Perchè non sei libero e non lo sai

Il tema della puntata è la vera libertà. Pensiamo tutti di essere liberi, ma non lo siamo. Smettiamo di esserlo in giovane età, chi più, chi meno, poi, crescendo, qualcuno recupera un po’ di libertà, altri la perdono del tutto. Non per sempre. Essere liberi è possibile, basta capire come. Non siamo liberi, saperlo è il solo modo per conquistare l’unica libertà vera.
(Scorrendo puoi leggere la trascrizione dell’audio)

Perchè non sei libero e non lo sai

Definiamo, innanzi tutto, la libertà di cui parliamo. Parliamo della libertà di essere noi, cioè di realizzare tutto ciò che siamo in potenza, e in partenza. Riuscire ad essere noi è la chiave di volta di ogni progetto, di ogni successo, di ogni realizzazione. E, per essere noi, dobbiamo essere liberi, e consapevoli. Anzi, prima consapevoli, quindi, liberi.

Siamo davvero noi stessi? La risposta è nì, per molti, quasi per tutti, in realtà. Un po’ sì e un po’ no. Ognuno di noi nasce con una dotazione. Chiamatelo Io originario, personalità, individualità, temperamento, non è il nome che conta. Conta il fatto che ognuno di noi è unico, ha una sua propria dotazione, sue caratteristiche che gli appartengono in una combinazione che ha solo lui, che è solo lui. Noi, con la nostra dotazione originaria espressa e manifesta, siamo liberi.

Quanto dura questa libertà? Poco. Ore, settimane, giorni, mesi, qualche anno. Dipende. Dal quel momento in poi non siamo più liberi, ma condizionati. E meno siamo consapevoli della nostra natura originaria, meno siamo autentici, più siamo condizionati.

Quando la nostra libertà viene ridotta

Vi racconto una storia, come sempre, vera. Solo i nomi non lo sono.
Nasce Luca. Luca è un bambino molto attivo, vivace, curioso, desideroso di parlare e di toccare. Intraprendente, affettuoso. Incontra nella sua vita due esseri umani, deputati all’accudimento, all’amore etc. etc. etc. cioè, i suoi genitori. L’uso del termine genitori è un po’ abusato. Fare i genitori, ed essere genitori, non sempre coincide. Altro argomento per altra puntata.
Dunque, Luca nasce e vive la sua vita nel suo ambiente. Sua madre è poco espansiva, poco portata al contatto fisico, non particolarmente affettuosa. La mamma di Luca, che chiameremo Nadia, fa quello che fanno tutti i genitori. “Fa” se stessa. Per questo, come ricordo spesso, l’equilibrio individuale è fondamentale. Nella coppia, come nella famiglia. Ovunque, in ogni ruolo, in ogni luogo.
Se Nadia non ha risolto alcune sue problematiche – e non le aveva risolte – queste si riverseranno sulla sua vita – perché anche lei non è libera. E così fu.
L’incontro di Luca con Nadia limitò la libertà di Luca di essere Luca, e produsse un secondo Luca: in parte il Luca originario, in parte no. A quarant’anni, quando l’ho incontrato io, Luca aveva un buon lavoro, moglie e figlio, amici intorno a sé. Molte persone abbastanza scontente, devo dire. Perché Luca a 40 anni non era più vivace, curioso e premuroso. Era un criticone abbastanza scontento, parlava ancora molto, ma certo non sembrava gran che affettuoso.

Alla ricerca della nostra libertà di essere noi

Così siamo partiti dalla scrittura per andare un po’ a vedere chi era Luca a 40 anni, perché non era del tutto contento – ma neanche del tutto scontento, perché siamo bravi ad accontentarci di mezze libertà.
Lo studio grafologico della nostra scrittura, in ogni momento della nostra vita, è uno strumento eccellente per vedere la nostra dotazione. Particolarmente efficace. Almeno questa è quanto ho constatato nella mia ultra-decennale esperienza di life coaching grafologico.
Tra un esercizio grafologico e uno relazionale, tra l’allenamento del pensiero profondo e della scrittura evolutiva, e molte altre cose, Luca ha capito perché non era felice, cosa c’era che non andava e cosa gli serviva per essere felice. Quando parlo di felicità, come sa chi ha già ascoltato altre puntate, intendo felicità in senso pratico, realizzativo, non teorico. Non felici “idealmente”, ma felici concretamente, soddisfatti, sereni, equilibrati. Nulla a che vedere con la felicità effimera di nietzchiana memoria.
Or dunque, Luca, lavorando sulla sua evoluzione personale, scoprì che il Luca che manifestava non era lui. Era quello che era diventato per cercare di adattarsi alle richieste, prima, dei genitori e dell’ambiente familiare, e poi, via via nella vita, di altri ambienti, di altre persone. Lo facciamo tutti, in verità.
Ma, poiché la dotazione originaria non è uguale per tutti – come la grafologia insegna e mostra -, c’è chi è più consapevole, e riesce a resistere, e rimane più libero, più se stesso. C’è chi riesce ad essere se stesso in alcuni ambiti, ma non in altri. Fino ad arrivare a chi invece si convince addirittura di essere come è diventato, e non è più libero, neanche un po’.

Ascolta te stesso, ritrova la tua libertà di essere

E’ una cosa che sappiamo, che percepiamo, perché alla manifestazione, alla realizzazione, della nostra natura autentica è legata la nostra soddisfazione. Non a ciò che facciamo, a ciò che abbiamo, ma a ciò che siamo.
Tant’è che si può star male e non sentirci in equilibrio o soddisfatti, anche in situazioni apparentemente (perché esteriori, in apparenza) positive. Come quella di Luca, buon lavoro, moglie, figlio.
Basta rifletterci un po’ su: prova a chiederti come stai. Se sei felice, quando lo sei di più, quando lo sei di meno. Prova a cercare di ricordarti se sei sempre stato così. Quando qualcosa è cambiato, perché è cambiato. Se è dipeso da te (o meglio, quanto è dipeso da te, perché noi siamo sempre in gioco, nella partita della nostra vita).
Pensiamoci su. Perché è vero che non siamo liberi, ma è altrettanto vero che possiamo esserlo. Essere liberi, in una prospettiva evolutiva, vuol dire essere così consapevoli della nostra natura autentica, dei nostri punti di forza come di quelli che ci rendono più deboli, da poter decidere come valorizzarli, quali valorizzare, quali migliorare, quali cercare di far progredire. Vuol dire riconoscere i nostri difetti come una parte di noi. Non come qualcosa da cancellare, o da giudicare. Da migliorare. Riconoscere i nostri pregi non come qualcosa che ci rende superiori, ma che ci permette di essere migliori. Da condividere con gli altri.

Libera te stesso, libera la tua vita

Quando Chiara litigacon il padre che la fa sentire ancora una bambina, non è libera.
Quando Matilde evita di chiedere al marito di aiutarla, non è libera.
Quando Valerio discute con i suoi dipendenti perché lo fanno innervosire, non è libero.
Quando Michele sta zitto e non dice quello che pensa, e gli sembra che sia un difetto, e per questo, di essere giudicato, non è libero.

Chiara sarà libera quando potrà parlare con suo padre manifestando se stessa, per migliorare la loro comprensione e la loro relazione. Riconoscendo a lui la libertà di non essere d’accordo con lei e a se stessa la libertà di non prendersela per questo.
Matilde sarà libera quando deciderà cosa vuole davvero da suo marito, e, avendo ben chiare le cose importanti, cercherà di condividerle davvero con lui, anche se questo a volte richiede molte più energie che non far finta che tutto vada bene.
Valerio sarà libero quando avrà capito i motivi del suo nervosismo e avrà trovato un modo per gestirli e risolverli, che non vada a scaricarsi sugli altri.
Michele sarà libero quando potrà non parlare o parlare, al momento giusto, per lui, e sentirsi sereno per ciò che è. Apprezzare chi è più estroverso senza che questo tolga nulla al suo modo più riservato di interagire con gli altri.

Realizza il tuo potenziale

Lavorate sulla vostra libertà. Di essere voi. Consapevoli, equilibrati, sereni, autentici, perciò felici. Adesso sapete che la vostra vera libertà è nelle vostre mani. Decidete come usarla, e fatelo con saggezza.
Questa volta, per chiudere la puntata, ho per voi un tris di aforismi, che riassume quanto abbiamo detto finora.
“Per molti, libertà è la facoltà di scegliere le proprie schiavitù”, (Gustave Le Bon)
“L’uomo veramente libero è colui che rifiuta un invito a pranzo senza sentire il bisogno di inventare una scusa”, (Jules Renard)
“La libertà non è il diritto di vivere come ci pare, ma il diritto di trovare come dobbiamo vivere per realizzare il nostro potenziale” (Ralph Waldo Emerson)

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