Ci sono parole del linguaggio quotidiano che più o meno tutti usano o tutti si sono sentiti dire, come “fastidio”. Ma dire a qualcuno che qualcosa che fa o qualcosa che è, ti dà fastidio (o sentirtelo dire), non trasforma la parola “fastidio” in qualcosa di giusto solo perché viene usata comunemente. Ci sono parole che non vanno usate perché non aiutano a capire né permettono di evolvere, non sono positive e non creano valore. Se una cosa ti dà fastidio, dipende da te. Se qualcuno ti dà fastidio, dipende da te. Nelle buone relazioni la parola “fastidio” non esiste, al suo posto ci sono parole giuste, le uniche che risolvono davvero un problema. In questa puntata ti spiego cosa può nascondersi dietro la parola “fastidio” e i danni che può fare, se la usi.
Analisi grafologica, life coaching, counseling on line, comunicazione interpersonale, evoluzione personale, motivazione, psicologia, crescita personale.
“Comunicare per essere®”, podcast dedicato all’evoluzione personale, un’evoluzione personale reale, concreta, che puoi mettere in pratica ogni giorno nella tua vita. Comunicare per essere, perché solo attraverso la comunicazione puoi essere te stesso nel mondo e in te, al massimo del tuo potenziale, e scoprire che puoi andare anche oltre. Un grazie ai nuovi amici che ogni giorno si aggiungono, e mi seguono sui social. Puoi seguire il mio podcast su tutte le app più diffuse per ascoltare radio e podcast, iTunes, Spotify, Spreaker, CastBox, PodcastAddicat, scegli quella che preferisci, abbonati e potrai ascoltarlo quando vuoi.
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“Mi dai fastidio”: le buone relazioni e le parole da evitare
Come sai, se mi segui da un po’, la comunicazione è alla base del mio lavoro. Tutti gli strumenti che utilizzo, dalla grafologia evolutiva® alla scrittura alle strategie relazionali, hanno l’obiettivo di far sì che tu possa essere te stesso al cento per cento, essere, in modo armonico, globale, completo. E per essere nel mondo, devi comunicare. Come dico nell’introduzione, anche per essere dentro di te, devi comunicare. Pure i taciturni e gli introversi pensano e parlano con se stessi. Solo se raggiungi la tua piena armonia puoi raggiungere pienamente i tuoi obiettivi, trasformare la tua vita, evolvere te stesso nel modo più giusto ed equilibrato, per una felicità concreta che dipende da te, né dagli eventi, né dagli altri.
La comunicazione è fatta di tante cose, linguaggi non verbali, linguaggio del corpo, e di parole. E’ vero che, quando comunichi, oltre il settanta per cento di ciò che dici, del vero significato, è veicolato dai linguaggi non verbali. Ma questo accade soprattutto se non sei ben centrato, se il tuo equilibrio non è stabile e se non hai allenato il tuo vocabolario personale, cioè creato un linguaggio che, nei modi e nei contenuti, ti rappresenti. In quel caso, il linguaggio verbale dice quello che le parole non dicono (ma sei sai usarle bene, dicono molto).
Comunicazione verbale, trasforma le parole in tuoi alleati
Le parole di uso comune sono importanti, perché tutti le dicono e tutti se le sentono dire. Questo le trasforma in subdoli nemici, che sfuggono all’attenzione, ma non significa che non creino danni, anche se nessuno se ne accorge. Oggi parliamo della parola “fastidio”, una tra le tante che si usano.
Spesso le persone con cui lavoro, quando mi descrivono una relazione che causa loro sofferenza o che vorrebbero diversa o che non comprendono o che vorrebbero migliorare o per la quale vorrebbero impegnarsi al massimo, usano questa espressione: “Mi dà fastidio che Caio dica, che Caio faccia, che Caio pensi”. Oppure: “Tizio mi dice che gli dà fastidio se io dico questo, faccio questo, penso questo, sono questo”. E lo dicono con la massima naturalezza, come se fosse una frase accettabile. E’ comprensibile, sì. E’ molto usata, sì. Usata non sempre con la giusta consapevolezza, a volte superficialmente, sì. Accettabile, dipende dai tuoi criteri. Per quelli della buona comunicazione no. Non preoccuparti, se non sei del tutto d’accordo. Quando ne parlo con dei clienti, la prima volta, anche se si sforzano di farsi vedere d’accordo, a volte qualcuno resta un po’ interdetto, all’inizio. In fondo, che sarà mai, dire a qualcuno che ti dà fastidio? Dal vocabolario Treccani:
“fastìdio s. m. [dal lat. fastidium, der. di fastus -us (che aveva anche i sign. di «orgoglio, disdegno»), prob. incrociato con taedium «tedio»]. – 1. a. Senso di molestia per cosa che dispiace o che mal si sopporta: dare, recare, sentire f.; ti dà f. il fumo?; mi dà f. vedermi sempre davanti quel seccatore; chiacchiera, si vanta fino a dare f. b. Noia, uggia, disgusto, sazietà: avere, pigliare in f. una persona o una cosa; venire in f.; l’abbondanza genera f.. c. Dispiacere, preoccupazione molesta, sofferenza, o anche ciò che è causa di dispiacere e preoccupazione o che provoca sofferenza: i f. della vecchiaia; prov., figlioli piccoli f. piccoli, figlioli grandi f. grandi. Abbastanza frequente nell’uso fam. l’espressione avere dei f. con qualcuno, avere noie, seccature, rapporti spiacevoli: ha avuto recentemente dei f. con la giustizia, con il fisco, con la finanza. d. Lieve disturbo o malessere fisico: non devo bere perché gli alcolici mi danno fastidio al fegato”.
Dire nel modo giusto è meglio che dire nel modo sbagliato
Ora, sempre se mi segui da un po’, sai che la libera espressione di ciò che sei, anche questo, è un fondamento del mio lavoro per la migliore evoluzione personale individuale. Se una cosa ti crea sofferenza, è giusto dirlo. Se non la comprendi, è giusto dirlo. Tutto quello che è a favore del dialogo, della comprensione, della comunicazione dell’essere, deve essere comunicato. Ma qua stiamo parlando di una cosa diversa. Ti farò qualche piccolo esempio, tutti veri, nomi di fantasia.
Paolo ha un caro amico, Marco, a cui spesso dice: “Mi dà fastidio che te la prenda sempre per nonnulla”.
Angelica ha un marito, Claudio, al quale dice: “Quando stai zitto invece di farti sentire, mi dai proprio fastidio”.
Luciano ha un figlio, Michele, a cui dice: “Quando ti vesti con questi pantaloni strappati mi dai veramente fastidio, così tanto che non ti posso guardare”.
Clara ne ha per tutti, marito, figlia, colleghi di lavoro. Il marito le dà fastidio perché non è abbastanza incisivo, secondo lei. La figlia le dà fastidio quando vuole vestirsi come dice lei. I colleghi le danno fastidio, ognuno per un motivo diverso.
Nessuna di queste frasi esprime concetti di valore, positivi, costruttivi, evolutivi, né tentativi di comprensione o di buona comunicazione.
Torniamo al primo esempio, e questa riflessione, vale per tutti. A Paolo dà fastidio che il suo amico Marco se la prenda per un nonnulla. Questo, cosa ti dice? Che Paolo ha un modo di vedere diverso da quello di Marco. Che Paolo giudica alcuni comportamenti di Marco come non buoni, secondo i suoi criteri. Questo lo autorizza a sentirsi infastidito? La maggior parte delle frasi in cui si usa la parola “fastidio” sono degli esercizi di potere, da parte di chi la dice, e delle limitazioni di libertà, da parte di chi la riceve.
Paolo ha una scrittura di calibro grande, pressione marcata, pendenza verso destra. Un uomo molto attivo, capace di occuparsi degli altri, anche fattivamente, ma non particolarmente sensibile, per ciò che riguarda le esigenze altrui. Marco ha una scrittura di calibro medio, tendenzialmente dritta, pochi angoli, una pressione leggera. Marco “se la prende”, cioè rimane colpito da certe cose, perché le percepisce in modo diverso da Paolo. La grafologia evolutiva® permette ad ognuno di comprendersi pienamente, fino in fondo, per questo ti aiuta ad evolvere. Il fondamento delle buone relazioni è la comprensione, che, a sua volta, si fonda sul rispetto e sul riconoscimento della diversità dell’altro come valore. Se comprendi un tuo amico, gli riconosci la sua libertà di essere se stesso, come può “darti fastidio” per ciò che è? Il fastidio è dentro di te e dipende da te, è il tuo modo di vedere, di sentire, che ti porta ad essere infastidito. Paolo, in effetti, non comprendendo subito bene certe dinamiche relazionali, tende a sottovalutarle. Ma il suo modo di essere non lo ha molto aiutato, nella sua vita sentimentale. Perché si notava soprattutto il suo modo di fare un po’ prepotente, e sfuggivano tante altre caratteristiche che gli appartengono, la capacità di aiutare gli altri, la vivacità affettiva e fisica, la capacità organizzativa, e molto altro. Oggi comunica se stesso in modo pieno e molto più soddisfacente, per lui e per gli altri.
Non pretendo di esaurire un tema come questo in una puntata del podcast, il mio intento è soltanto quello di fornirti degli spunti di riflessione che possano esserti utili.
Il vero significato della parola “fastidio”
“Fastidio” è una parola che racchiude altre parole. Per comunicare davvero, devi trovare le parole giuste.
Torniamo all’esempio di Paolo e Marco, e passiamo alla buona comunicazione. Paolo dice a Marco: “Sai Marco, quando ti vedo che torni dal lavoro in ritardo e sei nervoso perché non sei riuscito a sganciarti prima, a volte mi sembri esagerato, ma ti conosco e so che a te non piace lasciare le cose in sospeso. Però mi dispiace che tu te la prenda, magari, se trovi un modo per metterti d’accordo con il tuo collega, potreste organizzarvi e trattenervi al lavoro a turno, così tu non ti arrabbieresti. Quando non sei nervoso, sei più simpatico, non lo dico solo io, ma anche la tua ragazza”.
Ti sembra che abbia lo stesso dignificato di: “Mi dà fastidio che te la prenda sempre per nonnulla”?
Come ti dicevo, questo è solo un esempio. In ogni storia, in ogni relazione, in ogni situazione, in ogni momento, la parola “fastidio” ha un significato diverso. Quello devi trovare, e quello devi usare. Perché a nessuno piace sentirsi dire che è una seccatura, che crea uggia o dispiacere o che è come il mal di fegato. Con il tempo, se non li espliciti e li tiri fuori, li comunichi nel modo giusto, al momento giusto, i sentimenti negativi si trasformano in abiti mentali, che poi sono quelli che ispirano le tue parole.
E’ così che, anche in relazione importanti, si finiscono per dire cose non belle, negative, cattive. Perché si perde di vista il punto di partenza. Il punto di partenza è comprendere, comunicare, costruire, risolvere, migliorare. Di volta in volta, devi cercare le parole giuste, quelle che la parola “fastidio” nasconde, e imparare ad utilizzarle. Con le parole giuste, otterrai sempre le risposte che ti servono, per capire in quale direzione sta andando la tua relazione, e, soprattutto, per decidere in quale direzione vuoi che vada.
A proposito di belle parole, nella puntata precedente ti ho letto il bellissimo messaggio che Antonio mi ha scritto su Spreaker. Su Facebook ha risposto Lara: “Anche io sono d’accordo con Antonio. I tuoi argomenti sono centrati, ti inducono alla riflessione e al desiderio di metterli in pratica, lavorando su se stessi. Inoltre, hai una voce e una maniera di esprimerti che anche nel momento di distrazione mentale, il tuo messaggio trova un’altra entrata, quella del cuore. Di ❤ GRAZIE Annarosa ?”
Grazie a te, cara Lara. Lara ha avuto esperienze molto complesse, nella sua vita, come poi mi ha scritto, e continua a cercare la strada giusta. C’è sempre una strada giusta, per tutti, e sono certa che la troverai. E spero che tu possa trovare quello di cui il tuo cuore ha bisogno per ritemprarsi, angoli di vita pieni di sole.
E così siamo giunti alla conclusione della puntata, al consueto appuntamento con gli aforismi e la musica. Se vuoi conoscere il mio metodo, richiedere la tua analisi grafologica, fare un percorso su misura con me, nel mio sito, annarosapacini.com, pagina contatti, trovi tutti i miei recapiti. Scrivimi, rispondo sempre. Gli aforismi sono dedicati alle parole.
“La parola è per metà di colui che parla, per metà di colui che l’ascolta” (Michel de Montaigne)
“Per una parola un uomo viene spesso giudicato saggio, e per una parola viene spesso giudicato stupido. Dunque, dobbiamo stare molto attenti a quello che diciamo” (Confucio)
“Certo, le parole non sono azioni; ma qualche volta una buona parola vale quanto una buona azione” (Arturo Graf)
Il brano che ti dedico si intitola: “Words”. Le parole sono importanti, e potenti. Usale bene.
Ti ringrazio, per essere stato con me.