Se non lo usi lo perdi

“Se non lo usi lo perdi” vale per tutto, per il corpo e per lo spirito. Vale per il cervello quanto per i muscoli, per la creatività quanto per la sensibilità, per l’intelligenza quanto per la pazienza. Sai che non è vero che invecchiando necessariamente diventi più vecchio? E che con il tempo, necessariamente, si peggiora? Peggiori quello che vuoi peggiorare, e perdi quello che vuoi perdere. E se sai perché e come, puoi sempre intervenire, preventivamente o retroattivamente. E pensa al rovescio della medaglia: migliori quello che vuoi migliorare, e trovi quello che vuoi trovare. Se non lo usi lo perdi, se lo usi, cresci. Da una notizia legata alla salute del cervello alla tua vita di tutti i giorni, come e perché usare quello che ti serve per evolvere. Proprio da qui nasce l’idea che mi ha ispirato la puntata.
(Scorrendo puoi leggere la trascrizione dell’audio)

Se non lo usi lo perdi

Ho letto un interessante articolo pubblicato dal CNR, uno studio sulle cause della maggiore diffusione dell’Alzheimer nelle donne.
Lo studio ha revisionato alcune delle convinzioni più diffuse e ne evidenzia una nuova: poiché l’ippocampo è più sensibile di altre regioni cerebrali all’effetto degli estrogeni, viene utilizzato meno dalle donne e proprio questo suo scarso utilizzo potrebbe esser ciò che lo rende nel tempo più esposto agli effetti dell’invecchiamento, secondo un meccanismo ‘use or loose it’ (se non lo usi, lo perdi). E’ un tema, quello della salute del corpo, che merita una puntata a se stante, ed anche molta attenzione al modo in cui viene trattato. A me piace l’approccio realistico, che porta sempre alla speranza, molto più di un approccio eccessivamente idealistico, che rischia di perdere per strada possibili e – invece – reali soluzioni, e ancor più di uno pessimistico, che può portare a rinunciare addirittura, non solo ad agire, ma anche a credere, e se non credi che troverai una soluzione, certo non agirai per trovarla.
Lo spunto che mi ha offerto questa frase lo trovo molto ricco di stimoli positivi.
Esiste un’importante area di studio grafologico che studia, appunto, il movimento grafico in relazione alle funzioni cerebrali, neurocerebrali, del gesto grafomotorio, si pensi ai falsi diari di Hitler, la cui falsità venne scoperta anche grazie al fatto che la grafia mancava dei segni tipici della microscrittura causata dal Parkinson, di cui Hitler soffriva.

Analisi grafologica: la tua scrittura, la tua natura originaria

La tua scrittura, la tua identità. Sul cervello, sono stati sfatati molti miti. Ad esempio, si è visto che dopo i sessant’anni non è vero che il cervello invecchi e basta, e che tutti siano destinati a diventare anziani e un po’ rimbambiti, anzi. Se alcune connessioni neuronali faticano ad essere mantenute, se ne creano altre più in profondità. Studio dopo studio, un dato è apparso comune a tutti: l’uso del cervello, come l’uso del corpo, come l’uso di un muscolo, come l’utilizzo di una tua caratteristica o di una tua attitudine, produce effetti positivi in crescendo.
Questo motto vale per tutto: se utilizzi il cervello, il corpo, un muscolo, la tua memoria, la tua disponibilità, la tua intelligenza intrapersonale, interpersonale, questi miglioreranno, se non li utilizzi, peggioreranno.
Perciò, non diventi vecchio perché aumenta la tua età, cronologicamente parlando. O, meglio, certo, quella è una realtà, la tua età cronologica aumenta, ma se mantieni il tuo corpo e la tua mente allenata, sarai una persona matura capace di fare ciò che vuole, nel modo giusto e con i tempi giusti. Non una persona limitata né limitante. E’ il modo in cui concepisci te stesso e la tua realtà, che fa la differenza, e questo, ad ogni età. Osservavo ieri una persona, in un gruppo riunito per parlare di questioni assai importanti, una persona che parlava poco, teneva la testa bassa, le spalle curve, un uomo di quarant’anni che sembrava ne avesse ottanta, ma non ottanta ben portati. Ho un vicino di casa che ha compiuto 85 anni, va in bicicletta e gioca a tennis tutte le mattine. Qual è la differenza tra l’uomo di quarant’anni e quello di ottantacinque?

Ben-essere: la connessione tra la salute del corpo e la salute della mente

A livello fisico, è facile da comprendere. L’uomo di quarant’anni, con le spalle piegate, l’aria sconfitta, probabilmente non fa nemmeno molta attività fisica. Fare attività fisica richiede forza di volontà, temperamento attivo, assertivo, voglia e desiderio, energia. Qualunque tipo di attività fisica, anche quella basic. Certo, il risultato dipende dall’impegno. Come spiegano le ricerche, se inizi a fare una passeggiata di dieci minuti al giorno ogni giorno a settant’anni, non puoi pensare di avere gli stessi benefici di qualcuno che ha iniziato a fare attività fisica un’ora al giorno, ogni giorno, a cinquanta. Ma ne avrai certamente dei benefici. Questo vale anche per il cervello. Sai che se utilizzi Internet per fare ricerche, e leggi fino in fondo le informazioni che trovi, e prendi appunti, la tua memoria migliora? Che è molto diverso da leggere quello che ti capita davanti agli occhi, tra le notizie già preselezionate che un social ti propone, e passare da una notizia all’altra senza approfondire.
Tutto quello che fai può farti migliorare, anche le piccole cose, anche le cose della vita quotidiana. Prova e riprova, e poi una volta imparato, riuscire a rifarlo. E da quel punto in poi, riuscirai ancora meglio, e lì ti verrà voglia di fare di più, di andare oltre.
Migliori quello che vuoi migliorare, e trovi quello che vuoi trovare: in modo proattivo, o preventivo, decidi quello che vuoi migliorare, e fallo. Allena te stesso.
Vuoi essere più socievole? Più attento? Più gentile? Più autorevole? Inizia a farlo, a mettere in atto quello che occorre per raggiungere il tuo obiettivo. In modo retroattivo, vuol dire inizia oggi a cambiare ciò che nel passato non ha giovato alla tua vita. La riflessione può essere retroattiva, l’azione parte sempre da questo momento in poi.

Ricordati che tutto è importante: usa quanto di meglio hai in te

Come usare quello che ti serve per evolvere, dipende, da caso in caso, da persona a persona. Ogni persona ha un modo tutto suo, giusto, e su quello deve lavorare. Se sei una persona intellettualmente curiosa ma emozionalmente statica, usa la curiosità per accrescere la tua capacità di comprendere e manifestare emozioni. Se sei una persona con un grande mondo interiore, ricco di emozioni, pensieri e sentimenti, che influenza la tua mente e ti fa perdere chiarezza, così a volte ti trovi ad essere dalla parte del torto anche se hai ragione, tu devi allenare i sentimenti, imparare a prenderne il controllo, governarli, ed utilizzarli per rendere le tue relazioni più ricche, e belle, e soddisfacenti, per te e per gli altri. La vera evoluzione personale è realizzazione, se davvero migliori, si vede, lo fai, lo sei, lo sai. Perchè farlo? Dimmelo tu. Io posso dirti: e perché dovresti perdere ciò che hai, e non coltivarlo, e non curarlo, e non farlo diventare migliore? Un tema che si collega a quello della puntata precedente, nel più ci sta il meno. Io dico spesso, e sembra che lo dica scherzando, ma invece sono serissima, ai nuovi clienti, quando presento loro l’analisi grafologica, la loro analisi grafologica, le potenzialità, i punti di forza, le caratteristiche che rendono ogni persona speciale e unica, che non ho mai incontrato qualcuno che, comprendendo appieno se stesso, i motivi della sua sofferenza, le cause dell’insoddisfazione, gli strumenti che aveva a disposizione per realizzarsi pienamente, e risolvere, e stare meglio, non lo abbia fatto. Non è la verità assoluta, ma è una verità vera: le persone che ho incontrato, tante, uomini e donne, giovani e maturi, di ogni estrazione sociale, dei più diversi background culturali, tutte, hanno sempre scelto di non perdere, di essere migliori, di essere più, di fare del bene per se stessi, la propria vita, per le persone che amavano. Devi solo ricordartelo, quando pensi che non sia importante: tutto è importante. Usa quanto di meglio hai in te, e potrai diventare solo migliore. Allenati, tutto si allena, anche la capacità di amare, di sognare, e di agire per realizzare i tuoi sogni.
Se vuoi sapere cosa possiamo fare insieme per i tuoi obiettivi ed il tuo benessere (ben – trattino – essere) conoscere meglio gli strumenti che metto a tua disposizione, visita il mio blog, annarosapacini.com, dove trovi tutti i miei recapiti. Scrivimi, telefonami, chiedi, e avrai tutte le informazioni che desideri sul mio metodo, e su cosa, concretamente, potrai fare per la tua piena realizzazione. E nuovi spunti ed ispirazioni li trovi sempre sul mio blog e nel podcast, puoi seguire Comunicare per essere, iscrivendoti su Spreaker e qualunque altra app per podcast e musica che ti piaccia, e troverai sempre nuova ispirazione. Iscriviti anche al mio canale YouTube, seguimi sul social che preferisci, magari inizia da Instagram e non dimenticarti di iscriverti alla newsletter. Tris di aforismi sul rapporto tra allenamento e realizzazione.
Il primo, del Dalai Lama: “Non c’è cosa che non venga resa più semplice attraverso la costanza e la familiarità e l’allenamento. Attraverso l’allenamento noi possiamo cambiare; noi possiamo trasformare noi stessi”. Il secondo, di Arnold Schwarzenegger, semplice ed efficace, come consiglio: “Torni in palestra e lo fai di nuovo e ancora di nuovo fino a quando non ci riesci”. Infine, l’ultimo, di Beppe Severgnini, riguarda la coscienza, ma vale per tutto: “La coscienza è un muscolo che va allenato e, come per l’atleta, l’esercizio richiede una certa disciplina”. Per salutarti, l’immancabile brano musicale: “Challenge accepted”. Un ritmo che ricorda l’allenamento tradizionale, quello fisico. Accetta la sfida, ed allena tutto quello a cui tieni di più, così non lo perderai. Grazie per essere stato con me. Ti aspetto alla prossima puntata. Ciao ciao

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