Impara a vivere l’assertività, ovvero, impara ad essere sereno, a credere in te stesso, a credere negli altri, e, soprattutto, a comunicare nel modo giusto. Il modo giusto è quello che permette, nel vivere quotidiano, nella relazione, nell’interazione, a tutti coloro che sono coinvolti, di comprendere e sentirsi compresi. L’assertività si impara e si allena, ma, soprattutto, si conquista. Come ogni “tecnica di comunicazione” che può essere appresa e applicata, dà il meglio di sé quando passa al livello superiore, e diventa uno stato dell’essere. Puoi imparare a vivere, davvero, l’assertività, soltanto quando avrai liberato te stesso. Ti spiego da cosa devi liberarti e come puoi fare ad allenare l’assertività per migliorare le tue relazioni, a partire da quella che hai con te stesso.
(Scorrendo puoi leggere la trascrizione dell’audio)
Impara a vivere l’assertività
La parola “assertività” deriva dal latino “ad serere” e significa asserire, asserzione, affermazione di sé. Ma cosa devi affermare? Questo è il bello.
L’assertività s’impara, in quanto è un tipo di approccio alla comunicazione: devi esprimere ciò che pensi, in modo chiaro e rispettoso. Devi esprimere ciò che pensi veramente, in modo chiaro e rispettoso. Devi permettere agli altri di fare lo stesso, ed ascoltarli, anche se non sei d’accordo. E, soprattutto, sei assertivo se il tuo modo di essere, pensare, decidere, non cambia perché gli altri vogliono che cambi, ma solo se tu convieni che vi siano validi e meritevoli motivi. Per questo, nel momento in cui ti liberi da ciò che non ti appartiene, e liberi la tua essenza, sarai naturalmente assertivo, nella tua vita, con uno stile comunicativo giusto, il tuo.
Se sei una persona che ha una grafia piccola e accurata, sarai assertivo prestando molta attenzione anche ai particolari. Se sei una persona che ha una grafia grande e veloce, sarai assertivo preoccupandoti soprattutto degli obiettivi finali. Naturalmente, ogni scrittura racchiude talmente tante combinazioni uniche di segni grafologici che questi esempi sono e vogliono essere soltanto esempi: il tuo stile personale di assertività sarà quello che ti si cuce meglio addosso, come il vestito di un sarto, quello che riconosce e rispetta la tua natura originaria.
Comunicazione autentica, l’unico modo per vivere una vita autentica
Andrew Salter, era l’inizio degli anni Cinquanta, fu il primo a definire alcune delle caratteristiche della persona assertiva, una persona in grado di esprimere i propri punti di vista e le proprie emozioni in modo entusiasta e spontaneo. Io direi, alla luce dei tanti anni di esperienza del mio lavoro di formatrice e comunicatrice, e, soprattutto, dei risultati che i miei clienti hanno ottenuto, entusiasta e naturale. Spontaneo non è la stessa cosa, la spontaneità può mancare di quella giusta dose di riflessione che, invece, è necessaria all’assertività.
Perchè l’assertività vera non può prescindere dalla riflessione interiore e dal riconoscimento dell’altro. Naturale, quindi, è meglio, perché ti appartiene e trovi il modo di esprimerla, con equilibrio ed eleganza. Non necessariamente spontanea. Ma torniamo alla teoria.
Agli inizi degli anni Sessanta Joseph Wolpe sviluppò il concetto, introducendo il termine “assertiveness”. Un modo di esprimere sentimenti, emozioni, pensieri in maniera aperta, positiva e sana. Wolpe individuò cinque livelli di funzionalità, nel primo, troviamo la capacità di riconoscere le emozioni, le proprie e quelle altrui. Il secondo, la capacità di comunicare emozioni e sentimenti, anche negativi, attraverso strumenti comunicativi che sappiano valorizzarne la portata di libertà espressiva e costruttiva. Il terzo livello è quello della consapevolezza dei propri diritti e della capacità di avere rispetto per se stessi e per gli altri. Al quarto livello, la disponibilità ad apprezzare se stessi e gli altri, che vuol dire stima di sé, capacità di vedere e valorizzare gli aspetti positivi di un’esperienza, di una relazione, di una situazione.
Infine, il quinto livello: la capacità di autorealizzarsi e poter decidere sui fini e gli scopi della propria vita. Per farlo nel modo giusto, equilibrato, veritiero, in armonia profonda con il tuo essere autentico, occorre che tu abbia un’immagine positiva di te, fiducia e sicurezza personale. In rete troverai molto consigli pratici su come imparare la comunicazione assertiva, e se li utilizzerai, certo ti saranno utili, ma, a mio avviso, non saranno sufficienti, poiché la comunicazione assertiva è uno stile comunicativo legato ad uno stato dell’essere, al modo in cui conosci e percepisci te stesso. Perciò, mentre ti alleni sulle tecniche, ti suggerisco vivamente di lavorare sul tuo livello interiore.
Essere assertivo, ovvero, imparare a gestire le emozioni per il tuo equilibrio interiore
Per essere assertivo, devi essere te stesso, devi permetterti di essere stesso, quindi, riconoscerti, volerti bene, aiutarti anche a crescere e migliorare. Avere fiducia in te stesso non significa essere monolitico e non dover cambiare. Aver fiducia in te stesso vuol dire riconoscere che disponi di tutte le risorse di cui hai bisogno per realizzare la tua vocazione profonda. Quando parlo di vocazione, in grafologia evolutiva, non intendo un’attitudine, intendo proprio la vocazione della tua essenza, il tuo essere, la tua natura più vera. Quella, devi realizzare. E’ quella vocazione che si porta dietro tutte le altre. E’ a quel punto che, diventando assertivo, sarai assertivo anche nella comunicazione e nelle relazioni.
Ti racconto brevemente una storia vera, inizio, trasformazione, risultato. I nomi, come sai, sono invece di fantasia. Gennaro è un uomo coscienzioso, serio, anche simpatico e brillante. Il suo essere serio e coscienzioso gli creava molti problemi, sul lavoro, con i colleghi che lo giudicavano troppo coscienzioso, e a lui stesso, che, viceversa, giudicava i colleghi troppo superficiali. In famiglia, perché era da tutti visto come una persona incontentabile e criticona. E spesso, quando faceva valere le sue ragioni, tutto era, fuorchè assertivo. Anzi, con il tempo, aveva rinunciato a far valere le sue ragioni.
Quando venne da me era in quella fase, stanco di sentirsi incompreso e criticato, piuttosto in contrasto con tutto il resto del mondo, sfiduciato, perché tutti i suoi sforzi, mossi dal desiderio di far bene, di aiutare gli altri, di migliorare le cose, non solo erano incompresi, ma venivano giudicati come sbagliati. La base del mio lavoro è aiutare chi viene da me a trovare le risposte. Non dare le risposte. Devo dirti, che le avrei, tale e tanta è l’esperienza che un lavoro come il mio può portare, che a meno che non si sia monolitici, s’imparano molte cose. Ma non fa parte del mio metodo dare risposte, piuttosto, condividere visioni e orientamenti, io posso indicarti le strade, tu scegli quali riconosci come tue, come percorrerle. Magari faccio anche qualcosa di più, con l’analisi grafologica puoi iniziare subito con una chiara visione della tua essenza, con lo sprint giusto. L’inizio della storia di Gennaro non è quando Gennaro è venuto da me, ma molti anni prima, molti.
L’influenza delle relazioni familiari sul tuo stile comunicativo
Aveva un fratello super comunicatore, accentratore, poco empatico, grande fascino, era il figlio preferito dei suoi genitori. E tutte le splendide caratteristiche di Gennaro erano finite in ombra. Splendide, perché lavorare con qualcuno che non teme la fatica e vuol sempre dare il meglio di sé, seguendo i propri criteri interiori, è una gran fortuna. Avere un partner che ti ama al punto tale da avere il coraggio di dirti cosa pensa veramente, per aiutarti, anche quella è una fortuna che non si trova sempre. Ma Gennaro si era abituato a difendersi, non ad esprimersi, ad attaccare, non a comunicare.
Perciò, prima ha dovuto lucidare lo specchio, poi guardarsi, e riconoscersi, ricordarsi chi era, perché era così, cosa gli andava bene che fosse così, e cosa avrebbe voluto trasformare ed evolvere. Coscienzioso, sì, gli andava bene, troppo preoccupato di ogni cosa, no, quello non gli andava più bene, voleva riuscire ad essere sereno anche quando le cose prendevano pieghe diverse da quelle che avrebbe desiderato. Risultato: Gennaro è diventato veramente assertivo, cioè ha capito quali emozioni, pensieri e sentimenti agivano dentro di lui, quelli veri, si è liberato, fuori dai giudizi e dagli intrecci. Così ha iniziato a cercare di esprimerlo. E siccome non si sentiva più di doversi difendere, anzi, era entusiasta di cercare di farsi comprendere, scoprì che ascoltare meglio gli altri, anche quella, era una cosa buona. Non tutti i colleghi erano superficiali, e spesso, dietro le critiche, c’erano situazioni che lui aveva sempre ignorato.
Ognuno ha la propria storia, che può trasformarsi in una grande ricchezza oppure un grande fardello. Tutto sta a trovare la luce giusta per illuminarla. E man mano che Gennaro diventava più autentico, diventava anche più sereno, e consapevole, più sicuro di sé. Voleva cambiare? Sì, quello che riteneva giusto per lui, non certo per accontentare desideri di altri. Perchè, come ho detto in altre puntate, ed è un concetto importante che approfondirò, chi ti ama davvero non vuole che tu cambi, anzi, vuole per te che tu sia più di tutto, te stesso.
Assertività come espressione dell’essere, oltre le tecniche di comunicazione
Perciò, le tecniche per la comunicazione assertiva ti aiuteranno a stare meglio e ti daranno risultati positivi, nell’immediato. Ma ti consiglio di pensare a lungo termine, di imparare a vivere l’assertività da dentro di te.
Se vuoi possiamo farlo insieme, se desideri conoscere meglio il mio metodo, richiedere la tua analisi grafologica, avviare un percorso di counselcoaching grafologico evolutivo, contattami. Trovi tutti i miei recapiti sul mio sito, annarosapacini.com, ed anche sui social.
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Ed eccoci al momento degli aforismi e del brano musicale. Il primo, proprio di Joseph Wolpe: “Esistono tre possibili approcci nella conduzione dei rapporti interpersonali. Nel primo, si pensa solo a se stessi e si trattano gli altri in modo scorretto. Il secondo consiste nel mettere sempre gli altri prima di se stessi. Il terzo approccio è la scelta giusta… la persona mette se stessa prima di tutto il resto ma tiene conto degli altri”. Il secondo, di Franco Nanetti: “Essere assertivi è una condizione dell’essere liberi, dove per essere liberi non si intende un affrancarsi dai condizionamenti, ma un poter scegliere responsabilmente”.
Il brano si intitola: “Light up the way”. Illumina la strada, illuminati il cuore, sii te stesso, imparare a volerti bene, e ricorda, ogni giorno è un giorno buono per diventare migliore. Ciao, grazie per essere stato con me, ti aspetto alla prossima puntata.
“Illumina la strada, illuminati il cuore, sii te stesso, impara a volerti bene, e ricorda, ogni giorno è un giorno buono per diventare migliore”
-Annarosa Pacini
Crescita e realizzazione personale, comunicazione, motivazione, ispirazione, evoluzione, coaching on line – frasi, pensieri, aforismi e citazioni tratti dal lavoro della dr.ssa Annarosa Pacini (© tutti i diritti riservati: è consentito l’uso con la citazione della fonte e link al sito)