Perché una relazione funziona e un’altra no

Il tema della puntata è come far funzionare una relazione personale. Relazioni, in senso generale. Non solo d’amore, ma anche di amicizia, di affari. Ancor prima, familiari. Funzionare vuol dire che dà frutti, scorre, avanza, produttivo, proficuo, buono. Ad avere relazioni siamo capaci tutti. Un po’ meno a farle funzionare veramente. Una relazione funziona davvero quando tutte le parti coinvolte stanno bene, si sentono comprese, comprendono l’altro, e progrediscono. Se non progredisce, ristagna. Se ristagna, difficilmente profumerà. Per recuperare i profumi di una relazione è bene rimanere sempre allenati, a partire dalle basi. Voi le conoscete?
(Scorrendo puoi leggere la trascrizione dell’audio)

Perché una relazione funziona e un’altra no

Chi segue il mio podcast da un po’ di tempo, saprà che presto grande attenzione alle parole. Dovremmo farlo sempre, in verità. Più le parole sono giuste, e chiare, meglio possiamo esprimerci e meglio possiamo essere compresi. Vale anche per il comprendere gli altri.
Perché una relazione funziona? Per tanti motivi. A noi interessano quelli essenziali, i motivi basic. Non nel senso di minimi, ma nel senso di fondamentali. Come le fondamenta, stanno alla base. Sarebbe impensabile parlare di un edificio straordinario valutando la sua bellezza senza tener conto della sua stabilità. Anzi, purtroppo, spesso ci basiamo proprio sugli elementi esterni, ma quello che ci serve, come sappiamo, sta dentro, e non fuori. Vale anche per le relazioni interpersonali.
Una relazione funziona perché chi vive la relazione è in grado di viverla. Cioè di gestirla, affrontarla, curarla, sostenerla.

Quando una relazione va

Esempio di relazioni che funzionano: Anna torna a casa, è stanca e nervosa. Lì c’è il suo amore, Franco. Non lo aggredisce, non scarica su di lui la sua tensione, non risponde male, non se la prende con lui per problemi che stanno altrove. Manifesta, nel qui e ora (quel “mindfulness” di cui tanto spesso oggi si sente parlare) il suo sentimento di fondo nei confronti del partner. La base, le fondamenta. Amore, emozioni positive, desiderio di dialogo, di confronto, di supporto.
Quindi gli dice (questo è un esempio, nel mio metodo gli esempi sono sempre personali, ovvero, ognuno deve poi trovare le proprie parole e il proprio stile. L’esempio vale come esempio, da adattare poi alla situazione reale, non da interpretare come se fosse una regola universale).
Riprendiamo: Anna dice a Franco: “Meno male che sono tornata a casa”, Franco (che è ben orientato anche lui, cioè centrato bene, in equilibrio), per prima cosa, è contento di vederla.
Poste le giuste basi, cioè avendo ben saldo il contatto emozionale di background, ognuno dei due parlerà della sua giornata, sarà libero di sfogarsi “con” l’altro, di confrontarsi “con” l’altro, di ascoltare ed essere ascoltato. Scaricherà le sue tensioni non “sull’”altro, e, dato che sono in equilibrio, sicuramente si aiuteranno l’un l’altro. Questo avviene in modo fluido, quando una relazione è in equilibrio e funziona. Gli elementi di una relazione – partner, colleghi, amici, genitori figli etc. etc. – non hanno sempre lo stesso livello di energia vitale: chi più può, più deve, lì sta la capacità di comprensione, che, grazie alla consapevolezza profonda, ci permette di capire la situazione e agire nel modo giusto, nel momento giusto. In un modo che funziona.

Quando una relazione non va

Esempi di relazioni che non funzionano: Lorella torna a casa di buon umore, sta per raccontare a Mario un bell’episodio che le è accaduto. Mario è ultra nervoso, come sempre, quando torna dal lavoro. Per prima cosa, brontola perché la cena non è pronta, e si lamenta che fa caldo. Dopo un minuto e mezzo dal suo ingresso a casa Lorella si è già dimenticata dell’episodio, è già nervosa e pronta a rispondere a tono a Mario. Il clima emozionale persisterà per tutta la serata.

Marcello entra in ufficio, vede i suoi due colleghi che parlano. Aveva pensato di chiedergli un chiarimento su una pratica, ma li vede parlare insieme spesso ed è convinto che tramino qualcosa. Uno dei colleghi lo chiama perché vorrebbe chiedergli un consiglio. Lui gli risponde seccato che non ha tempo ed esce dalla stanza, poi torna a casa e si porta dietro il suo malumore, che trasferisce ad altre relazioni. Per inciso, i due colleghi parlavano di un grave problema di salute che riguardava uno di loro e, quel giorno, ne avrebbero parlato con lui. Non lo avevano fatto perché si trattava di un problema simile a quello che aveva coinvolto un familiare di Marcello, tempo prima, e non avevano voluto turbarlo prima di esserne certi.

Riccardo va a casa, ha preso 6 nella verifica di Chimica, che alle Superiori non è male, soprattutto se consideriamo che era partito da 3. Non era il suo punto di arrivo, ma era comunque un buon risultato. Appena entra il padre urla perché quella mattina era uscito di casa lasciando la luce delle scale accesa. E poi dà il via alla solita sequela di lamentele: sei sempre così, non cambierai mai, che ho fatto per meritarmi questo. Contestualizzare le situazioni è un altro elemento fondamentale. Nel qui, e ora. Il padre di Riccardo, Giuliano, avrebbe dovuto accoglierlo, quindi, ascoltarlo, dialogare, apprezzare i risultati del ritrovato impegno di Riccardo. Quindi, in un clima emozionale costruttivo, parlargli della luce accesa. Solo della luce accesa. Le generalizzazioni producono effetti sempre negativi, sia su chi ascolta che su chi le esprime.

Scegli che relazione vuoi costruire

Relazioni che non funzionano non vuol dire che non esistono o non vanno avanti. Ci sono persone che per tutta la vita vivono in questo modo le loro relazioni, e, magari, hanno anche momenti di serenità e felicità, magari. Bisognerebbe poter valutare quanto autentici.
Non vi ho detto che anche il primo esempio, quello della relazione che funziona, è vero. E’ una relazione in costante crescita, tra due persone che nella vita hanno incontrato molti problemi, ancora oggi ne incontrano, ma l’equilibrio personale e l’equilibrio della relazione non solo non ne sono intaccati, direi che ne traggono sempre nuovi stimoli per crescere e progredire. Questioni di scelte.
Poiché si tratta di scelte, anche se fino ad oggi questo stile relazionale evolutivo non è stato uno di quelli che avete più praticato, potete cambiare in ogni momento.

Quindi, le relazioni che funzionano richiedono molta buona volontà, energia, forza, coraggio, comprensione, attenzione, rispetto, comunicazione, amore. Potete partire anche da amore e comunicazione, ma l’amore da solo non basta, se non sappiamo amare davvero, in modo maturo, equilibrato. Il vero amore è non solo amore.
Nelle relazioni che non funzionano, c’è qualcuno che non ama nel modo giusto, né se stesso né gli altri. E quindi, tutte le altre caratteristiche, volontà, energia, forza, comprensione, quando ci sono, sono sbilanciate. Giuliano comprende se stesso, ma non Riccardo. Lorella è comprensiva, ma non ha il coraggio di parlare a cuore aperto con il marito, e trascina da anni una vita di coppia in cui non è felice. Marcello ha molta attenzione, solo che la direziona verso le cose sbagliate.

Perché le relazioni funzionano

I sentimenti, come i profumi, come i colori, danno il meglio di sé quando possono essere espressi e percepiti in ogni sfaccettatura. E, per rendere bello un fiore, il profumo non basta. A chi piacerebbe una rosa profumata con petali raggrinziti? Perché sia forte e rigogliosa ha bisogno di essere coltivata. Con cura, con dedizione. Così vale per ogni relazione.
Se pensiamo che le nostre parole, la nostra voce, i suoni, la musica, sono in grado di influenzare animali e piante, possiamo capire quanto sia importante usarle bene per direzionare la nostra vita. Perché le relazioni funzionano? Perché ci impegniamo al meglio di noi. Perché le relazioni non funzionano? Perché c’è ancora molto da capire. Quando comprendiamo le cose per ciò che sono, cambiano. Una relazione tra colleghi di lavoro, ad esempio, potrebbe non essere la relazione ideale, perché i colleghi hanno caratteri molto diversi, ma lo stesso essere positiva e soddisfacente.
Incuriositi? Spero di sì. Meglio determinati e pronti a credere in voi. Se volete avviare un percorso di crescita personale, di life coaching grafologico su annarosapacini.com trovate tutti i miei recapiti. Per approfondimenti e news vi aspetto sul mio sito o sul social che preferite.
L’aforisma della puntata ci ricorda che tipo di legami possiamo creare: “I legami più profondi non sono fatti né di corde, né di nodi, eppure nessuno li scioglie” (Lao Tzu)
Vorrei aggiungere che i legami più profondi non solo non ci legano, ma ci lasciano liberi di essere noi ed è per questo che crescono.

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