Viva il lupo (viva te!)

Qual è la strada migliore per affrontare, e vincere, una prova? Augurarti che le cose vadano bene, o impegnarti, perché le cose vadano bene? Riconoscere che i “contro” possono essere fortemente ridotti dai “pro”, o pensare che i “contro”, senza fortuna, non riesci a superarli? E poi, cos’è, la “fortuna”? Quella della sorte casuale o quella dell’uomo faber? Io credo profondamente in quella dell’uomo faber, e preferisco il lupo che sostiene al lupo che crepa. E so che la strada migliore è quella in cui tu scegli e mantieni la rotta. Perché nulla è mai davvero “casuale”. Solo perché non la si comprende, non significa che non vi sia una causa. In questa puntata ti spiego in che modo ringraziare il lupo e il motivo per cui apprezzare il valore dell’auto-alleanza funzioni meglio che non augurarsi che il problema scompaia. E’ così che il problema scompare: scompare perché lo risolvi.
(Scorrendo la pagina, puoi leggere la trascrizione dell’audio)

Crepi il lupo, viva il lupo!

Non so se potrà sembrarti inusuale, ma non ho mai risposto ad un augurio di “in bocca al lupo” con la famosa frase: “crepi il lupo!”. Dicendo mai, intendo, mai. Al massimo, ho risposto con un “grazie”, ma, più spesso, mi è accaduto di argomentare quanto trovassi poco positivo un augurio che si basa su un possibile accadimento nefasto ai danni di un essere vivente. Se metti da parte i lupi cattivi, alla fine, un lupo è un animale sociale, che segue le sue regole, il suo onore, la sua natura.

Se fai una ricerca in rete, troverai che al più noto “crepi il lupo”, risposta legata concretamente alla battuta di caccia ed al suo successo, possono sostituirsi altre risposte, come “grazie” e “viva il lupo”.
D’altronde, fu una lupa, a salvare Romolo e Remo. Così narra la leggenda, e a noi piace, la leggenda. Ma “viva il lupo” è ancora meglio. Perché per un cucciolo di lupo, finire in bocca alla madre significa essere protetto, accudito, messo al riparo. E quale augurio migliore che tu possa trovare aiuto e riparo?

“Pro” e “contro”: il ruolo dell’homo faber (fortunae suae)

Quando si parla di crescita personale, di vita e di prove, il miglior aiuto e riparo è quello che tu stesso puoi darti. La strada migliore per affrontare, e superare, una prova, non è “augurarti” che vada bene, è impegnarti, affinchè vada nel modo migliore possibile. Tutti coloro che hanno affrontato un esame, a scuola o all’università, sanno quanto poco piacevole sia aver studiato e poi trovarsi in difficoltà perché ti arriva la domanda proprio su quello che hai studiato meno.

Esistono spiegazioni psicologiche di questo tipo di dinamiche, che spiegano chiaramente come sia proprio la tua preoccupazione costante, a condurre l’esaminatore a porti la domanda che vorresti evitare.
Sì, la cosa migliore è sempre e comunque fare del tuo meglio. Così, i “contro” non potranno superare i “pro”. Resto ancora nel tema esami, per spiegarti “pro”, “contro” e “viva il lupo”, l’auto-alleanza che fai con te stesso.
Esame di Storia della Filosofia, ero l’ultima della sessione, dopo tre giorni di fila, mattina e pomeriggio. Man mano che i giorni passavano, il professore aveva fatto interrogazioni sempre più brevi, anche solo dieci minuti, dando voti molto interessanti, 24, 25, rapportati ad interrogazioni così brevi. Domande facili. La mia interrogazione è durata 40 minuti. Mi ha detto che voleva cambiare, così, invece di chiedere quello che aveva chiesto a tutti, mi ha chiesto quello, più le cose che non aveva chiesto a nessuno. Alla fine, a memoria, la ripetizione di una nota scritta una postilla in fondo ad una delle pagine, tratta dalla monumentale Enciclopedia della Filosofia dove avevo dovuto studiare vita ed opere complete di decine di filosofi. Monumentale, quell’enciclopedia, intendo, più di mille pagine. Ho preso 30 perché ho dimenticato una parola. Non 30 e lode. L’interrogazione era stata così lunga ed approfondita perché voleva darmi 30, ed anche la lode. Pro o contro? Il “contro” è, se vuoi, l’ingiustizia di interrogazioni brevi, con voti alti.

Il pro è che se ti prepari al meglio, avrai sempre le risorse per fronteggiare la situazione. Il “pro” vale più del “contro”. Se non fossi stata così ben preparata, un esame di quel tipo, quattro volte più lungo di quello standard, non lo avrei potuto superare con quel voto.

La strada migliore per vincere una prova, è prepararti (e la casualità non è casuale)

La strada migliore per affrontare, e vincere, una prova, è impegnarti. Fare del tuo meglio. Così i “pro” battono sempre i “contro”. La fortuna non serve, o, meglio, la crei. L’uomo “faber fortunae suae” non è altro che l’uomo che s’impegna, costruisce, agisce.

Quella è la stessa fortuna di “in bocca al lupo”. Cura, protezione, sostegno, preparazione. Perché il lupo sa come tenere in bocca il suo cucciolo, e portarlo al riparo. Diceva Jung, riflettendo sul principio di casualità, che il fatto che non si comprenda la ragione di un evento, meno frequente di altri, non significa che la ragione non ci sia. Non la vedi, perché siamo abituati a ragionare secondo schemi che rendono il pensiero più veloce, ma anche meno flessibile, la mente più sistematica, ma anche meno creativa. Questa prospettiva può aiutarti ad osservare in modo diverso anche le cose che non ti vanno bene.

Togli la particella pronominale “ti”: le cose che non vanno bene.

Mi viene in mente una mia cara cliente, Crystal, che vive una relazione piena di tensione. Il suo compagno è reduce da una separazione piena di conflitto. Ha una sua idea, su come le donne sono, su cosa fanno, ragiona in base a stereotipi molto riduttivi. Certo, ha avuto un’esperienza non positiva. Ma Crystal non è la sua ex compagna. E nonostante che Crystal voglia a tutti i costi far sì che funzioni la sua storia con Romano, non è facile. I nomi sono sempre di fantasia, le storie, sempre vere. Torniamo alla particella pronominale: se dicessi a Crystal “Crystal, puoi osservare in modo diverso le cose che non ti vanno bene, nella tua relazione?” quel “ti” potrebbe trarla in inganno, e trarre in inganno anche te. Dipenderà da lei? Magari, è il partner giusto, solo che lei pretende troppo. Come si capisce, se un partner è questo giusto? Su questo argomento, tornerò in un’altra puntata.

Se le cose non vanno bene, la speranza ha bisogno di saggezza e azione (se vuoi che davvero cambino)

Elimino la particella pronominale: per Crystal è vitale osservare da prospettive migliorative, evolutive, le cose che non vanno bene. Lui alza la voce, la offende, ritiene che sia una donna di poco valore, anche poco sensibile e attaccata al denaro. Le dice che stare con lei gli rovina il fine settimana, questo, un fine settimana sì ed uno no, e così, trova sempre qualcosa di bello da fare con gli amici. E’ oggettivamente una relazione che non va bene. La relazione, dov’è? Da cosa è fatta?

Allora, guardare da una prospettiva nuova, richiede che Crystal si allei con se stessa. Si ricordi cosa davvero vuole, in un rapporto di coppia. Cosa ha sempre sognato. Decida di mettere tutta se stessa per fare del suo meglio. Che significa anche vedere Romano per quello che è: un uomo con molti aspetti oscuri, molta sofferenza, un mondo emotivo chiuso e poco maturo.

Anche la “donna faber” ha più successo di quella che si aspetta che il problema scompaia. Perché i problemi non scompaiono, se non li risolvi. Puoi trovare soluzioni sbagliate, i problemi possono diventare ancora più grandi, ad un certo punto, le soluzioni possibili si riducono.

Come puoi risolvere un problema

Il problema scompare perché lo risolvi. E lo risolvi perché sei il costruttore della tua vita. E per costruire, devi studiare, il progetto, i materiali, il terreno. Così crei la tua strada. Che si parli di successo in ambito professionale, sentimentale, personale, “viva il lupo” è la scelta di credere nell’alleanza tra i tuoi sogni e il tuo potere.

Tra il tuo agire ed i risultati che ottieni. Tra il futuro che desideri e il presente che crei. Perciò, io ti auguro, con tutto il cuore, “in bocca al lupo”, per ogni tuo sogno, dal più piccolo al più grande. E se mi segui da un po’ sai che tutto si può allenare, migliorare, risolvere. Se davvero lo vuoi. Questa è una delle prime domande cui dare risposta: cosa davvero vuoi, per la tua vita. Poi, comprendere se ciò che vuoi e ciò che è giusto per te vanno nella stessa direzione. Come so che la strada migliore è quella in cui tu scegli e mantieni la rotta? Perché ogni mio cliente ha sempre scelto e posto le cause, così trasformando il “casuale” in effetto.

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Quattro aforismi sul rapporto tra il tuo essere e il destino che ti crei. Karl Lagerfeld: “La felicità non ci spetta di diritto. È frutto di un lavoro che richiede sforzi”. Stephen Hawking: “Ho notato che anche le persone che affermano che tutto è già scritto e che non possiamo far nulla per cambiare il destino, si guardano intorno prima di attraversare la strada”. Jung: “Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino”. E, l’ultimo, del Dalai Lama: “Ciascuno di noi è l’artefice del suo destino, spetta a noi crearci le cause della felicità. È in gioco la nostra responsabilità e quella di nessun altro”.

Il brano musicale s’intitola: “Mondo ideale”. Esiste, un mondo ideale? Il tuo, quello che ti corrisponde, quello che è in armonia con te. Quello in cui tu sei in armonia. Sì, quello esiste. Puoi anche chiamarlo il destino che crei. Viva il lupo. Viva te. E grazie per essere stato con me, ti aspetto alla prossima puntata. Ciao ciao

“Che si parli di successo in ambito professionale, sentimentale, personale, “viva il lupo” è la scelta di credere nell’alleanza tra i tuoi sogni e il tuo potere”
-Annarosa Pacini

Crescita e realizzazione personale, comunicazione, motivazione, ispirazione, evoluzione, coaching on line – frasi, pensieri, aforismi e citazioni tratti dal lavoro della dr.ssa Annarosa Pacini (© tutti i diritti riservati: è consentito l’uso con la citazione della fonte e link al sito)

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