinarti, fosse anche positiva, fermati un attimo, falla decantare, interiormente. Poi, esprimila in modo che l’altro non possa mai percepirla come un attacco. Ti accorgerai che, se teoricamente sembra semplice, metterla in pratica richiede… molta pratica. Sei nervoso? Dipende dalla passione dentro te. Lanciarla contro gli altri non servirebbe a nulla. Può sembrarti che serva a te, in quel momento, ma nervosismo crea altro nervosismo, tensione crea tensione, sbilanciamento crea sbilanciamento. Sei nervoso? E’ semplice: parla. “Ciao, amore, scusa se ti sembro un po’ nervoso, in effetti lo sono, ho avuto una giornataccia. Magari mi rilasso un attimo, faccio la doccia, poi mi racconti della tua giornata, OK?”. Questo è solo un esempio, tu dovrai trovare le “tue” parole.
Intanto, passa un po’ di tempo ed impari a dominare la passione che ti rende parziale. Sai cos’è che porta i miei clienti a fare sempre meglio, e sempre di più? I risultati. Loro mettono in pratica quello che facciamo insieme, così imparano a governare le loro passioni e la loro vita, più imparano, più risultati hanno, più risultati hanno, più diventano capaci. Tutto, anche le passioni, sono messaggi, ti comunicano, ti parlano. Impara ad ascoltarle, e troverai le risposte giuste.
In questa puntata, ti parlo del messaggio di Jorge. Ho avuto un periodo abbastanza lungo con poca, poca voce. Mi segue nel podcast, e se ne è sicuramente accorto – probabilmente, anche tu, se hai ascoltato le puntate che ho registrato usando un decimo della mia voce abituale -, e così, mosso da un gentilissimo intento, mi ha inviato una bellissima canzone, che è una preghiera. A volte, neanche le persone che ci sono più vicine, riescono a comprendere appieno il nostro stato d’animo. Non è bellissimo che qualcuno lo faccia da così lontano?
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Ti saluto con tre aforismi sul tema della vocazione.
“Non puoi scegliere tu la tua vocazione. È la tua vocazione a scegliere te. Ti sono state elargite doti particolari, che sono soltanto tue. Usale, qualsiasi possano essere, e non indossare mai i panni altrui” (Og Mandino)
“C’è sempre, nella nostra vita, una misteriosa coerenza, un filo conduttore, una trama che qualcuno chiama vocazione, o chiamata, o addirittura destino. Che dobbiamo saper riconoscere e che dobbiamo avere il coraggio di non tradire se vogliamo restare noi stessi, e fare qualcosa che vale” (Francesco Alberoni)
“Trova la tua chiamata, e ispira gli altri a trovare la loro” (Stephen R. Covey)

Il brano che ti dedico si intitola: “Be you”. Questo ti serve, essere te. Ti auguro di trovare, in questa giornata in cui mi ascolti, un momento bellissimo tutto per te.
Grazie per essere stato con me, alla prossima puntata.

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