Perchè devi combattere l’indifferenza

Tu puoi fare la differenza, sempre, in ogni ambito. A casa tua, sul posto di lavoro, sui social e anche nel mondo. Per farlo, devi crederci. Rassegnarti non serve a nulla. Se qualcosa non ti piace, c’è un solo modo perché migliori, ed è che tu ti dia da fare. Ma l’indifferenza, purtroppo, è contagiosa. Guardi un altro che non fa nulla, ti domandi: “perché devo fare qualcosa io?”. Oppure, è una forma di difesa? Funziona? No. Nessuno è davvero indifferente, nemmeno il falco alto levato. Forse, la statua. Eppure, se non fai qualcosa, con il tempo lo diventi, e se lo diventi, allora sì, che sarà difficile che tu possa davvero essere felice.
(Scorrendo puoi leggere la trascrizione dell’audio)

L’indifferenza contro le ingiustizie del mondo NON è una soluzione

Puntata breve, ispirata ad una domanda che mi ha scritto SuperBlu: “Alcuni non riescono a soffrire delle storture e ingiustizie del mondo. Come consigli di non rimanerne schiacciati senza diventare indifferenti e tutelarsi?”. Domanda fantastica. Intanto, ti dico cosa ho risposto a Super.
Innanzi tutto, ho diviso la domanda in due parti, la prima, “Alcuni non riescono a soffrire delle storture/ingiustizie del mondo”. Già la parola che ha scritto Super, “non riescono”, ci fa capire che è qualcosa che non funziona bene. Un sistema di autodifesa, un modo per negare la realtà, una strategia di sopravvivenza? Posso dirti che la realtà puoi cambiarla solo se la vedi, la comprendi, la accetti (“accettare” non come “essere d’accordo”, ma proprio come comprensione, capacità di discernimento e valutazione). Perciò, la strategia di negazione non è mai utile. Le persone però non “scelgono” un comportamento, “hanno” un comportamento, anche quando pensano di sceglierlo, la loro storia, le emozioni, i pensieri, sono lì a pilotare e direzionare.
Chi non soffre delle ingiustizie del mondo? Chi, ad esempio, ha così tanto risentito della sua sofferenza, nella sua vita, da aver adottato quel sistema per andare avanti, e poi, diventa un abito mentale, un modo di essere, che si attiva anche quando è sbagliato.
Chi, ad esempio, ha un modo di vedere le cose e vivere la vita molto incentrato su se stesso, e questo è un limite. In grafologia ci sono tanti segni (cioè modi di tracciare e sviluppare il corsivo, a partire da ogni singola lettera e da ogni singolo elemento) che indicano una forma di chiusura e di interpretazione estremamente soggettiva. Chi per eccesso di precisione, chi per mancanza di obiettività, chi per un troppo sviluppato spirito di antagonismo. Ci sono alcune caratteristiche essenziali, per comprendere bene la realtà, a partire dal campo di coscienza, dall’ampiezza mentale, dalla flessibilità, dalla forza interiore, dalla capacità di approfondire e, insieme, di fare sintesi e via così. Il bello è che, se lo vuoi puoi allenare e migliorare tutto. Chi fosse un po’ indifferente per propria natura, lo sa. E’ così, a casa, sul posto di lavoro, e anche nel mondo. Se lo sa, allora ne vede anche gli effetti. Se gli effetti non gli piacciono, può cambiare la causa.

Diventa più forte, così puoi fare la differenza

La risposta alla seconda domanda è più complessa, “cosa consiglio per non rimanerne schiacciati senza diventare indifferenti e tutelarsi…”. La dico a te.
Il dolore è dolore, quando lo provi, lo senti. Come reagisci, dipende da te. Cosa ne fai, dipende da te. Ci sono persone che soffrono e si chiudono in se stesse ed inaridiscono, ed altre che soffrono e, per questo stesso motivo, si aprono al mondo e il loro cuore cresce, e trasformano il dolore in coraggio, compassione e speranza. Non esiste una risposta universale valida per tutti, ognuno deve – e può – trovare in cuor suo la risposta. Nessuna scelta è senza prezzo, anche quelle che sembrano più facili. Se chiudi il cuore alla sofferenza, lo chiudi anche a molto altro, e non lo sai.
L’indifferenza è davvero contagiosa, come la paura. Ma senza cercarla, come per ogni malattia, anche per quelle dell’anima, non si trova la cura. Nessuno è davvero indifferente, ho sempre pensato che il falco alto levato nella poesia di Montale non avesse nulla a che fare con la divina indifferenza, lui non era indifferente per nulla, aveva la sua vita, cui badare.
Poteva sembrare indifferente dalla prospettiva dell’uomo, qui, del poeta, ma bisogna sempre guardare le cose da tutte le prospettive, soprattutto da quelle diverse dalla nostra, per comprenderle. Purtroppo sì, si soffre, se si guarda la sofferenza degli altri, ma non basta guardarla con gli occhi, serve il cuore. Ma davvero, purtroppo?
Come potremmo definirci umani, se non soffrissimo per la sofferenza di altri esseri umani? E il dolore è una componente fondamentale della vita, ti rende migliore, più attento e sensibile.

Sviluppa la forza interiore e combatti il silenzio dell’indifferenza

Leopardi diceva – reminiscenze poetiche – che più le persone sono sensibili, più soffrono, ma anche più cercano, più creano, più comprendono, più possono. L’indifferenza va curata, perché se non fai nulla per curarla, alla fine tante cose ti sfuggiranno, e non solo quelle legate al dolore. Poi, devi diventare più forte, ma questa è una essenziale strategia di vita. La forza interiore serve per vivere in un modo degno della tua vita e delle tue possibilità. Nessuno è più infelice di chi non comprende l’importanza del suo essere e della sua vita. Tu puoi fare la differenza, tutti possono fare la differenza. La differenza combatte l’indifferenza. Falla ogni giorno, lì dove sei. E la sofferenza può renderti migliore, o peggiore. Non dipende dalla sofferenza, dipende da te. E più diventi migliore, meno sarai indifferente, più indifferenza riuscirai a cancellare dal mondo. Crescere è una scelta, ogni tanto mi piace scrivere questa frase. Tutto è una scelta, anche combattere l’indifferenza. Lavorare sulla tua forza interiore è una strategia vincente, per ogni battaglia che vorrai combattere nella tua vita.
A me piace lavorare sulle strategie vincenti. Se vuoi conoscere il mio metodo, vuoi riflettere sulla tua vita, sul tuo futuro, decidere come trasformarlo, a partire dalla conoscenza profonda di te, contattami, annarosapacini.com, pagina contatti, trovi tutti i miei recapiti. E dal sito puoi richiedere anche adesso, il tuo Profilo Grafologico Essenziale, i punti di forza che in questo momento della tua vita possono aiutarti a vedere le cose nella prospettiva giusta. E per non perdere nulla, articoli, video, novità, iscriviti alla newsletter, al mio canale YouTube, al mio podcast Comunicare per essere, e seguimi sui social, a partire da Facebook ed Instagram. Se questo argomento ti ha ispirato, vuoi lasciarmi un commento, o un like, grazie, è già un modo per dire no all’indifferenza. Un solo aforisma, sull’indifferenza, di Martin Luther King: “Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti”. Il brano che ti dedico s’intitola: “Destino”. C’è una frase di Daisaku Ikeda, filosofo buddista, che dice così: “La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità”. Sarà bene che qualcuno, da qualche parte, inizi a cambiare. Meglio, se ognuno di noi lo facesse. Ciao, grazie per essere stato con me.

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