E’ possibile amare davvero gli altri senza amare se stessi? La mia risposta è no. Ma un sondaggio che ho pubblicato on line ha visto le opinioni dividersi a metà. Credo che si debba partire dall’inizio, per comprenderci: non tutto quello che chiamiamo “amore” è amore. Ma, se parliamo di amore vero, allora non è possibile amare gli altri senza essere capaci di amare, dello stesso amore, noi stessi. Si può amare, sì, ma se ti chiedi come, cosa e perché, e ti dai risposte sincere, scopri che forse non ami chi pensi di amare, e quello che dimostri non è amore. Lo capisci quando la persona che ami, invece di essere felice, per quel tuo amore, è infelice (che sia un partner, un figlio, un amico), e, non felice, lo sei pure tu. L’amore vero è sano e porta benessere e crescita, e rinascita, e soddisfazione a tutte le parti coinvolte. In questo podcast ti spiego come funziona e ti racconto una storia (vera).
(Scorrendo puoi leggere la trascrizione dell’audio)
Solo se ami te stesso, sai amare gli altri (non tutto l’amore è solo amore)
On line ho pubblicato un sondaggio con una domanda che può sembrare quasi scontata, ma non lo è affatto: “E’ possibile amare davvero gli altri senza amare se stessi?”. La risposta è stata per il cinquanta per cento sì, e per l’altra metà, no. Probabilmente perché ognuno di noi ha una sua propria definizione di amore. Iniziamo, allora, dal principio. ù
Cosa significa: “amare te stesso?”. Molte cose: significa riconoscerti, conoscerti, apprezzarti, volerti bene, rispettarti, sostenerti, avere cura di te, non rinunciare mai ai tuoi sogni, non lasciare la strada della tua vocazione profonda. “Amare” è molte cose.
Un’interessante teoria delle relazioni familiari spiega che esiste un solo tipo di amore che funziona: quello in cui le persone sono, nello stesso tempo, capaci di “amare e negoziare”, cioè capaci di volere il bene dell’altro (per ciò che è il bene, per l’altro) e per sé. Così non rinunciano a se stesse e non pretendono che l’altro lo faccia. E’ un tipo di amore dinamico e attivo, fatto di emozioni e azioni, di sentimenti e vita pratica. Lo riconosci nei piccoli gesti, nelle parole, nel vivere quotidiano che, pur quotidiano, riesce sempre a mantenere una sua bellezza di fondo, qualcosa di buono e di bello. Questo è l’amore. Non sto parlando dell’amore universale o spirituale, che, comunque, condivide questa natura di base, per poi aprirsi a dimensioni più ampie. Se “ami te stesso” in questo modo, riesci a dare anche agli altri lo stesso tipo di amore.
Amare vuol dire anche lasciare spazio, riconoscere le differenze. Ho incontrato persone, nel mio lavoro, che sacrificavano parti di se stesse, della loro vita, in nome dell’“amore”. In nome di un “amore” in cui accettavano di essere infelici, o decidevano che l’infelicità dell’altro non era infelicità, perché quello che loro facevano era fatto per amore, e quindi, doveva essere giusto.
L’amore vero non chiede sacrifici (né a te, né all’altro)
Ti racconto una storia (storia vera, nomi di fantasia). Eloisa è una donna in gamba, una professionista, stimata ed apprezza sul lavoro. Ha un marito, un figlio, una sorella, i genitori, tanti amici. E’ una di quelle persone che ritiene di fare le cose per gli altri, per amore. E in nome di questo amore, spesso non si ferma, ad ascoltare, a cercare di capire cosa sia il bene per l’altro, convinta di avere già tutte le risposte. Il figlio si chiama Mattia. L’analisi grafologica coglie subito la rilevanza di una delle caratteristiche dominanti, nella scrittura di Eloisa: un modo di vedere le cose organizzato e preciso, fatto di regole alle quali lei si attiene sempre, che secondo lei sono le più giuste, e che, secondo lei, dovrebbero seguire tutti. Anche Mattia. Per questo, discutono tutti i giorni, perché Mattia (che, quando l’ho incontrato, era uno studente delle scuole superiori), vorrebbe studiare a suo modo, ripetere a suo modo, vestirsi a suo modo. Anche in questo caso, la prospettiva della Grafologia evolutiva® può esserti d’aiuto, per capire meglio: la caratteristica dominante della scrittura di Mattia è la creatività, unita ad un bisogno profondo e vitale di non essere costretto dalle regole. Mattia può dare il meglio di sé quando è lasciato libero di seguire i suoi tempi ed i suoi modi. Costretto ad adeguarsi a tempi e modi che non condivide, soffre. Posso dirti che questa storia andava avanti da sempre, da quando Mattia aveva iniziato ad andare a scuola, e siccome è un ragazzo sensibile, dotato di un’intelligenza vivace e acuta, e vuole molto bene alla madre, aveva cercato, in tutti quegli anni, di accontentarla. Ma Eloisa non era mai contenta, perché Mattia non poteva raggiungere quel livello di iper-controllo che le apparteneva. Ora, per tornare all’argomento della puntata: Eloisa ama Mattia. Ed è convinta che è giusto, dato che lo ama, che faccia di tutto perché lui segua il suo modo di vedere. Addirittura, aveva pensato di iniziare a lavorare part-time per seguirlo negli studi. Secondo te, questo è amore? E’ un tipo di amore, sì, ma non di quello che ti ho descritto prima. Lo stesso per Mattia, che, nell’accontentare la madre, rinunciava a se stesso. Eloisa era venuta da me perché non ne poteva più. Com’era possibile che suo figlio non apprezzasse il suo amore, non fosse riconoscente, perché era fatto così? Le ci è voluto un po’ di tempo, per capire come davvero fosse la situazione. Lei era cresciuta in una famiglia con una madre ipercritica ed un padre disattento e disorganizzato, aveva strutturato la sua organizzazione, mentale e pratica, per distanziarsi il più possibile da quei comportamenti. In qualche modo, si era costruita un mondo di regole che la facevano sentire al sicuro, ma, soprattutto, contro quei genitori che l’avevano fatta soffrire. Quando suo figlio si era rivelato creativo, e un po’ disordinato, lei aveva provato un dolore indicibile, e in nessun modo pensava che fosse giusto che lui si esprimesse in quel maniera, non riusciva a comprendere e riconoscere, e rispettare, la natura originaria di Mattia. Questo perché Eloisa non si amava, non quanto avrebbe dovuto e potuto, aveva bisogno ancora di approvazione e di regole, per sentirsi a posto. E che le cose andassero come lei voleva che andassero, per sentire di “far bene”. Sì, c’era anche amore, ma dentro, molto altro, insicurezza, egoismo, mancanza e sofferenza. Per questo, il suo amore faceva soffrire Mattia.
Per capire di che tipo di amore ami (e sei amato), devi porti le domande giuste
Se produce sofferenza, non è amore del tipo giusto. E’ un test semplice. E’ qualcos’altro, che devi trovare, e devi dargli il nome esatto. Oggi Mattia è un giovane studente universitario molto soddisfatto, creativo e più organizzato di un tempo, a suo modo. Ed Eloisa, che finalmente ha imparato ad amarsi nel modo giusto, riesce a regalarsi spazi e tempi liberi da regole e pieni di gioia e amore, sempre tutto ben organizzato 🙂 E’ possibile amare davvero gli altri senza amare se stessi? Sì, è possibile. E’ possibile amare nel modo giusto gli altri, senza amare se stessi? No, questo non è possibile. Perciò comprendo bene perché un sondaggio con questa domanda, abbia ottenuto tanti sì quanti no. Perchè nella vita ci sono persone che scelgono di amare anche se non amano abbastanza se stesse. Che amano, e sono infelici, e non si chiedono se sia quello l’amore che meritano.
Quando rispetti e ami te stesso nel modo giusto, allora sì, sei in grado di amare anche chi non ti ama, perché non hai bisogno di altri, per stare bene nei tuoi panni. Questo tipo di amore, sano, coraggioso e sincero, porta benessere e crescita, perché ogni scelta è consapevole, voluta e ponderata. Rinascita, perché è un tipo di amore che ti permette di sostenere gli altri senza rinunciare a te stesso. Soddisfazione per tutti, perché è un modo di amare che si propaga. Io conosco persone che hanno fatto di questo tipo di amore uno dei loro obiettivi di vita, e ogni giorno ne sono sempre più felici, ed anche le persone che amano. Amare significa essere te stesso, e, insieme all’altro, migliore. E, se è vero amore, del tipo giusto, deve esserlo in entrambe le direzioni. Se non è così, fermati, siediti, e cerca di capire cosa c’è, dietro quello che fai, dici, scegli, in nome di un “amore” che fa soffrire (o te, o gli altri, o te e gli altri). Ci sono tanti tipi di amore, ma quello giusto, è meglio. Ama il prossimo tuo come te stesso. E’ così che l’amore diventa più vero, e più grande. Se vuoi scrivermi e farmi sapere cosa ne pensi, ne sarei lieta. Se sei d’accordo, ed anche se non sei d’accordo.
Se vuoi saperne di più sul mio metodo e sugli strumenti che metto a tua disposizione, per supportarti nel tuo percorso di evoluzione personale, scrivimi o telefonami, come preferisci.In questa pagina, contatti, trovi tutti i miei recapiti. Dall’Analisi di Grafologia evolutiva® al Counseling on line, ai corsi, comunicazione e grafologia insieme per permetterti di realizzare te stesso nella vita e raggiungere ogni obiettivo che vorrai scegliere. Se vuoi puoi iniziare richiedendo il tuo Profilo grafologico essenziale. Trovi tutte le istruzioni nella pagina in cui puoi richiederlo. Una sintesi essenziale ma mirata e profonda, di ciò che sei, del tuo vero Io e delle tue risorse più vere.
Per salutarti, per te aforismi sull’amare, e un brano musicale.
“L’amore è armonia. E la felicità, l’armonia e il benessere fioriscono solo dall’amore. Imparate ad amare” (Osho)
“L’amore è la capacità di ridere insieme” (Françoise Sagan)
“L’amore non possiede né vorrebbe essere posseduto perché l’amore è sufficiente all’amore” (Khalil Gibran)
Il brano che ho scelto per te s’intitola: “Oggi c’è il sole”. Ti auguro di amare te stesso, nel modo giusto, oggi e sempre.
Grazie per essere stato con me, alla prossima puntata.