Io sono a favore della piena espressione e realizzazione della propria unicità, sempre. Sono convinta, in base a decenni di lavoro e di esperienza, e di risultati concreti ottenuti da centinaia di persone, che, sempre, ciascuno di noi possa migliorarsi. Ed anche, che il “miglior miglioramento” sia quello che valorizza e rispetta le caratteristiche uniche ed individuali. Vanno comprese, coltivate, amate. Quindi, fatte progredire ed evolvere, quanto e come vuoi. In questa prospettiva, ogni caratteristica, attitudine, tendenza, può diventare positiva o negativa per la tua vita in base a come la vedi ed all’uso che ne fai. Se ne sei padrone, la governi e la migliori, o se ne sei schiavo, e ti fai dominare e peggiorare. Rientra in questa casistica quella caratteristica unica, straordinaria e potente che è la sensibilità.
Vista da molti come grande dote, da altrettanti, come grande limite. Da tanti come una caratteristica auspicabile, da tanti altri come qualcosa che sarebbe meglio non avere, se non in piccole e misurate dosi, o forse, per nulla. La sensibilità, la vera sensibilità, è una dote. Straordinaria. Una forza, un mezzo unico di crescita personale e miglioramento delle relazioni. Sempre, per tutti. Se la governi e la usi come espressione per la tua realizzazione. Altrimenti è vero, può sembrare che sia un difetto. Ma “difetto” è una parola che esprime un giudizio. E i giudizi, intesi come critiche esterne, spesso non hanno tutti i presupposti giusti. Per capire il vero significato di una caratteristica personale dobbiamo guardarla con occhi nuovi, con vista piena, senza lenti, senza nebbie, senza giudizi e pregiudizi: è lì, che nasce la capacità di coltivare il valore personale. E di riconoscere il significato vero, della sensibilità. E di come usare la sensibilità esprimendola attraverso le tue personali caratteristica significhi imparare a stare bene con te stesso, nei tuoi panni e nella tua vita. Vuoi usare la sensibilità per stare bene? Puoi.
(Scorrendo la pagina puoi leggere la trascrizione dell’audio della puntata)
- Il vero significato di sensibilità
- Comprendere le diverse sensibilità per costruire la sensibilità vera
- Non basta l'intento: occorre anche che pensieri, parole ed azioni vadano nella stessa direzione
- Perché la sensibilità non è mai un difetto
- Dipenda da te fare delle tue caratteristiche la tua ricchezza (vale anche per la sensibilità)
- La strada verso la sensibilità è la strada verso la tua forza
Il vero significato di sensibilità
Iniziamo dal comprendere cosa sia la vera sensibilità, libera da attese e pregiudizi. Anche valutazioni troppo positive, non realistiche, sono non favorevoli, per la costruzione della tua vita, quanto quelle troppo negative. Mi riferisco, qui, alla sensibilità in se stessa. Dal Dizionario Treccani apprendiamo che esistono tante sfumature, nel significato di questa parola: la prima, “Capacità, attitudine a ricevere impressioni attraverso i sensi. In particolare, in psicologia, la facoltà di un essere vivente di conoscere per mezzo dei sensi e di provare il piacere o il dolore accompagnanti le sensazioni”.
La seconda, “Sensitività, particolare attitudine a risentire gli affetti, i sentimenti, le emozioni: una persona di grande sensibilità. In senso più ampio, considerando non solo le disposizioni affettive ma anche le tendenze attive dell’animo, si parla di sensibilità morale, sociale, politica, per indicare la capacità a comprendere, sentire, elaborare i fatti morali, sociali, politici. Altre volte invece la parola indica più precisamente delicatezza di sentimento e finezza di giudizio estetico: poeta, artista, musicista di grande sensibilità; anima di raffinata sensibilità”. Il terzo significato (ma ce ne sono molti altri, io ho scelto quelli più utili per questo nostro approfondimento): “In fisiologia, particolare forma di attività del sistema nervoso che per suo mezzo diviene capace di avvertire e di analizzare gli stimoli che agiscono sull’organismo dall’esterno o dall’interno, informandone o no la coscienza; ad esempio, sensibilità visiva, uditiva e così via”.
Comprendere le diverse sensibilità per costruire la sensibilità vera
Cosa ci dicono queste definizioni? Che non esiste essere umano senza sensibilità. Che tutti noi siamo “sensibili”, avvertiamo gli input interni ed esterni. Ma, anche, che la sensibilità può essere molto diversa, diversa in ciò che riceve ed in ciò che trasmette, da persona a persona. E questo è il vero punto, ed anche, il vero significato, quello che diventa la base per la scelta di una ricerca di te stesso e della tua realizzazione che non prescinda – mai – dal comprendere e sostenere te stesso, in prospettiva costantemente migliorativa, ovviamente, non auto-celebrativa. Chi si chiude in una visione di sé che pensa giunta a compimento, non usa la sensibilità che ha per accrescersi e migliorarsi. Ma ce l’ha in ogni caso. Su questo aspetto, e su cosa significhi per la vita concreta, tornerò tra poco.
Dunque, ogni essere umano è sensibile. Questa sensibilità è influenzata da una serie di fattori, fisici e psicologici, reali. Una persona con una grande sensibilità uditiva sentirà cose che chi ha una sensibilità uditiva media non discrimina. Chi ha una grande sensibilità visiva, noterà atteggiamenti che chi ha una sensibilità visiva media non rileva. Qui nascono le differenze che portano a giudicare. E giudicare gli altri, sulla base del proprio metro interiore, è una delle più grandi fonti di sofferenza umana. Quanti, quanti di voi lo sanno, hanno vissuto sulla propria pelle questa realtà: genitori che amano ma criticano e giudicano, e ti fanno sentire non adeguato. Partner che amano, ma sviliscono e aggrediscono, e ti fanno sentire debole.
Non basta l’intento: occorre anche che pensieri, parole ed azioni vadano nella stessa direzione
Anche qua la sensibilità è tutto: allenare la propria sensibilità, usarla per stare bene, vuol dire far stare bene anche gli altri. Vuol dire che sai riconoscere quando le tue parole feriscono, vuol dire che scegli parole migliori, che crei valore. Spesso, le persone che mostrano la loro sensibilità vengono etichettate da chi le ferisce con parole negative. Te la prendi? Sei permaloso, sei suscettibile, non accetti le critiche, sei infantile, sei presuntuoso, e via così.
Ma, cari amici miei, c’è una cosa fondamentale che può essere davvero utile, per diventare noi, persone migliori, e creare una vita buona anche per gli altri – ed anche questo rientra nell’usare la sensibilità –: se una persona esprime sofferenza, se resta colpita, ferita, è perché soffre. È perché si sente colpita. Etichettare la “sensibilità” come “permalosità” la declassa da sentimento personale profondo, legato al personale sentire, ad atteggiamento giudicato eccessivo, e svilito. Gli atteggiamenti, le reazioni, vanno comprese ed ascoltate. È così che tutti noi, ognuno di noi, può diventare più sensibile. Anche chi pensa di non essere sensibile, o chi si chiude nei propri atteggiamenti, portandoli avanti ad oltranza senza tener conto degli altri, è sensibile. Solo che usa la sensibilità in modo non costruttivo per la sua vita. Un genitore che urla al proprio figlio, convinto di agire per il suo bene; il partner che offende la persona che ama, pensando di essere dalla parte giusta, sono persone che usano quello straordinario potere che è la sensibilità invece che per costruire, per distruggere
Perché la sensibilità non è mai un difetto
Per questo, se vuoi usare la sensibilità per stare bene, devi prima conoscere bene la tua. Potresti avere una forte sensibilità rivolta verso ciò che provi tu, ma non altrettanto recettiva verso ciò che gli altri provano ed esprimono. Oppure, una forte sensibilità rivolta verso ciò che gli altri ti fanno provare, ma non altrettanta per rispettare ed esprimere te stesso. Oppure, potresti usarla per evitare di difendere i tuoi giusti spazi. O come forma di ricatto affettivo, mostrando la tua debolezza, per timore che un dialogo paritario ti faccia perdere ciò che non vuoi perdere. Chi si chiude in una visione di sé limitata dalle esperienze vissute, dai giudizi degli altri, chiude la propria vita al cambiamento, ed allontana proprio ciò di cui avrebbe bisogno per essere più felice.
Per questo, usare la sensibilità in maniera giusta migliora in modo straordinario ogni relazione, anche quella che hai con te stesso. Si tratta di partire da te, dal riconoscere il tipo di sensibilità che hai. Tra i miei cari clienti ed allievi ci sono persone con sensibilità di ogni genere, eppure, ognuno di loro riesce, partendo proprio dalla conoscenza di se stesso, ad usare la sensibilità per ciò che è: una caratteristica unica, che, opportunamente espressa e coltivata, ti permette di stare meglio, con te stesso e con gli altri. E di far sì che anche gli altri, stiano meglio.
Dipenda da te fare delle tue caratteristiche la tua ricchezza (vale anche per la sensibilità)
Perché, per chiarire ancora di più questa mia visione, la sensibilità è molto di più delle tre definizioni che ti ho letto: è una finestra aperta sul tuo mondo interiore e sulla tua vita. Sono antenne che, ben sintonizzate, possono far sì che nessun messaggio ti sfugga, e che tutto trovi in te la giusta risposta. Così, ho scelto dei sinonimi, che rendono giustizia alla vera sensibilità: apertura, comprensione, attenzione, finezza di cuore.
Per usarla, la finezza di cuore, devi alleggerire la tua vita dai pensieri pesanti, da quelli che trasformano la sensibilità in prevaricazione e in aggressione, in fuga e rifiuto, in paura e nascondimento, in negazione e ostentazione. La vera sensibilità è anche fair play, perché quando la esprimi, rispettando le tue caratteristiche personali uniche, non è altro che un modo di essere che scegli, che ti permette di essere stabilmente te stesso, gentilmente, te stesso, e lo stesso fai per gli altri.
Ma, e qua concludo, che si tratti di sensibilità, di estroversione o introversione, di istintività o riflessività, di incisività o emotività, di qualunque aspetto di te stesso si tratti, la strada giusta è una: lo conosci, lo apprezzi in quanto tua caratteristica, trovi il modo giusto di esprimerlo e di esserlo, scegli quali aspetti vuoi preservare e rafforzare, e giorno dopo giorno, diventi la tua trasformazione. Lascia da parte i giudizi degli altri, a volte, anche chi dice di amarti può non comprendere pienamente chi sei. E anche all’amore, su cosa significhi davvero amare, a come si fa, dedicherò altri podcast.
La strada verso la sensibilità è la strada verso la tua forza
Intanto, inizia a guardare a te stesso senza giudizi, a riconoscere le tue caratteristiche come la tua ricchezza. Come un seme, può far crescere un albero bellissimo, solo se lo pianti.
Se vuoi non solo usare la tua sensibilità per stare bene, ma ogni tua caratteristica, riuscire a vederla da prospettive nuove, valorizzarla e imparare quello che vuoi aggiungere a te stesso, e vuoi farlo con me, conoscere il mio metodo, sono a tua disposizione. Nel mio blog, annarosapacini.com, pagina contatti, trovi i miei recapiti, scrivimi, telefonami, troveremo insieme il modo migliore per te e per la tua vita, di sostenere e concretizzare la tua realizzazione.
Trovi anche una pagina dedicata a questo podcast, Comunicare per essere®, che puoi seguire direttamente dal mio blog, dove ogni settimana pubblico le nuove puntate e le trascrizioni dei testi, se ti piace anche leggere, e puoi anche iscriverti liberamente dalla tua app preferita per musica e podcast. Alla vera sensibilità e al vero amore ho dedicato anche altre puntate del podcast, ognuna approfondisce sfumature diverse, se vai nel mio blog e digiti queste parole, nella casella di ricerca interna, sicuramente troverai molto da ascoltare e da leggere.
C’è anche una pagina dedicata al Profilo Grafologico Essenziale, uno studio della tua scrittura che eseguo personalmente, mirato alla valorizzazione di punti di forza che ti appartengono e che possono diventare importanti alleati per il miglioramento concreto della tua vita. Puoi richiederlo anche adesso, direttamente dalla pagina.
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Per salutarti, prima del brano musicale, aforismi dedicati alla sensibilità, un modo per richiamare le visioni interiori più proficue per la tua vita. Quattro aforismi sulle varie sfaccettature della sensibilità. Charles Baudelaire: “Non disprezzate la sensibilità di nessuno. La sensibilità è il genio di ciascuno di noi”. Osho: “La sensibilità è l’abito più elegante e prezioso di cui l’intelligenza possa vestirsi”. Dalai Lama: “Quando siete coscienti delle vostre sofferenze e insoddisfazioni, ciò vi aiuta a sviluppare l’empatia, la capacità che vi permette di rapportarvi con sensibilità verso le sofferenze degli altri. Ciò aumenta la vostra capacità di provare compassione”. L’ultimo, del Marchese de Vauvenargues: “È impossibile essere giusti, se non si è umani”.
Il brano che voglio dedicarti l’ho re-intitolato: “Realizza la speranza”. È una dedica, un augurio e un invito. E se vuoi farmi sapere che ci sei, scrivimi, ti leggerò. E se vuoi aiutarmi ad aiutare, lascia un commento, una valutazione, ovunque mi segui. Grazie per essere con me in questo viaggio, ti aspetto alla prossima puntata. Ciao ciao
“La sensibilità è una finestra aperta sul tuo mondo interiore e sulla tua vita”
-Annarosa Pacini
Crescita e realizzazione personale, comunicazione, motivazione, ispirazione, evoluzione, coaching on line – frasi, pensieri, aforismi e citazioni tratti dal lavoro della dr.ssa Annarosa Pacini (© tutti i diritti riservati: è consentito l’uso con la citazione della fonte e link al sito)